22 luglio 2006 |
Non possiamo |
Non possiamo lasciare che ogni cosa ci devasti, ma non possiamo neppure fingere che nulla ci riguardi. |
postato da la Parda Flora
alle 10:33
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21 luglio 2006 |
Hanno rapito il Libano! |
Pubblico la lettera di una cittadina statunitense sposata a un libanese. Per favore leggete, perché non credo vi siano testimonianze migliori di quelle di chi sta vivendo in prima persona la mostruosità di ciò che accade.
16 luglio 2006
Cari familiari e amici,
Ha! Mi sa che sto diventando una giornalista! Innanzitutto siamo ancora al sicuro, ma praticamente nessuno di noi riesce a chiudere occhio. I bombardamenti sono stati continui, giorno e notte senza tregua. Siamo sulle montagne e veniamo continuamente svegliati dal suono delle esplosioni. E non è che dopo aver sentito cadere una bomba ci si riaddormenti. Si può solo immaginare come sia a Beirut. La situazione è estremamente grave.
Vorrei ripetere ancora una volta che abbiamo bisogno del vostro aiuto nel diffondere queste informazioni e farle arrivare alla stampa. Le notizie che ricevete sono distorte. Questa d’Israele è una guerra ben orchestrata. Non si tratta di una reazione al rapimento di due soldati per mano degli Hezbollah. Ogni giorno diventa sempre più chiaro che Israele sta mettendo in atto un piano premeditato.
Israele ha letteralmente rapito l'intera nazione. Stanno distruggendo una per una tutte le strade che conducono fuori dal paese. Proprio stasera, attorno alle 20:00, abbiamo sentito volare sopra le nostre teste degli aerei israeliani, e pochi minuti dopo abbiamo sentito alla radio che avevano distrutto una strada di montagna che conduce alla valle della Bekaa. Questa strada sta più su rispetto a dove viviamo, in un villaggio prevalentemente cristiano.
Nel notiziario precedente avevamo appreso che dei 93 libanesi uccisi solo tre erano soldati. Alle 20:30 c'erano più di 120 morti e 500 feriti.
Ieri hanno bombardato un piccolo porto ad Amchit, un villaggio cristiano a nord di Beirut, a circa un'ora di viaggio dalla città. Perché? Gli israeliani avevano sentito dire che stava arrivando una nave francese che portava scorte di medicinali. Danneggiando il porto hanno impedito che queste scorte cruciali raggiungessero la loro destinazione.
Ieri mia nipote è stata ad un matrimonio. Poveri sposi, potevano forse rimandare le nozze dopo mesi di preparativi? La cerimonia si è svolta non troppo lontano da Jounieh, un importante porto a circa 25 minuti a nord di Beirut e inoltre una piccola città cristiana (decisamente non una roccaforte degli Hezbollah). Si trovavano tutti sulla terrazza quando Israele ha ripetutamente attaccato il porto di Jounieh. Mia nipote ha detto che tutti sono corsi in chiesa e hanno cominciato a pregare. La sposa piangeva. Lo sposo piangeva. Mia nipote è scappata lungo la strada principale mentre non lontano sentiva fischiare le bombe. Che bei ricordi per gli sposini.
Questo pomeriggio gli israeliani hanno decimato un piccolo villaggio cristiano, Ain Ebel, nel sud del Libano. Il sindaco stava chiedendo alle Nazioni Unite di far cessare i bombardamenti per permettere alla città di evacuare donne e bambini e di procurarsi cibo e medicinali. Anche Ain Ebel è lungi dall'essere una base degli Hezbollah.
Nel quartiere meridionale di Beirut gli israeliani hanno tagliato tutte le telecomunicazioni, sia terrestri che mobili.
Hanno appena colpito un'altra volta l'aeroporto, mentre stavo scrivendo questa lettera. Dev'essere la sesta o settima volta, ho perso il conto!
Più di un milione di libanesi, cioè quasi un terzo dell'intera popolazione, ha lasciato le proprie case! Gli alberghi e le abitazioni sulle montagne sono stipate all'inverosimile, e cercano di offrire ospitalità a queste persone che si ritrovano ad essere profughi nel loro stesso paese.
Siete ancora convinti che Israele stia attaccando solo obiettivi dell'Hezbollah? Siete ancora convinti che Israele abbia diritto a difendersi e, se anche così fosse, abbia il diritto di farlo in questo modo?
Neanche durante i 15 anni di guerra erano rimasti contemporaneamente bloccati tutte le strade, tutti i porti e gli aeroporti. Quando mi trovavo in Arabia Saudita potevamo prendere un aereo per Cipro e poi una nave per Jounieh per andare a trovare la famiglia di mio marito. Adesso non c'è nessuna via d'uscita. Israele ha rapito e intrappolato tutto il paese. Ci sono più di 17.000 cittadini francesi, più di 10.000 inglesi, più di 25.000 americani e molti altri stranieri intrappolati qui perché Israele ha fatto saltare in aria tutte le strade principali, i ponti, gli aeroporti e i porti. Queste sono azioni barbare. L'ambasciatore britannico ha fatto una dichiarazione alla televisione dicendo ai suoi connazionali che le strade non sono abbastanza sicure da permettere l'evacuazione, e quindi di restare a casa. Che rassicurante! Si sente parlare di evacuazioni, ma ci chiediamo tutti come si possa uscire dal Libano quando le strade, i ponti e i porti sono stati danneggiati così gravemente.
E per chiudere, una breve storia. Una notizia che, ne sono certa, non ha avuto risalto sulla stampa americana: il 21 giugno 2006, circa tre settimane fa, il Daily Star, il quotidiano locale in inglese, ha pubblicato un articolo che spiegava come il Libano si aspettasse il totale appoggio del Consiglio di Sicurezza dell'Onu a proposito di una protesta presentata dal governo libanese. I libanesi si sono attenuti al protocollo internazionale. Che cosa avevano scoperto? Il Mossad, il servizio segreto israeliano (come la CIA per gli americani), ha una rete in Libano e ha assassinato almeno tre cittadini libanesi che secondo gli israeliani erano dei "terroristi".
Vi chiedo: Cos'è peggio? Gli Hezbollah che rapiscono due soldati israeliani o gli agenti israeliani che entrano nel territorio del Libano per assassinare i suoi cittadini? È come se una cellula dei servizi segreti nordcoreani si mettesse ad uccidere cittadini americani sul suolo degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti se ne starebbero con le mani in mano? È una vergogna. E invece Israele distrugge il Libano impunemente e nessuno presta attenzione a queste violazioni. E che diritto di difendersi ha, il Libano? Se facesse quello che Israele sta facendo ora, sarebbe etichettato come "terrorista".
Vi prego ancora una volta di diffondere queste notizie. Israele sta distruggendo il Libano mentre gli Stati Uniti nascondono la testa sotto la sabbia! Queste atrocità devono finire!
Sono le 22.10. Cadono le bombe. Abbiamo davanti un'altra notte insonne.
Rosie AKL
Originale ed altre lettere su: http://www.imemc.org/index.php?option=com_content&task=view&id=20148&Itemid=153
Tradotto dall'inglese in italiano da Mirumir e revisionato da Mary Rizzo, membri di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica (www.tlaxcala.es). Questa traduzione è in Copyleft: è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne l'autore e la fonte. |
postato da la Parda Flora
alle 10:54
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20 luglio 2006 |
Il Gorilla |
Milano non piace quasi a nessuno di quelli che ci vivono. Non amano il ritmo che li spinge sempre di corsa. Hanno problemi di stomaco per i panini e piattini di verdura. Non sopportano la puzza di piscio dei sottopassaggi, l'odore del vomito dei tossici, il lastricato di preservativi nelle viuzze, la moquettte di cacche di cane. Sognano il verde e trovano solo qualche albero morente e i parchi strapieni di polizia pronta a dirti che non sta bene sedersi sulla poca erba a farsi i cavoli tuoi. Sono disorientati dalla mancanza di punti di ritrovo, dalle poche piazze senza panchine, dagli stili architettonici accrocchiati, dalle case a forma di cubo, di anans, di pigna, finto rococò e finto gotico. Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti. Per questo la amo.
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postato da la Parda Flora
alle 21:16
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L'acchiappasogni |
La casa è vuota; nonostante il caldo, ho i brividi. .In queste notti faccio lunghi sogni movimentati, intrisi di dolore e di ineluttabilità: mura invalicabili, passanti distratti, le mie corde vocali afone. Sono invisibile, per tutti, ed è bene che sia così. Chi vuole una vecchia scarpa rotta che emerge dalle macerie? cerco la mia strada, ma nessuno mi risponde, nessuno mi vede. E il dolore si espande sino a svegliarmi, e non riconosco, come Proust, la stanza nella quale dormo, non riconosco la figura che mi sta accanto, vedo solo nel buio occhi che mi fissano, con golosità, e prego: andate via, andate via e lasciatemi in pace, non ricominciate... E’ entrare nel paese dei sogni cattivi, i sogni che ti ricordano che morirai: griderai, ma nessuno udrà; piangerai, ma non ci saranno lacrime e piano piano il tuo corpo ribollirà di necrofagi e di quello che eri non resterà più nulla. A Canne, nel piccolo cimitero cristiano medievale prospiciente la piana della famosa battaglia, fra fichi d’india alti come alberi, scarno e abbandonato, cani magri si contendevano le ossa dei morti, ormai sbiancate come rami sulla riva salsa del mare. Così finiremo noi, pasto per cani? le tibie tarlate dal tempo e nessuna pietà per ciò che credevamo di essere stati? Insomma, non c’è pace nemmeno nella morte? |
postato da la Parda Flora
alle 11:32
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18 luglio 2006 |
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Saharm-al-Sheik, a 29 euro: chi indovina perché vince un soggiorno premio (ed una eventuale piramidina funebre) :-) |
postato da la Parda Flora
alle 17:29
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I'Omm de la Tempesta |
Dopo 3 settimane di reclusione, esco per ritirare analisi. Il calore del sole sulla pelle, prima di essere un fastidio, è una sorpresa: ormai vivo l’estate solo attraverso le pubblicità. Donne discinte e perfette, che fanno bella mostra del loro corpo e della loro gioventù. Io mi guardo allo specchio e conto i capelli bianchi, osservo impietosa il mio volto e il mio corpo stravolto da anni di medicine, cortisone compreso. Un amico per scherzo mi chiama meneghina, ma - buffo -anche se sono nata lontano da qui, in realtà sarei una laghée... poi mio nonno s’innamorò e non tornò più a casa; non tornò per davvero, perché morì sotto i bombardamenti. Una figlia orgogliosamente comunista venne a Milano, e partecipò alle lotte operaie. L’Eugenia era piccola e rotondetta, con un neo baffuto che fremeva...me la ricordo io bambina: mi era simpatica, ma mi faceva anche un po’ paura. Era quella Milano ricca di macerie che fece nascere il monte Stella e quella che i milanesi oggi chiamano la piazzetta di Armani: quello slargo verde fra via dell’Orso, via Broletto e via Ponte Vetero, che altro non è che un vuoto lasciato da una casa bombardata e mai più ricostruita. In macchina ascoltavo Davide van der Sfros, e quella sua pianta senza vaso e senza radici mi ha tanto ricordato me: quando mi sono fermata (credevo di averlo fatto, perlomeno, come una necessità vitale), ero ormai troppo vecchia per mettere radici profonde, e così è bastato un maestrale per farmi rotolare via, con dolore e sollievo. Della vita vera mi mancano soprattutto due cose: lo squash (e annessa sala pesi di preparazione) e il tiro a segno con la pistola. Probabilmente c’è tanta rabbia in me che urla per uscire, e io ho sempre amato gli sport che ti mettono in competizione con te stesso. Al free climbing ho dovuto rinunciare per le vertigini e per l’infortunio che ebbi al braccio destro e mi lascio parzialmente invalida. Ma lo squash è una pacchia: il nostro, non quello all’americana con racchettone e palline enormi - mi scioglieva la tensione alla schiena, della quale soffro da bambina, meglio di una seduta dal fisioterapista. Ora la racchetta è appesa al muro: aspetta, e io con lei. A volte mi chiedo: cosa sarà di me? ma non ho risposte,... Ricordo quest’inverno. Dopo mesi d’inerzia, finalmente ero riuscita a dedicare un po’ di tempo allo squash. I primi cinque minuti erano stati bestiali e interminabili, poi piano piano il fiato si è fatto meno corto, qualche automatismo si è risvegliato, la maledetta pallina aveva iniziato a fare anche quello che volevo io.(le palline da squash contengono acqua, man mano che giochi si riscalda, evapora e diventano più veloci e reattive) Nella mia palestra il mattino praticamente nessuno usa i campi da squash - e così mi piace: allenarmi contro il muro, giocare contro me stessa. Lo squash è una spietata metafora della vita, trovo: è un gioco nato in galera e il campo nel quale si gioca non è altro che il cortile della prigione nel quale trascorrere l’ora d’aria. C’è una scena in un onesto film di Steve Buscemi - Animal factory - nella quale si può intuire questo meccanismo liberatorio del lanciare con forza una palla contro il muro, dal momento che non si può, o non si ha il coraggio di sbatterci la propria testa fino a liberarsi, in un modo o nell’altro. Non necessariamente è disperazione - io credo piuttosto sia rabbia. La rabbia ribollente ed esplosiva dell’impotenza, dell’attesa, dell’immobilità, dell’inazione, della dissipazione del tempo: il nostro, l’unico concessoci. Marguerite Yourcenar, che era pur sempre un’aristocratica e quindi una privilegiata, fa dire al suo Zenone “chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?” e questa idea del Giro della Prigione le piacque così tanto da pensare di costruirci un libro che raccogliesse le sue algide e lucidissime impressioni di viaggiatrice attorno al mondo. E’il suo ultimo libro, forse non a caso rimasto incompiuto, dato che neppure a lei fu concesso di completare quell’ambizioso periplo, lusso riservato a pochi. La maggior parte di noi, invece, deve accontentarsi di lanciare una pallina contro il muro, cercando di non superare la linea di fuori campo.
L'Omm de la Tempesta Quaand l'è rüvaa nel porto de Marsiglia l'ha cambiaa el maar cun't una tazza de Pernod el s'è impiastraa de pagüüra e meraviglia tütt quell che gh'era ghe l'era in del paltò Oecc de fiöö in una fàcia de acqua dulza un baretèn per fà parè de vèss francees la schèna larga cumè I'unda che se svòlza e che la sbàtt cuntra i ricordi e'l sò paees Ammò una volta in giir a nàula sura un puunt una furmiga che la rampèga sura èl mappamuund ammò una volta a scapà da la sua umbrìa per setàss giò e ciciarà cun quela futugrafia E i g'hann daa ceentmìla nomm ma l'ünich che ghe resta forsi l'è propi quest che... E forsi basta mea fà una guèra tajà cun't una forbis tütt el maar quaand seet a cà gh'è quaicòss che te sutèra e suta el tècc gh'è mea la Stèla Pulaar E podet beev mìla tazz de camamèla sarà i pensee ne la butèglia del vènn biaanch a la tempesta basta mea una scudèla perchè l'inchiostro de ogni viagg l'è nel to'saangh Ammò una volta senza strada ne valiis cumè una pianta che la ne va senza i radiis ammò una volta senza spècc retruvisuur i ricordi adree de cursa, ma lüü chè curr pussèe de luur E i g'hann daa ceentmìla nomm ma l'ünich che ghe resta forsi l'è propi quest che... l'Omm de la Tempesta E quèla zinghera setàda in sö la giustra l'era un demoni o un angel senza i a al löö l'ha verdüü la sua man 'me 'na finestra lee l'ha lengiüüda e l'ha vedüü quel tempuraal "Nareet in giir, o furestee, per tütt el muund, ma anca el muund de una quaj paart el finirà, una tempesta l'è difficil de na' a scuund resta con me e la tempesta cesserà..." L'è pussèe facil girà el muund ciapà pesciaad de la mia umbrìa che restà che insèma de te e brüsà questa futugrafia, perchè i m'hann daa ceentlnila nomm ma I'ünich che me resta forsi l'è propi quest che: I'Omm de la Tempesta
lascerò un po' di spazio per i commenti, poi li chiuderò, come ho fatto finora. |
postato da la Parda Flora
alle 16:49
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17 luglio 2006 |
Gaugain |
la verità è che non ne posso più di guerra, di appunti, di libri aperti e sparsi su qualsiasi superficie orizzontale del mio ipogeo. Forse non ne posso più neanche di questo blog, avvelenato da cattiverie altrui, così che vorrei cancellare Gaugain che spezza Jacob a metà,e nascondere il mio vero àvatar: quale rivelazione può ancora riservarmi l'angelo, se non che gli esseri umani sono spregevoli? E in questa consapevolezza si consuma la solitudine. E la consapevolezza della fiducia e dell'amicizia tradite. Non so fare di meglio, se non chiedermi: che ci faccio qui? Vorrei lanciare un maledizione al grandissimo figlio di troia che so io, ma è meglio apettare l'esito del tribunale, quando finirà in galera. Io però intanto gli sputo in faccia, cosa che vorrei fare da due anni, con la soddisfzione che so ancora giudicare le persone, anche se gli altri mi hanno creduto troppo tardi! Per me, gran ladro e truffatore, potresti anche crepare, una volta reso quello che mi hai fregato - che non è per nulla poco... (so di essere criptica, ma in questo momento non posso che sfogarmi così) |
postato da la Parda Flora
alle 12:41
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16 luglio 2006 |
Cara (mamma) ti amo |
In questi giorni mi è successo di parlare con più persone e in vari modi dell’argomento - madri. Poi, mentre cambiavo la lettiera al gatto (ignoro se l’associazione mentale sia significativa o meno) ho pensato a una tipica conversazione con lei... Per esempio:
Perché non mi hai avvisato che saresti venuta, così preparavo il pranzo anche per te? OK. Mamma, allora vengo. Perché me lo dici prima, che così sto in pensiero tutto il tempo per paura che tu faccia un incidente?
Allora mi sono resa conto che, con il dovuto adattamento di situazioni e personaggi, esisteva in natura una magnifica sinossi del pensiero filosofico di mia madre. Eccola.
Lui : Eravamo fidanzati, poooooi, tu mi hai lasciato, senza addurre motivazioni plausibili... Lei: Noo...o....oooh..on è vero, tu non capisci l'universo femminile, la mia spiccata sensibilità, si contrappone al tuo gretto materialismo maschilista... ...ciononostante... Lui: Cara ti amo. Lei: Mi sento confusa. Lui: Cara ti amo ! Lei: Devo stare un po' da sola. Lui: Cara ti amo ! Lei: Esco appena da una storia di tre anni con un tipo. Lui: Cara ti amo ! Lei: Non mi voglio sentire legata. Lui: Cara ti amooooo ! (musichetta...)(il momento dello humor ci vuole) Lui: Rimani in casa. Lei: Voglio essere libera. Lui: Esci pure con chi ti pare. Lei: Non ti interessi mai di quello che faccio Lui: Vorrei palparti le tette. Lei: Porco ! Lui: Mai ti toccherei neanche con un fiore. Lei: Finocchio ! Lui: Mi drogo, bestemmio, picchio i bambini e non ti cago. Lei: Ti amo ! Lui: Mi faccio il culo quattordici ore di seguito per mantenerti e ti cago. Lei: Ti lascio per un tossicomane che non fa un cazzo tutto il giorno, che bestemmia e picchia i bambini. Lui: Mi metto il goldone... Lei: Ho un desiderio di maternità. Lui: Ho un desiderio di paternità. Lei: Mettiti il goldone. Lui: Cara ti amo. Lei: Mi sento confusa. Lui: Cara ti amo ! Lei: Devo stare un po' da sola. Lui: Cara ti amo ! Lei: Esco da una storia di tre anni con un tipo. Lui: Cara ti amo ! Lei: Non mi voglio sentire legata. Lui: Cara ti amooooo ! (...giovani comici...) lui: Rimango in casa. Lei: Mi opprimi. Lui: Esco. Lei: Questa casa non é un albergo. Lui: Ti passo un cubetto di ghiaccio intinto nel Cointreau sulla pancia dopo di che ti scopo bendata. Lei: Non sono una troia. Lui: Allora in posizione canonica io sopra tu sotto? Lei: Che palle ! Lui: Disse la vacca al mulo... Lei: Oggi ti puzza il culo ! Lui: Disse il mulo alla vacca... Lei: Ho appena fatto la cacca... Lui: Cara ti amo. Lei: Mi sento confusa. Lui: Cara ti amo ! Lei: Devo stare un po' da sola. Lui: Cara ti amo ! Lei: Brrr.. esco da una storia di tre anni con un tipo. Lui: Cara ti amo ! Lei: Non mi voglio sentirmi legata. Lui: Cara ti amooooo! (...harg harg harg...) Lui: Ed ora uniamo i nostri corpi nell'estasi suprema che é propria dell'idillio dell'amore. Lei: No, perché quando avevo 13 anni mio cugino me l ' ha fatto vedere e da allora sono traumatizzata però possiamo restare abbracciati tutta la notte senza fare niente, sarà bellissimo lo stesso... Lui:(te lo tronco nel culo) Lei:(dai sii serio) Lui: Usciresti con me domani sera. Lei: Sono stanca forse ho già un altro impegno. lui: Beh, poco male così vedo i miei amici. Lei: Sono libera. Lui: Mettiamola sul sesso. Lei: Ho bisogno d'affetto. Lui: Mettiamola sull'affetto. Lei: Chiaviamo. Lui: Io sono come sono. Lei: Cerca di cambiare. Lui: Sono cambiato. Lei: Non sei più quello di una volta. Lui: Tu mi appartieni. Lei: L' utero é mio ! Lui: Eccoti i soldi per la pelliccia. Lei: Eccoti l ' utero ! Evviva l ' amoreeeee !!!
(è chiaro il concetto?)
(ovviamente: Elio, che divideva le sue prime serate alternandosi con F.(mon amour) al Magic Music Meeting di zona Vercelli a Milano. Qualche volta giocavano insieme anche a basket: tempi mitici.F. scrisse persino una canzone per Greg e Lillo, e suonò coi Dik Dik, e Ivan Graziani al grande concerto di Roma per la festa dell'Unità, e in sala d'incisione con James Cockburn, Vecchioni e altri - ma ora fa la persona seria,e al massimo si cimenterebbe con un contrabbasso) :-( Piccola curiosità: nella band di Elio sono tutti diplomati al conservatorio.E Rocco Tanica è il miglior arrangiatore, al momento, del povero De André.
Lascio per un po' i commenti aperti, caso mai, qualcuno avesse problemi simili con la sua mammma... così, tanto per consolarmi... >:) |
postato da la Parda Flora
alle 11:50
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Hallelujah |
Cosa mi resta, mio Dio, cosa mi resta? Sono solo spazzatura, quella che domani gli spazzini raccoglieranno dal bordo della strada, e getteranno via. Non so cantare, non so nulla, e il mio destino è spegnarmi al bordo di una strada.
Now, I've heard there was a secret chord That David played and it pleased the Lord But you don't really care for music, do you? It goes like this: the fourth, the fifth The minor fall, the major lift The baffled king composing Hallelujah
Ora, ho saputo dell'esistenza di una melodia segreta che Davide suonava e compiaceva il Signore ma tu non ti interessi veramente di musica, non è vero? Funziona così: la quarta, la quinta la minore, aumentata, la maggiore diminuita. Il re turbato compose un Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelujah Hallelujah Your faith was strong but you needed proof You saw her bathing on the roof Her beauty and the moonlight overthrew you And she tied you to a kitchen chair She broke your throne and she cut your hair And from your lips she drew the Hallelujah
La tua fede era forte ma avevi bisogno di una prova avevi visto lei mentre faceva il bagno sulla terrazza la sua bellezza e la luce della luna ti avevano sconvolto e lei ti ha legato ad una sedia della cucina ha infranto il tuo trono ed ha tagliato i tuoi capelli e dalle tue labbra ha tirato fuori l'Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah You say I took the name in vain I don't even know the name But if I did, well really, what's it to you? There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Tu dici che ho preso il nome invano io neanche lo conosco il mio nome ma se anche (lo conoscessi), cosa cambierebbe per te? C'è una vampata di luce in ogni parola non importa quale hai ascoltato l'inno sacro o quello spezzato Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah I did my best, it wasn't much I couldn't feel, so I tried to touch I've told the truth, I didn't come to fool you And even though It all went wrong I'll stand before the Lord of Song With nothing on my tongue but Hallelujah
Ho fatto del mio meglio, non era molto non potevo sentire, così ho tentato di toccare (con mano) ho detto la verità, non volevo ingannarti e se nonostante questo tutto andasse male arriverò davanti al Signore della Musica con nient'altro nella mia voce che (questo) Hallelujah (e tanto sangue versato invano per la mia vigliaccheria)
Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah Hallelujah |
postato da la Parda Flora
alle 10:56
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