15 luglio 2006 |
Common law |
C'è un aneddoto, sulla common law anglosassone, che in questi giorni nei quali ciò che avviene in Medio Oriente mi tocca molto, mi è tornato in mente. Ci sono due vicini di casa, in lotta da anni per motivi che, anche solo la lungaggine della disputa, ha ormai reso futili. Finalmente si decidono a recarsi di fronte ad un giudice e gli presentano le proprie ragioni, con astio e acrimonia. Il giudice li sta a sentire, celando la propria crescente noia e impazienza. Al momento della sentenza, la sua posizione è: "Che la peste colga entrambe le vostre case, per la vostra litigiosità e tutto il tempo che mi avete fatto perdere. E non sognatevi più di farvi vedere da me, altrimenti..." |
postato da la Parda Flora
alle 14:28
|
|
|
14 luglio 2006 |
I can't believe the news today! |
COSA giustifica il veto USA alle risoluzioni dell'ONU? L'uso della forza da parte di Israele è spropositato; isolare Hamas è stato un errore; il peso della comunità ebrea americana sull'amministrazione Bush è una realtà. Cos'altro pensare, con buona pace dell'orgoglio israeliano? Per fare la guerra, come per fare la pace, bisogna sempre essere in due: forse che l'eccessiva astrazione di Dio, che porta al prevalere della legge, conduce anche a considerare la vita umana un optional di scarso valore, soprattutto quando non è la propria? soprattutto quando è quella dei civili? sono i famosi "effetti collaterali"? Sono sdegnata, disgustata e sconvolta e per la prima volta nella mia vita ho immaginato solo una grande maledizione biblica su tutti questi "cugini" così capaci solo di litigare e dilaniarsi a vicenda e distruggere...
(e anche su chi ci marcia sopra per i propri sporchi interessi) |
postato da la Parda Flora
alle 09:55
|
|
|
13 luglio 2006 |
La legge |
Un pagano andò da un famoso rabbino del secolo I dopo Cristo e gli chiese quali fossero i motivi delle norme relative alla vacca rossa, uno dei più oscuri rituali della Torah. Il rabbino gli diede una risposta a caso, chiaramente evasiva. Quando il pagano se ne fu andato, gli allievi del rabbino gli chiesero: Lo hai liquidato con un fuscello, ma a noi cosa puoi dire? Allora il rabbino si limitò a dire: "hok hakàkti, gezeràh gazàrti" e cioè: Dio dice - Ho istituito una legge, ho emanato una disposizione.
Il grande rischio del monoteismo è di ridurre Dio ad un'entità puramente formale e astratta. |
postato da la Parda Flora
alle 12:16
|
|
|
11 luglio 2006 |
... |
Addio, Syd...
"È tremendamente gentile da parte vostra pensare a me, qui e sono quasi in dovere verso di voi per aver chiarito che in realtà non sono qui e non ho mai immaginato che la Luna potesse essere tanto grande e non ho mai immaginato che la Luna potesse essere tanto blu e vi sono grato per aver buttato via le mie vecchie cose e per avermi invece portato qui vestito di rosso E mi chiedo chi potrebbe scrivere questa canzone non mi interessa se il sole non brilla non mi interessa non ho più nulla di mio non mi interessa se sono nervoso con voi: amerò in Inverno E il mare non è verde e io amo la regina e, esattamente, che cos’è un sogno? e, esattamente, che cos’è uno scherzo?"
Syd Barret |
postato da la Parda Flora
alle 10:51
|
|
|
10 luglio 2006 |
|
Mi siedo su di una sedia al bordo del grande spazio per danzare, e mio malgrado ascolterò le brevi frasi che i miei ospiti si scambiano fra loro. In giardino è fiorita la passiflora e il grande albero di magnolia, e non vorrei ascoltare, vorrei solo perdermi nel profumo della veranda fiorita, ma non si può. So che le mie ragazze, mentre si preparano prima che il locale apra, scambiandosi rossetto e cipria, con le palpebre scure come velluto, parlano dei clienti e delle loro strane idee, delle conversazioni sciatte e bislacche che devono sostenere con un sorriso... Quanto preferirebbero il silenzio! Se non vendono il corpo, tutte vendono perlomeno il proprio tempo, e con un sorriso raggelato sulle labbra ascoltano quello che il cliente dice. C’è chi sta zitto, chi vuol apparire intelligente a tutti i costi, e allora va pescando frasi oscure senza sapere che poi sarà oggetto di scherno. Parlano di cielo e stelle, di anime perdute, di casualità e di causalità, di coltelli e di football... le puttane ridono, sguaiate, perché sanno che quale sia il cliente che le accompagnerà al piano di sopra ben presto scorderà la sua domanda, perduto in altri misteri, perché questo non è un salotto, e neppure un club, e loro fingono una fragilità che non hanno, perché in realtà sono più intelligenti e forti della media degli uomini che entrano da me. Se ne stanno, bellissime e indolenti, ad aspettare di essere invitate a ballare un tango-hesitation: fingeranno che sia il compagno a guidare, perché sono pagate per dargli questa illusione, che nell’eterna lotta fra il maschio e la femmina, sia il maschio a vincere. E invece nessuno vince, nessuno perde. E quando il sole tramonta io rientro nel mio locale, salgo le scale e mi chiedo dov’è finita la mia vita, fra sudore e profumi da quattro soldi. Potrei andare da Rabbi Manoello a parlare di kabbalah, ma sono troppo stanca: lascio Gisela al grammofono e salgo ad ascoltare in lontananza il brusio del salone. Non sempre si è capaci di vivere, o sopportare la vita degli altri. |
postato da la Parda Flora
alle 14:13
|
|
|
|
|