19 maggio 2006
Castelli in aria crollano - finalmente
Se n'è parlato tanto, poi la cosa pare essere sparita dalle coscienze dei cittadini e, soprattutto, da quelle dei garanti delle istituzioni.Parlo della grazia a Bompressi, colpevole ma gravemente malato, e del narcisitico, vendicativo braccio di ferro fra (grazie a Dio) l'ex ministro della giustizia Castelli e l'allora Presidente della Repubblica. Riprendo pari pari l'agenzia di stampa relativa al parere emesso dalla Consulta su questa squallida vicenda.

Grazia Bompressi, Consulta: ministro non può fermare procedimento.
La Corte: ''A fronte della determinazione presidenziale favorevole all'atto di clemenza'', la controfirma del Guardasigilli si limita soltanto ad attestare ''la completezza e la regolarità dell'istruttoria a procedimento eseguito''


Roma, 18 mag. (Adnkronos) - Non spettava al ministro della Giustizia imepdire la prosecuzione del procedimento per la grazia ad Ovidio Bompressi da parte del Capo dello Stato. Lo sottolinea la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sentenza con la quale accoglie il ricorso dell'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nei confronti dell' ex Guardasigilli, Roberto Castelli. In sostanza, ribadisce la Corte, ''a fronte della determinazione presidenziale favorevole all'atto di clemenza'', la controfirma del decreto del Ministro della Giustizia, si limita soltanto ad attestare ''la completezza e la regolarità dell'istruttoria a procedimento eseguito''.

Di fronte alla decisione del Capo dello Stato di concedere la grazia ad un condannato, potere concessogli dall'art. 87 della Costituzione, il ministro della Giustizia, sentenzia la Consulta, non ha potere di veto. Anche se le sue valutazioni all'adozione dell'atto di clemenza sono in dissenso. Dettando infatti una disposizione sostanzialmente identica a quella dello Statuto albertino, l'art.87 della Costituzione stabilisce infatti che il Presidente della Repubblica ''può concedere la grazia e commutare le pene'', attribuendo al Capo dello Stato, sottolineano i giudici della Consulta, almeno da un punto di vista storico,''un potere intimamente connesso alla figura del Monarca''. Essendo strumento destinato a soddisfare ''straordinarie esigenze di natura umanitaria'' la grazia, evidenziano i giudici costituzionali, è una potestà istituzionale del Capo dello Stato, quale organo super partes, ''estraneo a quello che viene definito il 'circuito' dell'indirizzo politico-governativo''.

La Consulta, nelle motivazioni della sentenza con la quale accoglie il ricorso dell'ex Capo dello Stato, chiarisce inoltre quale valore abbia esattamente la controfirma del Guardasigilli in un procedimento di grazia. Essa, spiega la Corte, ha ''valore sostanziale quando l'atto di clemenza sottoposto al Presidente della Repubblica ha carattere governativo'', mentre ha valore ''soltanto formale quando e' espressione dei poteri del Capo dello Stato''. Quanto all'esito della procedura istruttoria per la concessione di un atto di clemenza ad un condannato, sono previste alcune varianti. Disporre l'archiviazione: ma se il Capo dello Stato ha sollecitato il compimento dell'attivita' istruttoria, il ministro della Giustizia non ha il potere di impedire la prosecuzione del procedimento. Qualora, invece, sottolinea ancora la Consulta, l'iniziativa sia direttamente presidenziale, il Capo dello Stato può chiedere al ministro l'apertura della procedura di concessione della grazia. In entrambe le ipotesi, un rifiuto da parte del Guardasigilli precluderebbe, sostanzialmente, l'esercizio del potere di grazia, ''con conseguente menomazione -nota la Corte- di una attribuzione che la Costituzione conferisce al Capo dello Stato''.


Con buona pace di tutti i "costituzionalisti della domenica" che m'era toccato sopportare in questo frattempo. La mano della giustizia è lunga, ma prima o poi arriva: questo ho imparato. Se non fosse così, addio patto civile, che è stato il mio terrore di questi ultimi anni.
Scordavo: peccato solo che nessuno farà pagare al signor Castelli il suo arrogante abuso di potere! (nonostante gli riconosc che ama la buona musica, perché io l'ho incontrato al concerto di Capodanno a Vienna, anche se malignamete era seduto un bel po' dietro di me).
Insomma, Roma sarà anche ladrona, ma i suoi cuccioli nel potere li difende ben, anche se legaioli...
postato da la Parda Flora alle 11:57  

 

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