17 maggio 2006 |
Shemmitah della penitenza |
Viviamo nella shemmitah della penitenza e del castigo, e la Torah lascia leggere solo ciò che si confà al nostro tempo. Poi verrà un nuovo eone, la shemmitah della misericordia, e leggeranno una nuova Torah perché tutte le sue lettere diverranno visibili. Tempo ciclico come nella religione indiana: ora è il tempo oscuro, del peccato e della caduta. Ma nel tempo si prepara un nuovo ciclo, che potrà porre riparo al dolore di questo. L’Altro chiede: qual è il tuo nome? e il lottatore di una notte risponde Ya’acov. Io lotto da quando sono nata, ma nessuno mi ha mai dato un nome iniziatico, né c’è per me speranza. Posso solo continuare a lottare, o arrendermi, perché questo è ciò che il destino ha scelto per me.La mia è solo la shemmittah del dolore e della disperazione. (Quelli belli li trovano in fondo ad una stanza ammucchiati in mezzo ai ragni e agli aghi e al silenzio) |
postato da la Parda Flora
alle 11:59
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