29 marzo 2007 |
Ma insomma, io DICO... |
Se c'è una cosa che la storia insegna davvero con ferocia è che chi guarda indietro, anziché avanti, è destinato a finire in molti brutti guai:lo scoprì, per esempio Bonifacio VIII, che non rendendosi conto che i tempi di Gregorio VII ed Enrico IV erano terminati da un bel po' si pigliò una bella sgrungnata sul muso ad Anagni - seconda la leggenda da Guglielmo di Nogaret - e leggenda o meno, morì molto male, con la bocca piena di maledizioni e anatemi, dopo la prigionia francese, subì dopo la morte la vergogna di un processo ad opera dei Francesi, e contribuì a dare origine a uno dei periodi non proprio fra i più onorevoli e dignitosi per l'istituzione papale. Tutto per non aver capito che i tempi del Sole e della Luna e delle Crociate erano finiti da mo'... Ora, qualcuno vorrebbe cortesemente dire a Monsignor Giuseppe Anfossi e alla CEI che, è pur vero che l'attuale papa s'è scelto Benedetto come nome, ma la bolla Non expedit e il giuramemnto antimodernista sono, grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo! anticaglie sparite, proprio per volere pontificio, da quasi un secolo, e sarebbe francamente meglio lasciarle lì dove stanno?Etichette: comunicazioni di servizio, storia? |
postato da la Parda Flora
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28 marzo 2007 |
Come gli Irlandesi salvarono la civiltà |
Teste calve, dimentiche dei propri peccati,
Vecchie, sapienti, venerande teste calve
Danno alle stampe e annotano i versi
Che giovani, nei loro letti insonni
Rimarono in angoscia d’amore
Per blandire l’orecchio sordo della bellezza.
Fino al giorno del giudizio tossiranno nell’inchiostro,
Consumeranno il tappeto con le loro suole,
Venerati; non avranno amici strani,
Se mai fecero peccato non si sa:
Signore Iddio, che cosa mai direbbero
Il giorno che il loro Catullo passasse di là?
William Butler Yeats Etichette: cose ritrovate |
postato da la Parda Flora
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27 marzo 2007 |
Totus mundus agit histrionem |
IL mondo è tutto un palcoscenico, e uomini e donne, tutti, sono attori; hanno proprie uscite e proprie entrate; nella vita un uomo interpreta più parti, ché gli atti sono le sette età. Primo, il bambino sbava e piange in braccio alla nutrice, poi lo scolaro, piagnucoloso, con la sua cartella e il volto infreddolito dal mattino, che si trascina svogliato, come una lumaca, verso la scuola; e poi l’amante: sospira come una fornace la ballata triste composta per il sopracciglio dell’amata; e poi il soldato, pieno di strampalate imprecazioni, baffuto come un gattopardo, geloso dell’onore, impulsivo e pronto al litigio, sempre alla ricerca, anche nella bocca del cannone, d’una reputazione da quattro soldi; e poi il giudice, pancia rotonda, piena di bei capponi, occhio severo, e rasatura a dovere, saggio acume, pedanteria aggiornata, recita la sua parte; la sesta età ti trasforma in un debole pantalone in ciabatte, le lenti al naso e una borsa al fianco, calzoni d’un tempo ancora conservati, un mondo troppo largo per le sue gambe rinsecchite, e la voce, da maschi, di nuovo ridotta al falsetto infantile: striduli fischi dal suono incrinato; l’ultima scena, infine, a conclusione di questa varia strana storia, è una seconda infanzia, puro oblio, senza denti, occhi, gusto, senza niente.
Jacques “Come A VOI piace” (As You Like It) II.VII William Shakespeare
Se tutto il mondo è un palcoscenico, un più o meno insulso teatrino, VOI, per VOI, che parte scegliete?Etichette: diario, esergo e altre perle ai porci, le vite degli altri |
postato da la Parda Flora
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