20 maggio 2006
E va beh...
...facciamo un po' di Dan Brownismo anche noi.
Così si chiude, sibillinamente, il vangelo gnostico apocrifo di Tomaso, ritrovato a Nag Hammadi nel 1945.
[145] Simone Pietro disse loro: "Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita." Gesù disse: "Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio. Affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi: poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei Cieli".

Et voilà, la Maddalena diventa Giovanni, o forse viceversa... vedete voi la versione che vi aggrada di più, ricordando che questi scritti venivano ritenuti essoterici.
postato da la Parda Flora alle 20:06  

 

19 maggio 2006
Castelli in aria crollano - finalmente
Se n'è parlato tanto, poi la cosa pare essere sparita dalle coscienze dei cittadini e, soprattutto, da quelle dei garanti delle istituzioni.Parlo della grazia a Bompressi, colpevole ma gravemente malato, e del narcisitico, vendicativo braccio di ferro fra (grazie a Dio) l'ex ministro della giustizia Castelli e l'allora Presidente della Repubblica. Riprendo pari pari l'agenzia di stampa relativa al parere emesso dalla Consulta su questa squallida vicenda.

Grazia Bompressi, Consulta: ministro non può fermare procedimento.
La Corte: ''A fronte della determinazione presidenziale favorevole all'atto di clemenza'', la controfirma del Guardasigilli si limita soltanto ad attestare ''la completezza e la regolarità dell'istruttoria a procedimento eseguito''


Roma, 18 mag. (Adnkronos) - Non spettava al ministro della Giustizia imepdire la prosecuzione del procedimento per la grazia ad Ovidio Bompressi da parte del Capo dello Stato. Lo sottolinea la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sentenza con la quale accoglie il ricorso dell'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nei confronti dell' ex Guardasigilli, Roberto Castelli. In sostanza, ribadisce la Corte, ''a fronte della determinazione presidenziale favorevole all'atto di clemenza'', la controfirma del decreto del Ministro della Giustizia, si limita soltanto ad attestare ''la completezza e la regolarità dell'istruttoria a procedimento eseguito''.

Di fronte alla decisione del Capo dello Stato di concedere la grazia ad un condannato, potere concessogli dall'art. 87 della Costituzione, il ministro della Giustizia, sentenzia la Consulta, non ha potere di veto. Anche se le sue valutazioni all'adozione dell'atto di clemenza sono in dissenso. Dettando infatti una disposizione sostanzialmente identica a quella dello Statuto albertino, l'art.87 della Costituzione stabilisce infatti che il Presidente della Repubblica ''può concedere la grazia e commutare le pene'', attribuendo al Capo dello Stato, sottolineano i giudici della Consulta, almeno da un punto di vista storico,''un potere intimamente connesso alla figura del Monarca''. Essendo strumento destinato a soddisfare ''straordinarie esigenze di natura umanitaria'' la grazia, evidenziano i giudici costituzionali, è una potestà istituzionale del Capo dello Stato, quale organo super partes, ''estraneo a quello che viene definito il 'circuito' dell'indirizzo politico-governativo''.

La Consulta, nelle motivazioni della sentenza con la quale accoglie il ricorso dell'ex Capo dello Stato, chiarisce inoltre quale valore abbia esattamente la controfirma del Guardasigilli in un procedimento di grazia. Essa, spiega la Corte, ha ''valore sostanziale quando l'atto di clemenza sottoposto al Presidente della Repubblica ha carattere governativo'', mentre ha valore ''soltanto formale quando e' espressione dei poteri del Capo dello Stato''. Quanto all'esito della procedura istruttoria per la concessione di un atto di clemenza ad un condannato, sono previste alcune varianti. Disporre l'archiviazione: ma se il Capo dello Stato ha sollecitato il compimento dell'attivita' istruttoria, il ministro della Giustizia non ha il potere di impedire la prosecuzione del procedimento. Qualora, invece, sottolinea ancora la Consulta, l'iniziativa sia direttamente presidenziale, il Capo dello Stato può chiedere al ministro l'apertura della procedura di concessione della grazia. In entrambe le ipotesi, un rifiuto da parte del Guardasigilli precluderebbe, sostanzialmente, l'esercizio del potere di grazia, ''con conseguente menomazione -nota la Corte- di una attribuzione che la Costituzione conferisce al Capo dello Stato''.


Con buona pace di tutti i "costituzionalisti della domenica" che m'era toccato sopportare in questo frattempo. La mano della giustizia è lunga, ma prima o poi arriva: questo ho imparato. Se non fosse così, addio patto civile, che è stato il mio terrore di questi ultimi anni.
Scordavo: peccato solo che nessuno farà pagare al signor Castelli il suo arrogante abuso di potere! (nonostante gli riconosc che ama la buona musica, perché io l'ho incontrato al concerto di Capodanno a Vienna, anche se malignamete era seduto un bel po' dietro di me).
Insomma, Roma sarà anche ladrona, ma i suoi cuccioli nel potere li difende ben, anche se legaioli...
postato da la Parda Flora alle 11:57  

 

18 maggio 2006
senza titolo
Davanti a casa mia c’è un’autofficina, gestita da padre e figlio. Fanno anche il servizio di assistenza stradale. Il figlio era sposato con una signora sorridente, che faceva il vigile urbano. Capitava di chiacchierarci al bar, la mia idea era che avesse avuto una infanzia infelice, ma non lo volesse dire, anche se ogni tanto qualche cosa filtrava.
Avevano una bimba di tre anni, e da due mesi era loro nato il secondo figlio.
L’ho vista qualche giorno fa, praticamente: l’ultima volta che sono andata in ospedale per i miei controlli alla gamba.
Oggi ho scoperto che è morta.
E’ entrata in ospedale, uno dei più prestigiosi ospedali di Milano, per dei controlli per un presunto diabete, e non ne è più uscita. Il tutto pare abbia richiesto una settimana.
Eppure, se m’affaccio alla finestra, pare tutto normale, il suo vuoto non si vede. Lo scopriranno la piccola Rachele ed Edoardo. Cos’altro si può dire?
postato da la Parda Flora alle 19:42  

 

17 maggio 2006
Shemmitah della penitenza
Viviamo nella shemmitah della penitenza e del castigo, e la Torah lascia leggere solo ciò che si confà al nostro tempo. Poi verrà un nuovo eone, la shemmitah della misericordia, e leggeranno una nuova Torah perché tutte le sue lettere diverranno visibili.
Tempo ciclico come nella religione indiana: ora è il tempo oscuro, del peccato e della caduta. Ma nel tempo si prepara un nuovo ciclo, che potrà porre riparo al dolore di questo.
L’Altro chiede: qual è il tuo nome? e il lottatore di una notte risponde Ya’acov.
Io lotto da quando sono nata, ma nessuno mi ha mai dato un nome iniziatico, né c’è per me speranza. Posso solo continuare a lottare, o arrendermi, perché questo è ciò che il destino ha scelto per me.La mia è solo la shemmittah del dolore e della disperazione.
(Quelli belli li trovano in fondo ad una stanza
ammucchiati in mezzo ai ragni e agli aghi e al silenzio)
postato da la Parda Flora alle 11:59  

 

16 maggio 2006
Matematica e politica
Allora, Napolitano è alto un metro e ottanta, Berlusconi molto meno (sorvoliamo per pietà, ma il grande puffo avrebbe da raccontarne....), eppure sulla Flaminia apparivano alti uguale. Che oltre ai rialzi nelle scarpe il nano si imbottisca il culo come la Sandra Milo (la "bella culandrona")?
Questa è la mia proposta per la prova scritta di matematica della maturità scientifica.
Si accettano soluzioni al quesito posto.

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postato da la Parda Flora alle 11:06  

 

14 maggio 2006
Svegliata male?
Anche questo Caparezza non è male...


Trovo molto interessante
la mia parte intollerante
che mi rende rivoltante
tutta questa bella gente



meno male che di là le ragazze stanno facendo un tiramisù.
(lo so, lo so, devo prendere la mia kaballah e mettermi a studiare, ma c'è un sole...)
Mi limiterò al regalo di un amico, tratto dal diario di Delacroix:
La mia buona Jenny mi diceva, in mezzo al disordine dei miei disegni ammucchiati, dispersi e spostati, che bisogna dare alle cose il tempo che esse richiedono
Forse è così anche per i miei fogli, i miei quaderni, i miei appunti e i libri pieni di sottolineature... è solo che il tempo, il tempo basterà?

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postato da la Parda Flora alle 14:52  

 

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