Se in un'Italia nella quale il leader del partito vincitore delle elezioni, non solo non ha mai partecipato in quanto Presidente del Consiglio, alle commemorazioni ufficiali per la liberazione del 25 aprile dalla dittatura fascista, e quest'anno ha pensato bene di festeggiare addirittura ricevendo privatamente Ciarrapico, un fascista dichiarato, pensi che ci si possa ancora indignare e chiedere che giustizia sia fatta, contro falsità e revisionismi ipocriti e criminali (apologia e ricostituzione del partito fascista sono crimini anticostituzionali, anche se pare non se lo ricordi più nessuno, anche di fronte a palesi manifestazioni di colpevolezza), può leggere l'appello di qui sotto, e farci una pensatina.
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Un appello perché la giustizia sulle stragi nazi-fasciste compiute in Italia non si fermi. L'associazione Libertà e Giustizia lo lancia, dalle pagine web del sito, rivolgendosi al Presidente della Repubblica. Per effetto della Finanziaria il tribunale militare di La Spezia chiude i battenti il 31 luglio; tutti i processi in corso saranno trasferiti. C'è il rischio che pagine terribili della storia del nostro Paese, vengano taciute per sempre. Per troppi anni in nome della “Ragion di Stato” migliaia di italiani inermi non hanno avuto giustizia e spesso, hanno vissuto in silenzio, come una sorta di ‘macchia’ da non rivelare, le atrocità subìte. L'appello, presentato nel corso della celebrazione a Milano dei 60 anni della Costituzione, ha tra i primi firmatari, due ex presidenti della corte costituzionale: Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida.
Signor Presidente della Repubblica, l’associazione Libertà e Giustizia, si rivolge a Lei, con un appello che riguarda la chiusura del tribunale militare di La Spezia, prevista per il 31 luglio prossimo, ma che investe un problema molto più ampio e drammatico, quello cioè di un paese, il nostro, che ha prima nascosto e ora potrebbe chiudere del tutto senza giustizia, il capitolo delle stragi nazi-fasciste in Italia. Durante l’occupazione tedesca, la popolazione civile diventò un obiettivo esplicito della repressione, bersaglio di una strategia punitiva e di una violenza quotidiana e capillare; il massacro dei civili non fu, quasi mai, un’azione irrazionale e senza senso ma divenne, come sottolineano gli studiosi di queste stragi, "uno strumento di potere, funzionale alla condotta del conflitto ed alla lotta contro i partigiani, ma anche al controllo totalitario della popolazione civile”. Il ritardo con cui si è arrivati alla ricerca della verità sulle stragi nazi-fasciste, una vera e propria "amnistia per occultamento", è materia di discussione; sull’Armadio della Vergogna (centinaia di istruttorie insabbiate negli scaffali della Procura militare di Roma fino al 1994) poi, si è scritto molto. Dal 2004 ad oggi il Tribunale militare di La Spezia si è pronunciato su otto stragi compiute fra Toscana ed Emilia Romagna, e per altrettante sono ancora in corso le indagini. Il 14 aprile scorso, nell’ambito del processo sulla Strage San Terenzo Monti, frazione del comune di Fivizzano, in provincia di Massa, sono stati rinviati a giudizio dal Pm del tribunale militare di La Spezia Marco de Polis undici ex ufficiali nazisti, con l’accusa di “concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata”. Fra il 19 e il 27 agosto 1944 furono trucidate 350 persone, tra cui donne e bambini, alcuni neonati. L’apertura del processo è stata fissata per il 4 giugno ma è molto probabile che il procedimento non giunga a conclusione. Infatti la finanziaria 2008 prevede la chiusura, per il 31 di luglio, del Tribunale Militare di La Spezia, con il trasferimento degli atti ai tribunali di Verona e Roma. Signor Presidente, l’Associazione Libertà e Giustizia, si rivolge dunque a Lei, affinché sia fatto il possibile per arrivare alla conclusione del processo e alla verità dei fatti. Con il trasferimento degli atti, il procedimento penale rischia di concludersi, quando si concluderà, con l’estinzione. Non possiamo permettere che pagine terribili della storia del nostro Paese, vengano taciute. Per troppi anni in nome della “Ragion di Stato” migliaia di italiani inermi non hanno avuto giustizia e spesso, hanno vissuto in silenzio, come una sorta di ‘macchia’ da non rivelare, le atrocità subìte.
Con gratitudine, Libertà e Giustizia
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