15 agosto 2008 |
Il giorno di Gandhi |
Il famoso discorso ritrovato di Gandhi, quello col il quale una compagnia di telefonia ci sta tenedo sulle spine da giorni in fremente attesa, quasi fosse una (loro) scoperta da rivelare finalmente al mondo, sta da anni qui alla voce "Speech at Inter-Asian Relations Conference, 1947 ". Come implacabilmente segnalato anche da Il Disinformatico, cacciatore di bufale e balle varie.
E grazie a FinanziainChiaro dopo averlo ascoltato ve lo potete anche comodamente leggere già tradotto.
"Signora Presidente e amici, non credo di dovermi scusare con voi per il fatto che sono costretto a parlare in una lingua straniera. Chissà se questi altoparlanti porteranno la mia voce fino ai confini di questo immenso pubblico. Quelli di voi che sono lontani possono alzare la mano, se sentono quello che dico? Sentite? Bene. Bene, se la mia voce non vi giunge, non è colpa mia, ma colpa degli altoparlanti.
Quello che volevo dirvi è che non devo scusarmi. Non oso, visti tutti i delegati che si sono riuniti qua da tutta l’Asia, e gli osservatori – ho imparato questa parola pronunciata da un amico americano che disse: “Non sono un delegato, sono un osservatore”. Di primo impatto con lui, vi assicuro, pensavo venisse dalla Persia, ma ecco davanti a me un americano e gli dico: “Sono terrorizzato da te, e vorrei che mi lasciassi stare”. Potete immaginare un americano che mi lasci stare? Non lui e, quindi, ho dovuto parlargli.
Quello che volevo dirvi è che il mio idioma per me madrelingua, non lo potete capire, e non voglio insultarvi insistendo su di esso. Il linguaggio nazionale, Hindustani, ci metterà tanto tempo prima di rivaleggiare con un linguaggio internazionale.
Se ci deve essere rivalità, c’è rivalità tra francese e inglese. Per il commercio internazionale, indubbiamente l’inglese occupa il primo posto. Per discorsi e corrispondenza diplomatici, sentivo dire quando studiavo da ragazzo che il francese era la lingua della diplomazia e se volevi andare da una parte all’altra dell’Europa dovevi provare ad imparare un po’ di francese, e quindi ho provato ad imparare qualche parola di francese per riuscire a farmi capire. Comunque, se ci deve essere rivalità, la rivalità potrebbe nascere tra francese e inglese. Quindi, avendo imparato l’inglese, è naturale che faccia ricorso a questa parlata internazionale per rivolgermi a voi.
Mi chiedevo di cosa dovessi parlarvi. Volevo raccogliere i miei pensieri, ma lasciate che sia onesto con voi, non ne ho avuto il tempo.
Però ieri ho comunque promesso che avrei provato a dirvi qualche parola.
Mentre venivo con Badshah Khan, ho chiesto un piccolo pezzo di carta ed una matita. Ho ricevuto una penna invece di una matita. Ho provato a scarabocchiare qualche parola. Vi spiacerà sentirmi dire che quel pezzo di carta non è qui con me. Ma questo non importa, ricordo cosa volevo enunciare, e mi sono detto: “I miei amici non hanno visto la vera India, e non ci stiamo incontrando in una conferenza nel cuore della vera India”.
Delhi, Bombay, Madras, Calcutta, Lahore – queste sono tutte grandi città e quindi, hanno subito l’influenza dell’Occidente, sono state fatte, magari eccetto Delhi ma non New Delhi, sono state fatte dagli inglesi. Poi ho pensato ad un breve saggio – credo che dovrei chiamarlo così – che era in francese. Era stato tradotto per me da un amico anglo-francese, e lui era un filosofo, era anche un uomo altruista e diceva che mi aveva dato la sua amicizia senza che io lo conoscessi, perché lui parteggiava per le minoranze ed io rappresentavo, assieme ai miei connazionali, una minoranza senza speranze, e non solo senza speranze ma una minoranza disprezzata.
Se gli europei del Sudafrica mi perdonano per quello che dico, eravamo tutti “coolies” [lavoratore non qualificato a basso costo]. Io ero un insignificante avvocato “coolie”. A quei tempi non avevamo dottori “coolie”, non avevamo avvocati “coolie”. Ero il primo nel campo. Ma sempre un “coolie”. Magari sapete cosa si intende con la parola “coolie” ma questo mio amico, si chiamava Krof – sua madre era francese, suo padre inglese – disse: “Voglio tradurre per te una storia francese”.
Mi perdonerete, chi di voi sa la storia, se nel ricordarla faccio degli errori qua e là, ma non ci sarà nessun errore nell’avvenimento principale.
C’erano tre scienziati e – ovviamente è una storia inventata – tre scienziati uscirono dalla Francia, uscirono dall’Europa alla ricerca della “Verità”. Questa era la prima lezione che mi aveva insegnato quella storia, che se bisogna cercare la verità, non la si trova su suolo europeo. Quindi, indubbiamente neanche in America.
Questi tre grandi scienziati andarono in parti diverse dell’Asia. Uno trovò la strada per l’India e diede inizio alla sua ricerca. Raggiunse le cosiddette città di quei tempi. Naturalmente, ciò avvenne prima dell’occupazione inglese, prima anche del periodo Mughal, così è come ha illustrato la storia l’autore francese, ma visitò comunque le città, vide la gente delle cosiddette caste alte, uomini e donne, fino a che non si addentrò in un’umile casa, in un umile villaggio, e quella casa era una casa Bhangi, e trovò la verità che stava cercando, in quella casa Bhangi, nella famiglia Bhangi, uomo, donna, forse 2 o 3 bambini (lo dico come me lo ricordo) e poi lui descrive come la trovò. Tralascio tutto questo.
Voglio collegare questa storia a quello che voglio dire a voi, che se volete vedere il meglio dell’India, dovete trovarlo in una casa Bhangi, in un’umile casa Bhangi, o villaggi simili, 700.000 come ci insegnano gli storici inglesi. Un paio di città qua e là, non ospitano neanche qualche crore [unità di misura indiana che equivale a 10 milioni] di persone. Ma i 700.000 villaggi ospitano quasi 40 crore di persone. Ho detto quasi perché potremmo togliere una o due crore che stanno in città, comunque sarebbero 38 crore.
E poi mi sono detto, se questi amici sono qui senza trovare la vera India, per cosa saranno venuti? Ho poi pensato che vi pregherò di immaginare quest’India, non dal punto di vista di questo immenso pubblico ma per come potrebbe essere. Vorrei che leggeste una storia come questa storia dei francesi o altre ancora. Magari, qualcuno di voi vada a vedere qualche villaggio dell’India e allora troverà la vera India.
Oggi farò anche questa ammissione: non ne sarete affascinati alla vista. Dovrete raschiare sotto i mucchi di letame che sono oggi i nostri villaggi. Non voglio dire che siano mai stati dei paradisi. Ma oggi sono veramente dei mucchi di letame; non erano così prima, di questo sono abbastanza certo. Non l’ho appreso dalla storia ma da quello che ho visto io stesso dell’India, fisicamente con i miei occhi; e io ho viaggiato da una parte all’altra dell’India, ho visto i villaggi, i miserabili esemplari dell’umanità, gli occhi senza vita, eppure sono l’India, e ciononostante in quelle umili case, nel mezzo dei mucchi di letame troviamo gli umili Bhangis, dove troverete un concentrato di saggezza. Come? Questa è una grande domanda.
Bene, allora voglio illustrarvi un altro scenario. Di nuovo, ho imparato dai libri, libri scritti da storici inglesi, tradotti per me. Tutta questa ricca conoscenza, mi spiace dire, arriva qui da noi in India attraverso i libri inglesi, attraverso gli storici inglesi, non che non ci siano storici indiani ma neanche loro scrivono nella loro madrelingua, o nella loro lingua nazionale, Hindustani, o se preferite chiamarli due idiomi, Hindi e Urdu, due forme della stessa lingua. No, ci riferiscono quello che hanno studiato sui libri inglesi, magari gli originali, ma attraverso gli inglesi in inglese, questa è la conquista culturale dell’India, che l’India ha subito.
Ma ci dicono che la saggezza è arrivata dall’Occidente verso l’Oriente. E chi erano questi saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all’Oriente. Fu seguito dal Buddha. Lui apparteneva all’Oriente, apparteneva all’India. Chi ha seguito il Buddha? Gesù, di nuovo dall’Asia. Prima di Gesù ci fu Musa, Mosè, che apparteneva anche lui alla Palestina, ma verificavo con Badshah Khan e Yunus Saheb ed entrambi sostenevano che Mosè appartenesse alla Palestina, sebbene fosse nato in Egitto. Poi venne Gesù, poi Mohammad. Tutti loro li tralascio. Tralascio Krishna, tralascio Mahavir, tralascio le altre luci, non le chiamerò luci minori, ma sconosciute in Occidente, sconosciute al mondo letterario.
In ogni modo, non conosco una singola persona che possa uguagliare questi uomini d’Asia. E poi cosa accadde? Il Cristianesimo, arrivando in Occidente, si è trasfigurato. Mi spiace dire questo, ma questa è la mia lettura. Non dirò altro al riguardo. Vi racconto questa storia per incoraggiarvi e per farvi capire, se il mio povero discorso può farvi capire, che lo splendore che vedete e tutto quello che vi mostrano le città indiane non è la vera India. Certamente, il massacro che avviene sotto i vostri occhi, mi dispiace, vergognoso come dicevo ieri, dovete seppellirlo qui. Il ricordo di questo massacro non deve oltrepassare i confini dell’India, ma quello che voglio voi capiate, se potete, è che il messaggio dell’Oriente, dell’Asia, non deve essere appreso attraverso la lente occidentale, o imitando gli orpelli, la polvere da sparo, la bomba atomica dell’Occidente. Se volete dare di nuovo un messaggio all’Occidente, deve essere un messaggio di “Amore”, un messaggio di “Verità”.
Ci deve essere una conquista (applausi) per favore, per favore, per favore. Questo interferisce con il mio discorso, e interferisce anche con la vostra comprensione. Voglio catturare i vostri cuori, e non voglio ricevere i vostri applausi. Fate battere i vostri cuori all’unisono con le mie parole, e io credo che il mio lavoro sarà compiuto.Voglio lasciarvi con il pensiero che l’Asia debba conquistare l’Occidente. Poi, la domanda che mi ha fatto un mio amico ieri: “Se credevo in un mondo unico?”. Certo, credo in un mondo unico. Come posso fare diversamente, quando divento erede di un messaggio di amore che questi grandi, inconquistabili maestri ci hanno lasciato? Potete esprimere questo messaggio di nuovo ora, in questa era di democrazia, nell’era del risveglio dei più poveri dei poveri, potete esprimere questo messaggio con maggiore enfasi. Poi completerete la conquista di tutto l’Occidente, non attraverso la vendetta perché siete stati sfruttati, e nello sfruttamento voglio ovviamente includere l’Africa, e spero che quando vi reincontrerete in India la prossima volta ci sarete tutti: spero che voi, nazioni sfruttate della terra, vi incontrerete, se a quell’epoca ci saranno ancora nazioni sfruttate.
Ho forte fiducia che se unite i vostri cuori, non solo le vostre menti, e capite il segreto dei messaggi che i saggi uomini d’Oriente ci hanno lasciato, e che se veramente diventiamo, meritiamo e siamo degni di questo grande messaggio, allora capirete facilmente che la conquista dell’Occidente sarà stata completata e che questa conquista sarà amata anche dall’Occidente stesso.
L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato.
Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato.
M. K. Gandhi"Etichette: esergo e altre perle ai porci |
postato da la Parda Flora
alle 10:05
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A volte... |
“Poi la vita non è che vada come tu la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No, Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti e più ti si ingarbuglia la rete, più ti ribelli, più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che non te lo puoi nemmeno immaginare.” (...a volte, Baricco riesce anche a convincermi).Etichette: parole e pensieri scritti sfacciatamente per me (checché ne dica l'Autore) |
postato da la Parda Flora
alle 09:48
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14 agosto 2008 |
Fascist state censors Pirate Bay |
Con un provvedimento senza precedenti, anche perché giunto prima di qualsivoglia provvedimento della Magistratura, le autorità hanno chiuso The Pirate Bay.(E poi ci siamo riempiti la bocca con quanto è incivile e illibirale la Cina che oscura Internet)
Il commento degli autori del sito è eloquente:
Fascist state censors Pirate Bay
We're quite used to fascist countries not allowing freedom of speech. A lot of smaller nations that have dictators decide to block our site since we can help spread information that could be harmful to the dictators. This time it's Italy. They suffer from a really bad background as one of the IFPIs was formed in Italy during the fascist years and now they have a fascist leader in the country, Silvio Berlusconi. Berlusconi is also the most powerful person in Italian media owning a lot of companies that compete with The Pirate Bay and he would like to stay that way - so one of his lackeys, Giancarlo Mancusi, ordered a shutdown of our domain name and IP in Italy to make it hard to not support Berlusconis empire. We have had fights previously in Italy, recently with our successful art installation where we had to storm Fortezza in order to get our art done. And as usual, we won. We will also win this time.
E per chi non capisce: "Quello che sta succedendo è di una gravità assoluta: da lunedì prossimo (non prima perché l'italia è in ferie sic) basterà la denuncia di un qualsiasi movimento (ultra) cattolico per autorizzare il sequestro preventivo (leggi oscuramento) dei siti che pubblicano una tetta al vento; piersilvietto (il nano muscolosetto) potrà chiedere l'oscuramento di youT o di google in virtù della querela presentata, ecc, ecc. Qui non è una questione di destra o di sinistra ma di libertà (e responsabilità) individuali. Sarebbe ora che partisse un vero pressing sui quotidiani per tenere viva la notizia ed il dibattito. PS il paragone con la cina mi sembra azzeccato Moviesnif"Etichette: (brutta) storia |
postato da la Parda Flora
alle 17:54
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E' agosto? ma allora perché così tanto gelo? |
Dopo un grande dolore si prova un sentimento composto - i nervi si fanno solenni, come tombe - e il cuore, freddo, si chiede se in lui davvero si è aperta una ferita - e se è accaduto ieri o secoli prima.
I piedi si muovono meccanici per una via di legno - se di terra, d'aria o d'altro indifferenti - un appagamento di quarzo, come pietra.
Questa è l'ora di piombo. Chi sopravvive la ricorda come gli assiderati ricordano la neve - il gelo prima, poi lo stupore, e infine l'abbandono.
Emily Dickinson
(Morte, Morte che ti nascondi coi tuoi molti aghi aguzzi e dolorosi, dove sei?)Etichette: cose (e occasioni) perdute per sempre |
postato da la Parda Flora
alle 10:19
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13 agosto 2008 |
Tanti auguri a te! |
Che tu viva a lungo felice, e rimanga accanto a me, che ti amo tanto! Buon compleanno, piccolo meraviglioso amico! :-))Etichette: cose da ricordare |
postato da la Parda Flora
alle 10:00
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Olimpiadi |
Leggo distrattamente alcuni resoconti delle Olimpiadi: ancora oggi in casa mi buggerano col giochino - olimpici/olimpionici, figurati te! - e io ci casco sempre, come mio dovere! Insomma lo confesso: non sono una tifosa sportiva. Coi campionato mondiali di calcio per esempio spengo la TV e vado beata a letto con un bel libro... tanto, anche se non voglio le urla belluine dell’incivile vicinato mi terranno nonostante tutto al corrente dell’andamento del match anche se io sono - in anima e corpo - assente ...altrove.
Ve lo ricordate “Guarda-la-Luna” nella celebre scena iniziale di “2001: Odissea nello spazio”, mentre, improvvisamente illuminato dal misterioso monolito nero, afferra e brandisce selvaggiamente contro chiunque e qualunque cosa un femore (o magari era un omero: sempre osso lungo era, ma con precisione non ricordo) e lo usa come un’arma per colpire, e colpire, e colpire selvaggiamente tutto ciò che gli sta davanti, provando per la prima volta l’ebbrezza tutta umana del distruggere per il solo gusto di farlo? Ecco, per me il tifo è un po’ la stessa cosa, selvaggia e incomprensibile: gente che si ammazza per un risultato; tifosi della squadra avversaria buttati giù da un treno in corsa; motorini che volano giù dall’anello superiore di San Siro...cose così, insomma. Oddio, riconosco per prima che l’esile gruppo di tifosi del tiro del martello sono altra cosa, ma secondo me qualcosa sussulta e urla vendetta comunque, anche nel loro pur sparuto numero di cuori. Ma lo ammetto, a volte anch’io mi appassiono a qualche gara in particolare - quelle degli sfigati che in genere non se li fila nessuno, esclusi i parenti; e in genere inizio ad essere scorretta e in fondo non migliore dello scimmione mio progenitore immaginato da Arthur C. Clarke e insomma a trasformarmi in quanto, complessivamente, di meno decoubertiniano possa riuscire ad immaginare... E’ raro, ma lo confesso: accade. Faccio boom al tiro al piattello; mi appassiono al nuoto sincronizzato come non avessi trovati insulsi sin dall’infanzia i film di Esther Williams...
Però. Però i termini coi quali è stata descritta la sconfitta della Manaudou, su La Repubblica con un bel lapidario: “Sembrava essersi ripresa con gli Europei del marzo scorso a Eindhoven con l'oro nei 200 dorso e nella 4x200sl. Ora il buio. Intanto la sua rivale Federica Pellegrini le ha strappato il fidanzato: per ora il duello fra loro è stato solo sulla carta, sui titoli. Non certo in piscina. Anche Federica ha cominciato male ma con il record del mondo ha ripreso in mano le sue Olimpiadi. Laure no, IL SUO E’ UN FALLIMENTO TOTALE”. Ora, non so voi.
Magari siete campioni nazionali di tuffo, o nuoto, o duello con spadone celtico o curling E magari pensate che questo non sia il fine ultimo della vita, ma solo un mezzo, per percorrere il camino che ci è stato affidato alla nascita; ma a me, un giornalista che con tanta indifferenza fa cadere una tale lapide, sulla carriera sportiva di una ragazzina sia pure appartenete al "nemico" = squadra avversaria, (perché è vero che lo sport brucia i giovani, ma 22 anni son sempre 22 anni, soprattutto in certe discipline) lo condannerei a fare da ultimo tedoforo, 2008 volte il giro dello stadio olimpico, fustigato sulle chiappe nude con ampi fasci di ortiche, onde meditare nel dolore sulle sue capacità sportive, e soprattutto su quelle altrui. E nonostante l’orgoglio per la rimonta della Pellegrini, mi resta addosso una rabbia, una rabbia da aver voglia di spaccare tutto, ispirata da questo giornalista così placido nel suo distruggere in due righe una vita di sacrifici, sogni, rinunce, disciplina rigorosa e inflessibile, e dolori: quella che di certo immagino non avrà mai fatto lui. Perché sarò pure non sportiva, ma gli sportivi veri, tutti quanti, io li rispetto. Come rispetto chiunque è capace di consacrare a qualcosa che ritiene più grande di sé, la sua esistenza. Non è megalomania o egocentrismo: è la consapevolezza che la vita ti ha fatto un dono, e tu lo devi onorare. E quando ciò non accade - sputi sangue e dolore, perché non ti resta nient’altro, e il primo imbecille distrugge con un commento degno di Novella 2000 la tua vita.. Poi magari ne riparliamo, ok?, signor giornalista Fabrizio Bocca, che di sport al di là della facile carogneria con la quale hai offeso e ferito una ragazzina che è pur sempre la settima qualificata al mondo - la settima, hai capito? e già questo dovresti capirlo bene, anche dal’alto del tuo ruolo di giudice delle prestazioni sportive altrui, ne farebbe una vincitrice! E tu, tu invece cosa sei? Perché squalificare così, usando argomenti della vita privata come un pessimo giornaletto di gossip, la campionessa francese Manaudou: io che sarò l'ultima degli imbecilli, però ho trovato il tuo stile giornalistico e soprattutto umano, veramente squallido, ignobile e meschino. Chissà se ci mediterai, egregio signor Bocca. Per intanto, alla settima campionessa di nuoto del mondo - che certo poteva aspirare a molto di più, ma è andata così: lo sport, solo i coglioni credono sia una scienza esatta che se ne infischia di dolori del corpo e dell’anima, di giornate no e di tutto quello che può sminuire l'esistenza di tutti gli altri esseri umani con le stese fragilità e debolezze e scoramenti uguali esattamente a quelli che ho io o che hai tu - perché mica un olimpico è Superman! E comunque anche Superman aveva la sua kryptonite.... Perciò, per Laure Manaudou, tre hip hip hurrà, da tutti i veri sportivi e decoubertiniani che ancora ci sono, in un mondo nel quale valori come l’eleganza e l’onore e il rispetto, anche per l’avversario sconfitto, son merce sempre più rara (ancora “Guarda-la-Luna” e il suo/nostro destino di scimmioni...più o meno evoluti, ahimè), e AUGURI DI FUTURO SUCCESSO E RIVINCITA.
Una vera, credo, tifosa italiana, che forse sul tifo ha capito più di quel che crede!Etichette: le vite degli altri |
postato da la Parda Flora
alle 08:27
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12 agosto 2008 |
Invecchiare. Forse? |
By the rivers dark I wandered on. I lived my life in Babylon.
And I did forget My holy song: And I had no strength In Babylon.
By the rivers dark Where I could not see Who was waiting there Who was hunting me.
And he cut my lip And he cut my heart. So I could not drink From the river dark.
And he covered me, And I saw within, My lawless heart And my wedding ring,
I did not know And I could not see Who was waiting there, Who was hunting me.
By the rivers dark I wandered on. I lived my life in Babylon.
And I did forget My holy song: And I had no strength In Babylon.
By the rivers dark Where I could not see Who was waiting there Who was hunting me.
And he cut my lip And he cut my heart. So I could not drink From the river dark.
And he covered me, And I saw within, My lawless heart And my wedding ring,
I did not know And I could not see Who was waiting there, Who was hunting me.
By the rivers dark I panicked on. I belonged at last to Babylon.
Then he struck my heart With a deadly force, And he said, ‘This heart: It is not yours
And he gave the wind My wedding ring; And he circled us With everything.
By the rivers dark In a wounded dawn, I live my life In Babylon.
Though I take my song From a withered limb, Both song and tree, They sing for him.
Be the truth unsaid And the blessing gone, If I forget My Babylon.
I did not know And I could not see Who was waiting there, Who was hunting me.
By the rivers dark where it all goes on; By the rivers dark In Babylon.
(Non ce la fanno, i belli muoiono tra le fiamme: sonniferi, veleno per i topi, corda, qualunque cosa........ Si strappano le braccia, si buttano dalla finestra, si cavano gli occhi dalle orbite, respingono l'amore, respingono l'odio, respingono, respingono.
Non ce la fanno, i belli non resistono, sono le farfalle, sono le colombe, sono i passeri, non ce la fanno.
Una lunga fiammata, mentre i vecchi giocano a dama nel parco, una fiammata, una bella fiammata, mentre i vecchi giocano a dama nel parco, al sole.
I belli si trovano all'angolo di una stanza, accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio, e non sapremo mai perché se ne sono andati, erano tanto belli.
Non ce la fanno, i belli muoiono giovani e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
Amabili e vivaci: vita e suicidio e morte, mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole... nel parco).
(Che stupore sempre nuovo, il breve calore del sole sulla mia pelle: un tempo in estate eravamo sempre compagni inseparabili!) Perché, cara piccola amica che sbocci ora alla vita e ne scrivi con la saggezza di chi si affaccia ad una realtà nuova, e io ti auguro essa sia più benigna di quanto spesso non accada; piccolo aiuto, per trovare la forza, come un vecchio stupido pugile suonato a forza di botte in testa, di rialzarsi prima dell'ennesima ripresa, che stabilisce la fine del suo ultimo incontro. Ti auguro di cuore di non scoprirlo mai – ammesso sia davvero concesso a un essere umano non scoprirlo: e se lo farai, che esso possa avvenire il più tardi e il più dolcemente possibile). Perché, sai, se non ce n'è più, non ce n’è più, e questo, purtroppo, dà l’autentica, reale e disperata dimensione di tante fantasie e discorsi saggi e altisonanti per alcuni che si ritengono in dovere di giudicare chi è più sfortunato, incolpevole di loro: i maledetti della terra, gli stronzi vampiri che si nutrono della tua anima, e nel web hanno trovato terreno particolarmente fertile, per ingozzarsi del dolore e del bisogno altri, così da dimenticarsi (pagliuzza per trave?!?) del brago suino nel quale, tipo inferno dantesco, trascorrono la loro inutile esistenza. Questa è la vera vita quotidiana, quella che invochiamo il Padre di donarci ogni giorno come se fosse una grande grazia - e lo sarebbe, se solo chi di dovere fornisse il pacchetto completo, comprese fede, speranza e carità. Lasciatemelo dire, così come funziona la faccenda, teodicea o no, è solo una gran triste fregatura senza possibile risposta, e quindi redenzione. Fa solo un gran male. Io non capirò granché di questo mondo di angeli e demoni che si giocano a dadi il dolore della nostra vita – Invidiosi? Ignari? Egoisti maligni? Chi lo sa - so solo che è la realtà quotidiana con la quale fare i conti e, scusate se lo dico con sincerità, ma dopo anni di questa vita...eh beh, uno può anche non avere più risorse, o armi segrete da sfoderare, e aver solo voglia di rialzare ancora una volta il sedere da terra, anche che se lo ritroverà al tappeto nel giro di pochi minuti. O magari, neppure quello… Non è detto siano per forza "quelli belli" - di certo sono i più soli, i più disperati, quelli con meno aiuto e meno sostegno – e già questo, dal mio punto di vista, farebbe sì che questa società – novella Atlantide – sprofondasse in fondo alla Fossa delle Marianne e venisse il tempo di ricominciare tutto da capo, ma per davvero e in modo tutto nuovo. Ma anche se quel tempo non verrà mai, però accontentiamoci di un carrello del supermercato, di fiumi oscuri che non sapremo mai dove potrebbero portarci, di questa disperazione autodistruttiva che, a furia di dai e dai, è quasi diventata un’amica – di certo una compagna di vita. E a ‘fanculo tutto il resto! Non si dice così?Etichette: etologia domestica |
postato da la Parda Flora
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11 agosto 2008 |
Rivisto e corretto a ogni manifestazione di buon senso e quel che volete voi. In fondo , io da tempo penso di andarmene, in modo non convenzionale |
Dico solo questo: frequentando con una certa regolarità il Poligono della mia città, so che i vigili urbani sono tenuti, per ottenere e mantenere l’abilitazione all’uso di armi corte, a sparare per allenamento almeno 50 colpi all’anno (i poliziotti veri invece ALMENO 800, quei poliziotti che per garantire la nostra sicurezza, e non parliamo dei Carabinieri, anche più simpatici, se non altro per l'aplomb con il quale reggono da anni barzellette di pessimo giusto, e continuano a crepare, “Fedeli nei secoli!” spesso a poco più di vent’anni, perché sono militari e quindi sempre in servizio, anche se non sono sempre in divisa), mentre invece qualche laido Qualcuno si sta preparando il suo piccolo esercito padano personale per usi vari ed eventuali (?!?); quei poliziotti di Stato i cui organici stanno per essere segati come da promessa elettorale piena di roboanti e razziste false promesse che tutti, a parte i deficienti senza speranza, hanno subito fiutato per false e bugiarde, su ciò così come su tante altre cose, ma contenti voi, pirlotti cari! che i poliziotti siano tagliati per risparmiare, assieme ai toner delle fotocopiatrici e alla carta igienica - c'è chi vocifera addirittura, nel popolo degli italioti [crasi fra italiani idioti: e io ne incontro sempre di più, e li sopporto sempre di meno!] che l'impero Mediaset sia nato proprio così. Non da finanziamenti mafiosi comparsi misteriosamente dal nulla un bel dì, e sui quali la magistratura indaga inutilmente da 40 anni, ma bensì dal micragnoso risparmiare su matite e carta igienica controllate con regolarità serotina dal Cavaliere senza nulla di più lucroso da fare, oibò!... il che in fondo, oltre a ricordarmi tanto i metodi di incentivo-lavoro di Happy Betty in “Vip mio fratello superuomo” - chi ha la mia età o ama Bruno Bozzetto capirà di sicuro - ribadirebbe la ontegenicità innegabile del suddetto impero e quindi del suo imperatore e avrebbe anche un suo certo senso... Oh non cantava Gaber profeta “pro domo sua”:...sì, proprio il marito della Ombretta Colli, dal 2004 Presidente indegna della Provincia di Milano finita inquisita per corruzione per la “Milano-mare: “Mi son fatto tutto da me, mi son fatto tutto di merda!. PROFETICO!
Cioè, in pratica per tornare ai casi nostri, che ormai interessano solo a noi. le lezioni essendo ormai FINITE, i vigili urbani in genere sparano per davvero, e contro un bersaglio di carta fermo immobile che di più non si può, solo 50 colpi l'anno.
Cioè, meno della metà dei colpi che sparo io per allenamento ogni volta che vado in Poligono. E comunque, lì tutti si ricordano il vigile urbano che nell’estrarre la pistola, probabilmente immemore della fondamentale norma che vuole la sicura SEMPRE inserita quando la pistola non sia in mano per essere usata (con un minimo sforzo, assicuro che anche un deficiente con QI di 70 la può disinserire in un secondo netto) si sparò nel piede e dovette essere trasportato al più vicino Pronto Soccorso. Da allora, l’opinione corrente dei frequentatori civili del Poligono è che vigili, poliziotti e guardie giurate abbiano un tunnel apposito per allenarsi così che il cittadino la cui sicurezza è ad essi affidata non possa vedere mai i risultati dell’allenamento sui loro bersagli.
Senza tener conto che proprio il sindaco di un comune limitrofo, all’ultima dimostrazione di armi lunghe della Beretta, si girò disinvolto con il fucile a colpo in canna ad altezza d’uomo, per chiedere all’amico X se avessero poi organizzato quella tal cena. Non scorderò mai i tre ex militari di carriera che assistevano, già stesi sul pavimento (certi riflessi, altro che Pavolv!), e le facce bianche come carta degli addetti della Beretta, che cortesemente, ma fermamente, cercavano (senza grossi risultati, peraltro) di fare capire al geniale primo cittadino perché con le armi in mano non si fanno MAI certe cose.
AVETE VOLUTO DEI DEFICIENTI A RIFORMARE LA SICUREZZA? Eccovi accontentati. A me, personalmente, gli sceriffi in città fanno parecchia paura, ma tanto, quel che conta è l’immagine, mica la sostanza: tagli agli organici addestrati sul serio, e via libera agli aspiranti Chuck Norris! E in fondo, a Chuck Norris è pure apparsa la Madonna...
E UN SOLO POSSIBILE COMMENTO: SI SALVI CHI PUÒ...
(in sottofondo: Barbarians. Proposte più adeguate? Siamo aperti a ogni proposta sensata. )Etichette: pirlate (0vviamente altrui...) |
postato da la Parda Flora
alle 10:39
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