27 aprile 2009
A' Ale!
Cogliere una buona occasione per stare zitta e non sparare cazzate (http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/berlusconi-25-aprile/ferita-aperta/ferita-aperta.html) mai, eh...
A parte che dopo vent'anni di dittatura, il suo discutibile nonno, che a lei signora Mussolini piacerà anche per motivi di legami di sangue, ma che mi pare il meno indicato come esempio da usare per strillare al macello, oggi lei cita l'orrore di Piazzale Loreto. Mi pare cosa, come dire, così smaccatamente ...politicamente scorretta, da stupirmi per tanta improntitudine. Ingenua io, lei dirà... eppure l'avrà studiata a scuola anche lei, che tanto ha da dire su quegli anni, questa poesia di Montale (e le assicuro, nessuno inventava nulla, si limitava a guardare i fatti, anche se allora lei ancora non c'era a istruirci sul senso della bassa macelleria)!

E come potevamo noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

Quell'"urlo nero" è diventato per migliaia di studenti, l'esempio di sinestesia per antonomasia; mi perdoni la puntigliosità retorica, ma di retorica da strapazzo ne fate tanta, lei e i suoi disgustosi nostalgici di regime, che un po' me la sono concessa anch'io.

Comunque, credo che ormai sia chiaro anche ai sassi, purché in buona fede, cosa che di certo lei non è, che nonostante qualche dubbio sul buon gusto del gesto espresso già all'epoca da alcuni partigiani, lo solo scopo per esporre pubblicamente i cadaveri dei fuggitivi e decisamente impopolari Mussolini e Petacci, così che la loro morte non fosse opinabile, fu quello di far sì che non ci si potessero poi costruire rischiose "mitologie" di resurrezione, come invece accadde con Hitler. E infatti Hitler diede ordini appositi affinché il suo corpo, con l'incendio del famoso bunker, non venisse mai trovato, e noi siamo andati avanti anni ad avere periodici avvistamenti dello sgradevole imbianchino in tutto il Sudamerica. Oggettivamente poco carino.
Sa, credo che anche suo nonno coi suoi squadristi sapesse - quando calpestava le più elementari libertà civili, torturava e ammazzava - che non solo la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma non lo è neppure la dittatura.
Del resto, chi semina vento raccoglie sempre tempesta, prima o poi; sarebbe davvero molto più dignitoso ed elegante se se ne facesse una buona volta una ragione e la piantasse periodicamente di strillare come una pescivendola dei mercati generali (senza offesa per i pescivendoli).

Vorrei ricordarle qui una famosa frase di Vittorio Foa, che riassume lo spirito di quello che lei, e i suoi accoliti, vorreste far dimenticare con questi discorsi sulle equidistanze, la legge su Salò e altri trucchetti da imbonitori di piazza, quali siete per altro sempre stati (è la piazza, ahimé, che è stata spesso così scema da credervi e vi ha dato un potere che non meritavate né allora né oggi), e non parliamo ovviamente di vittorie elettorali, PdL o PD, ovviamente, ma di quella vittoria che con il 25 aprile portò alla liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista.
A un parlamentare neo fascista, Foa disse:
"Vede la differenza fra noi?
Abbiamo vinto noi, e lei oggi siede in Parlamento ed è libero di parlare (innegabile; come del resto lei, signora, è potuta arrivare dov'è); se aveste vinto voi, io, ora, sarei in galera."


Faccia una bella cosa: appenda anche lei il suo starnazzante megafono a qualche salice o albero che ritenesse adatto alla sua ideologia, e lasci che sia la storia, e non l'arroganza di chi, sia pur vinto, non ci si sa ancora rassegnare, ad occuparsi di quei fatti che ormai al giudizio della storia e non più a quello della memoria (soggettiva, personale) appartengono. Si occupi d'altro, più utile.
Credo che in molti le saremmo grati, compreso il suo apparato cardiovascolare così strapazzato.

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postato da la Parda Flora alle 13:08  

 

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