12 aprile 2008
Niente scemate: domani si vota
Non farti prendere per i fondelli da chi sostiene il partito del non voto: non votare è una stronzata, perciò domani alza le chiappe e va a fare il tuo dovere di cittadino responsabile. Se poi, mentre sei in cabina, di fronte alla scheda, ti prende un vero conato di disgusto per tutte le arroganti stronzate che sono state dette in campagna elettorale, protesta per davvero, ma togliendo il voto a chi non lo merita. Usa la testa!
Io la mia idea ce l'ho - spero abbia anche tu le idee chiare.
Per il bene mio e tuo e della democrazia italiana.


VOTA, SI PUO' FARE (damni ancora, per il futuro chissà...), VOTA!

Etichette: , ,

postato da la Parda Flora alle 07:14  

 

11 aprile 2008
Rivedasi la mia modesta proposta
"Per una volta vale la pena di considerare piuttosto il suo punto di vista. Da lunedì sera, se si inverano i sondaggi, Berlusconi potrà contare su una maggioranza solida alla Camera e assai incerta, forse addirittura inesistente, al Senato"

La Repubblica, 11 aprile 2008

A parte la esilarante ennesima gaffe del Cavaliere inesistente, che scorda che a Roma il suo popolo non è milanista, non gliene potrebbe fregare di meno, anzi! della probabile acquisizione rossonera di Ronaldinho, e ha una certa qual adorazione nei confronti di Totti, che vale da sola la lettura del citato articolo, qualcuno se lo ricorda che io avevo subito detto, all'indomani della crisi di governo, articolo 88 della Costituzione alla mano, che Napolitano, prima di gettare la spugna, avrebbe dovuto sciogliere il solo Senato,e indire nuove votazioni solo per quel ramo del Parlamento?
Tanto che mi sono stupita, fra tante menti ben più competenti della mia, del perché l'idea non avesse sfiorato nessuno "in alto loco".
Fosse stata sfruttata questa possibilità prevista dalla Costituzione, e vista la indiscussa solidità della passata legislatura alla Camera, chissà di cosa staremmo parlando oggi.

Ah, se le previsioni si dovessero avverare, potrò gustare la sempre discutibile e amara soddisfazione del: "L'avevo detto, io".

Etichette: , ,

postato da la Parda Flora alle 09:08  

 

10 aprile 2008
Il mio blog non vota Berlusconi
La generazione che ha vissuto la propria prima giovinezza negli anni Ottanta, sotto il segno di Craxi - ascendente Goldrake - ha visto lo sfacelo di una classe politica senescente e vetusta, apparentemente spazzata via dal pool di Mani Pulite. Ancora ricorda le monetine lanciate su Craxi ed il filo di bava che pendeva dalla bocca tremante di Forlani durante gli interrogatori. Svezzata con tali orrori, era quasi naturale che sconfinasse nel più ovvio qualunquismo. Fortunamente, ma solo per il fatto di aver fatto rinascere in molti un attaccamento alla Cosa Pubblica sempre più vilipesa, è sceso in campo il Piazzista della Libertà che, volenti o nolenti, ha forgiato la Nuova Italia [come dimostrava Nanni Moretti ne Il caimano].

La classe operaia, sempre più disperatamente ancorata all'aspirazione verso uno status "borghese", va a braccetto con le sciure impellicciate che distribuiscono tartine canticchiando "Silvio, Santo Subito…". I giovani sono attratti dai manganelli della Destra più reazionaria e dalle pistole ad acqua che Bossi cerca di svendere dal suo gerontocomio. Ora, amici, ci troviamo ad un bivio: qui non è più questione di "destra" e "sinistra". E' divenuto fondamentale impedire che l'anomalia Berlusconi governi nuovamente l'Italia, tenendo sotto il giogo Fini e imboccando Bossi all'ora del brodino. E' il Piazzista delle Libertà che ci ha portati non più a votare per un ideale, ma solo a scagliarci l'un contro l'altro armati. Tolta questa piaga dal Paese, forse, rimboccandoci TUTTI le maniche, potremo vedere di far qualcosa per questa Italia, sempre più simile all'Argentina. Giusto con qualche Reality Show in più.

Per queste ragioni, e per altro ancora, il mio Blog non vota per Berlusconi

Conte Nebbia

per chi vuole prendere anche il bannerino, può andare qui

Etichette: , ,

postato da la Parda Flora alle 19:29  

 

L’età delle tenebre
Di cose allarmanti, per non dire deliranti, in queste giorni, ne sono state dette sin troppe: un invito a mezza voce alle dimissioni di Napolitano, perché comunista e quindi chiaramente di parte nel suo ruolo di più alta carica dello Stato e garanzia della legalità e della Repubblica; accuse di brogli a venire agli avversari, tanto per mettere le mani avanti se i sondaggi si rivelassero, come sono, una scienza tutt'altro che esatta; rifiuto come inaccettabile della proposta di Veltroni di sottoscrivere senza ambiguità la fedeltà almeno ai più elementari principi costituzionali e repubblicani - dopo l’ennesima chiamata alle armi di un alleato che sputa sul tricolore e persino per il Cavaliere inesistente è, con un sorrisino denigratorio, di salute (mentale?) troppo vacillante per ricoprire cariche nel nuovo governo, o nuova era, va tu a capire cosa passa davvero per quella testa: magari riformerà il calendario come Napoleone; di certo cercherà, se gli sarà possibile, di continuare a farlo con il codice, anche se temo con esiti meno encomiabili di quelli napoleonici.
Cose tutte dette, con la ormai sperimentata tecnica di buttare là un’enormità e aspettare la reazione: se il popolo "bue" (!) dorme e non reagisce, è andata; altrimenti, dato che ci sono persone che come direbbe Toro Seduto, (citazione non impropria, anzi: vedansi i manifesti dei “nativi padani”) parlano solo con lingua biforcuta, si ritrattano senza alcun senso né di vergogna né di dignità.

La cosa non mi turba più di tanto.

Secondo la tradizione indù, il tempo è suddiviso in cicli cosmici, formati da quattro età o “Yuga”, ognuna caratterizzata da una propria alba e da un inevitabile crepuscolo. Ognuna di queste lunghe età prende il proprio nome dal gioco dei dadi: l’età compiuta, perfetta, per esempio, è la Krta Yuga, corrispondente al tiro vincente e all’età della compiutezza e della perfezione; l’età nella quale “l’ordine morale è rispettato nella sua integrità totale”: evidentemente, non il tempo nostro.
Da molto quindi so e mi sono rassegnata al fatto che noi viviamo nel Kali Yuga, l’età cattiva, l’età del tiro perdente, dominata da dispute e discordie e dall’insieme di peggiori esseri umani immaginabili. Nel Kali Yuga solo la proprietà conferisce rango sociale; la ricchezza è l’unica fonte della virtù e la falsità e la menzogna gli unici strumenti per raggiungere il successo: io qualche attinenza con la situazione attuale ce la vedrei pure - non so voi.
Questo tempo disgraziato prepara la fine del mondo, che secondo questa credenza è già morto e rinato svariate volte, quindi immagino che un indù, pur se neppure lui entusiasta di ritrovarsi nel bel mezzo dell’età di Kali, proprio quella di Indiana Jones e il tempio maledetto (accidenti, immagino che ogni età abbia anche il background culturale che si merita!), la nera dea dell’implacabilità del Tempo, e quindi della Morte, abbia qualche speranza per il prossimo ciclo a venire e un minimo di rassegnata saggezza in più rispetto alle tenebre che vede infittirsi attorno a lui, nel crepuscolo della civiltà e nell’attesa del nuovo ciclo cosmico.
A noi, che indù non siamo, e la ciclicità del tempo l’abbiamo perduta da tempo grazie all’avvento del cristianesimo, non resta neppure questa consolazione.
Abbiamo avuto la sfortuna di nascere in questa era di cialtroneria e disonesta malvagità, e questo è quanto.

Tuttavia, in questo marasma, che man mano che la fatidica data delle elezioni si avvicina, diviene sempre più convulso e, a un osservatore esterno, apparirebbe francamente patetico, se non ridicolo (immaginate gli stessi discorsi in bocca a un vecchietto pensionato in coda al supermercato, coi rialzi nelle scarpe e una capigliatura quantomeno sospetta, oltre a una abbronzatura palesemente da ...isole Lampados, e di colpo una serie di cose si ridimensionano e appaiono per ciò che sono: sbruffonate, per non dire cavolate tendenziose, forse non esenti dall’influenza di una punta di iniziale aterosclerosi, e quel che è peggio dette in pessima fede) c’è una cosa che proprio mi pare avere toccato le vette del sublime, a modo suo.
Mi riferisco alla vicenda dell’”eroico” malavitoso Mangano, al quale (profeticamente?) avevo alluso anch'io qualche post fa, salariato come fattore, non come stalliere (puntualizza stizzoso il Cavaliere inesistente, e si può ben capire la rilevanza umana e giuridica di questa precisazione).
>:))
Prendete un aderente alla malavita organizzata, strategicamente e un po’ misteriosamente collocato al servizio di uno spregiudicato imprenditore, (e già ci si potrebbe fare, e rispondere, qualche domanda: dipende da quanto cinici si è naturalmente), passato in giudicato e condannato all’ergastolo, che per spirito di corpo, per codice d’onore, per paura di ritorsioni, insomma per motivi o tornaconti suoi, immagino anche indagabili, volendo, decide di non diventare collaboratore di giustizia. Non dirò: così parando il culo a chi ora oggi in modo forse sospetto inneggia al suo eroismo; vi apro una “linea di credito” che presuppone siate sufficientemente svegli da trarne conclusioni, quelle che vi pare, da voi.

Poi prendete, che ne so, Alcide Cervi e i suoi sette figli e metteteli sull’altro piatto della bilancia, che vorrebbe questo confronto fantasioso immaginato da Dell’Utri, e subito sposato entusiasticamente dal Cavaliere inesistente - un malavitoso omertoso versus la Guerra di liberazione partigiana - come se fosse un confronto possibile, equanime e credibile.

Vi pare davvero possibile che i cattolici Cervi fossero solo degli sporchi comunisti da usare ormai solo come spauracchio per far andare a letto presto i bambini quando rompono, e un delinquente comune invece sia un eroe, presumibilmente per la sua propensione all’omertà?

Ma a ben guardare, il punto non è neppure questo.

I Cervi e tanti altri come loro (compresi membri della mia famiglia) si sacrificarono in nome di quello che ritenevano il bene della collettività e per un ideale (che fra parentesi è quello che consente oggi persino alla apertamente dichiarata fascista Santanché et similia, oltre che al PdL, quella libertà di opinione e parola che altri innamorati della dittatura e del potere assoluto come loro, benché strettamente legati al Dna della loro posizione politica, non avrebbero assolutamente mai permesso); il malavitoso "eroe" Mangano, invece, ha agito al massimo in nome della fedeltà al suo datore di lavoro.
Insomma, lotta contro la dittatura fascista, e copertura delle magagne personali (val la pena ricordare che tra i capi d'accusa di Mangano, per i quali è stato condannato, vi sono anche due omicidi?) vengono placidamente valutate sullo stesso piano, come fossero equivalenti. Non stupisce che molti blogger, indignati, abbiano chiesto quale ruolo il leader del PdL penserebbe di attribuire, in una Storia d'Italia, a magistrati quali Falcone e Borsellino, e io aggiungerei anche il generale Dalla Chiesa, con moglie e figlio e, non scordiamole, relative scorte.

Qui è evidente l’aberrazione che inchioda per sempre, che vinca o perda questo porcellum di elezioni, il Cavaliere inesistente a ciò che realmente è:
un omuncolo che non conosce altro interesse che il suo, e che col non perdere occasione per gloriarsi di una laurea in giurisprudenza, pare avere sviluppato una visione molto personale e solo pro domo sua di ciò che significa il rispetto della legalità; narcisista sino alla nausea, permaloso, umorale, privo di qualsiasi senso di autocritica e, a volte sospetto, addirittura con qualche tratto psicotico, visto il palese distacco dalla realtà che sovente dimostra quando debba confrontarsi con l’unico vero amore sviscerato che provi nella sua vita: quello per se stesso.

A questo punto, mi chiedo: forse il test di sanità mentale richiesto per i magistrati, lo dovrebbero invece fare ai candidati premier. Oso pensare che concorderebbe persino Basaglia, e magari così l’Italia potrebbe avere un grosso problema di meno. Chissà...

Ad maiora! In fondo, mancano ancora alcuni giorni alle votazioni: chissà con quali altri conigli mannari proditoriamente estratti dal cilindro della democrazia, ci saprà stupire il Grande prestigiatore.


Disclaimer: nessun bue è stato maltrattato per la stesura di questo post.
Al massimo, ci si è posti ragionevoli dubbi sul Quoziente Intellettivo di una parte di elettori che inneggia al non voto e ad altre simili stronzate antidemocratiche. Ad eventuali lettori dissidenti, si rivolge la preghiera di riaccendere il cervello e dopo opportuna resettazione e carburazione, rileggere con attenzione: hai visto mai qualche neurone sia sopravvissuto?

Etichette: , ,

postato da la Parda Flora alle 09:57  

 

09 aprile 2008
Di questa so io il perché
Un aviatore irlandese prevede la propria morte

Io lo so che sarà là, da qualche parte tra le nuvole,
sarà là che incontrerò alla fine il mio destino;
io non odio questa gente che ora devo combattere,
e non amo questa gente che io devo difendere;
il mio paese è Kiltartan Cross,
la mia gente i suoi contadini,
nulla di tutto ciò può renderli più o meno felici.
Nè la legge nè il diritto mi spinsero a combattere,
non fu la politica, nè l'applauso della folla.
Un impulso di gioia fu, un impulso solitario
che mi spinse un giorno a questo tumulto fra le nuvole;
nella mia mente ho tutto calcolato, tutto considerato,
e gli anni a venire mi sono sembrati uno spreco di fiato,
uno spreco di fiato gli anni che ho passato
in paragone a questa vita, a questa morte.

William Butler Yeats

(e che ognuno la interpreti come gli pare...)

Etichette: , ,

postato da la Parda Flora alle 07:09  

 

08 aprile 2008
E meno male che...
qualcuno di più importante di me ha finalmente il coraggio di dirlo: dopo l'appello al voto come diritto-dovere democratico di Flores D'Arcais, anche Cammilleri torna sulle sue posizioni, e nonostante le delusioni che lo accomunano a gran parte del popolo italiano invita a votare definendo senza mezzi termini OSCENA l’idea di un nuovo governo Berlusconi.
E meno male...
Tutto ciò mentre noi elettori non di lusso, ma comunque elettori, ci chiediamo ancora inutilmente perché cazzo la prima cosa che si è affrontata in Parlamento all’insediamento della scorsa legislatura, non è stato, in modo finalmente risolutivo e tombale, il sempre esistente e velenoso conflitto d'interessi berlusconiano col quale ancora facciamo i conti, e subito dopo la pulizia all'interno della Rai, divenuta ormai in alcune sue parti la diretta succursale di Mediset, come se il Nostro non godesse già a sufficienza di una abnorme e mostruosa concentrazione di controllo (e manipolazione) dell’informazione e quindi dell’opinione pubblica?
Avremo mai una risposta?
Triste dirlo, ma in certe circostanze, il vecchio motto militare del: niente prigionieri! dovrebbe essere ancora preso, quanto meno, in considerazione, altrimenti, a furia di fare i signori e i gentleman, va a finire che i mentecatti che strillano: “e noi prendiamo i fucili” ogni due per tre, oltre a non pagare per le loro violazioni del codice, che implacabilmente però colpiscono il comune cittadino, aumentando a dismisura la sua fiducia e affezione alle istituzioni, la passeranno sempre liscia, e se la gente alla fine si stuferà, ma per davvero, non so proprio chi potrà fregiarsi della poco onorevole responsabilità maggiore.

A me pare che parte della attuale campagna elettorale si rivolga palesemente ad elettori considerati vistosamente di sotto del limite minimo di quoziente intellettivo, ma mi auguro anche che questa componente dell’elettorato sia solo la minoranza del popolo italiano, e il paese sia davvero in grado di rialzare la testa e riservare qualche sorpresa ai vari aspiranti despoti che, sottovalutandoli, si affacciano pericolosamente all’orizzonte. Che coloro che dopo tre legislazioni caratterizzate dalle favole, che certo son più piacevoli della realtà, soprattutto quando essa è nera, ma pur sempre favole rimangono, abbiano finalmente capito che il trucchetto per pigliarli per il culo (tu mi voti e poi io legittimato da te mi faccio esclusivamente i cazzi miei! anche perché per la Costituzione italiana il deputato eletto non è tenuto a rispondere del suo operato agli elettori, che oltretutto, col porcellum, non esistono neppure più, in questo senso)) è sempre lo stesso, e che di favole ascoltate acriticamente si finisce per morire. Altrimenti, dato che ho visto morire davvero prima del tempo tante belle persone in grado ancora di arricchire il mondo con la loro grazia e intelligenza, qualche domanda poco elegante e lontana dal mio modo d’essere, finirò pure per farmela...

Etichette: , , , ,

postato da la Parda Flora alle 10:07  

 

   Chi Sono
   Post Precedenti
   Archivi
   Links

Da "Tango Lesson" di Sally Potter

Vamos a lo de la Parda Flora! 

Esmeralda



Le mie ragazze: Malafemmina

Le mie ragazze: Etta

Le mie ragazze: Anna

Le mie ragazze: Esmeralda

Le mie ragazze: Marisa