01 settembre 2007
BlogDay 2007 in ritardo
Con un giorno di ritardo sul BlogDay 2007, riflettendoci con calma, vorrei segnalare anche i blog di due cari amici, anche fuori dal Web, anche se non sempre aggiornati con regolarità, perché sono secondo me ingiustamente poco conosciuti, principalmente direi per la scarsa attività di arruffianamento e blateramento presso altri siti, che spesso è il principale motivo che fa impennare l'accesso a un blog.
Si tratta di Bucky B Katt's Blues e di Io sono Lèon, che per chi frequenti un po' queste parti, è un nome piuttosto conosciuto.
Io li amo molto. Voi fate un po' quel che vi pare, ma un giretto, spassionatamente, lo consiglio...

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31 agosto 2007
VVP e il Procuratore Generale (scegli il tuo assassino della Politkovskaja!)
E dato che oggi pare sia il BlogDay 2007! la giornata per celebrare il blog e i legami, virtuali e reali, che riesce a creare, io segnalo di corsa e con gran piacere Miru, meglio conosciuta come, nome in codice, Agente Betulla, con una deliziosa traduzione direttamente dal sito vladimir.vladimirovic.ru!

VVP e il Procuratore Generale/1

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino, dolendosi chetamente della fine dell'estate. A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nel presidenziale studio cominciarono a entrare una dopo l'altra persone del tutto sconosciute a Vladimir Vladimirovič™.
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.

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30 agosto 2007
Addio a Franco Carlini
Leggo ora, con dispiacere, della morte prematura di Franco Carlini. Per chi ha vissuto la nascita del web e della sperimentazione sulla sua scrittura, in Italia, era uno dei doverosi nomi di riferimento. Il suo "Lo Stile del Web Parole e immagini nella comunicazione di rete", anche se meno nominato del sempiterno e bellissimo Calvino delle "Lezioni americane", immagino sia stato un viatico intelligente e stimolante, non solo per me, ma anche per molti altri colleghi. Così come Carlini scriveva - molte pagine del suo libro erano nate su di una spiaggia, su di una spiaggia io le avevo lette, e questa singolare coincidenza, all'epoca, mi colpì, come dovesse rimandare a qualche significato ulteriore, meno evidente. C'era, però, l'incoraggiamento del ritrovare, anche se in forma certamente più compiuta e professionale, molti riflessioni e pensieri che anch'io avevo fatti.
Sicuramente da stanotte, la Rete ha perso uno dei suoi protagonisti e studiosi più attenti, ed è un po' più povera.
Anche Jacob & the Angel, nella sua pochezza, desidera partecipare al lutto per questa perdita.

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27 agosto 2007
L'ultimo articolo di Anna Politkovskaja
Visto che una delle notizie del giorno è l'arresto di dieci persone, probabilmente coinvolte nell'assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaja, avvenuto circa un anno fa, dato che immagino la maggior parte delle persone non la ricordi più, se non addirittura ignori chi essa sia, ripropongo l'ultimo suo articolo pubblicato dalla Novaya Gazeta, giornale per il quale scriveva, prima della sua brutale esecuzione, sulle scale di casa sua.

(E intanto "salta" Gonzales,il discusso Ministro della Giustizia dell'amministrazione Bush, per lo scandalo degli abusi nei carceri di Guantanamo e Abu Ghraib...)
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Ti dichiariamo terrorista


di Anna Politkovskaja

Nota della redazione:
A tutti noi è stato chiesto: l'omicidio di Anna Politkovskaja è collegato alla preparazione dell'articolo sulle torture che aveva annunciato a Radio Svoboda giovedì 5 ottobre? Oggi pubblichiamo due frammenti del materiale che la nostra giornalista non è riuscita a terminare. Il primo è un testo con le testimonianze dirette dell'impiego di torture, confermate dai dati medici. Il secondo doveva essere la base di un altro articolo, che non è stato scritto. Sul disco della Politkovskaja (preghiamo la persona che le aveva fornito questi video di farsi vivo), ci sono torture compiute su persone delle quali non conosciamo l'identità. Le riprese sono state effettuate dagli stessi torturatori, presumibilmente in una struttura carceraria cecena
.


Oggi davanti a me ci sono decine di raccoglitori. Contengono le copie del materiale relativo ai casi di persone che sono state condannate per "terrorismo" o che si trovano ancora sotto inchiesta. Perché uso la parola "terrorismo" tra virgolette? Perché la grandissima maggioranza di questa gente è stata "designata come terrorista". E questa pratica della "designazione" non solo ha impedito una vera lotta al terrorismo, ma ha contribuito a produrre un numero sempre maggiore di persone assetate di vendetta, e dunque potenziali terroristi. Quando le procure e i tribunali non lavorano per la legge e per la punizione dei colpevoli ma in base a considerazioni politiche e cercando di compiacere il Cremlino con una vera e propria contabilità antiterroristica, i casi criminali vengono sfornati a getto continuo.

L'organizzazione militare-governativa che si occupa delle cosiddette "confessioni sincere" fornisce dati eccellenti a proposito della lotta contro il terrorismo nel Caucaso settentrionale. Ecco cosa mi hanno scritto le madri dei giovani ceceni condannati: "... in sostanza, queste colonie di correzione sono diventate dei campi di concentramento per i detenuti ceceni. Sono sottoposti a discriminazioni sul suolo nazionale. I loro guardiani non li lasciano uscire dalle camere di isolamento. La maggioranza, quasi tutti, sono stati condannati per reati 'fabbricati', senza prove. Rinchiusi in condizioni precarie, umiliati nella propria dignità, sviluppano un odio verso tutto. Questo è un esercito di persone che ritornerà da noi con il destino devastato, con idee devastate...".

Onestamente, ho paura di quell'odio. Ne ho paura perché uscirà dagli argini, prima o poi. E ne risentiranno tutti, tranne quelli che li hanno fatti torturare. L'attribuzione dello status di terrorista è il campo in cui si affrontano testa a testa due approcci ideologici a ciò che sta accadendo nella zona delle operazioni antiterroristiche nel Caucaso settentrionale: lottare legalmente contro l'illegalità? Oppure schiacciarli con la nostra, di illegalità?
Questi due atteggiamenti sono destinati a scontrarsi e a fare scintille, nel presente come nel futuro. L'"attribuzione dello status di terrorista" farà aumentare il numero di coloro che a questo non intendono rassegnarsi.

Recentemente l'Ucraina ha accettato di estradare in Russia un certo Beslan Gadaev, ceceno, arrestato all'inizio di agosto dopo un controllo di documenti in Crimea, dove viveva come immigrato forzato. Ecco un estratto da una sua lettera del 29 agosto: "... Dopo avermi estradato dall'Ucraina a Groznij mi hanno condotto in un ufficio e mi hanno chiesto subito se avessi ucciso delle persone della famiglia Salikov, Anzor e un suo amico, un camionista russo. Io ho giurato che non avevo ucciso nessuno e che non avevo mai versato il sangue di nessuno, né russo né ceceno. Loro invece continuavano a dire con sicurezza: 'No, tu hai ucciso'. Io ho ripreso a negare. Dopo aver detto per la seconda volta che non avevo ucciso nessuno hanno cominciato a picchiarmi. All'inizio mi hanno colpito due volte con il pugno nella zona dell'occhio destro.

Non appena mi sono ripreso da questi colpi mi hanno immobilizzato e ammanettato, e tra le gambe mi hanno messo un tubo, così che non potessi muovere le mani, benché fossero già ammanettate.
Poi mi hanno preso, o meglio hanno preso le due estremità del tubo al quale ero legato, e mi hanno appeso a un'altezza di circa un metro tra due armadi dell'ufficio. Subito dopo avermi appeso mi hanno legato del filo di ferro ai mignoli delle mani. Un paio di secondi dopo hanno cominciato a darmi delle scariche elettriche e contemporaneamente a picchiarmi con mazze di gomma, più forte che potevano. Incapace di sopportare il dolore ho cominciato a urlare e a implorare Dio perché mettesse fine a tutto questo. Come reazione, per non sentire e per non ascoltare quello che gridavo, mi hanno messo sulla testa un sacchetto nero.

Non ricordo quanto sia andato avanti tutto ciò, ma ho cominciato a perdere conoscenza per il dolore. Vedendo che stavo perdendo conoscenza mi hanno tolto il sacchetto dalla testa e mi hanno chiesto se avevo intenzione di parlare. Ho risposto di sì, anche se non sapevo cosa dire. Ho risposto così solo per farli smettere. Mi hanno tirato giù, hanno tolto il tubo e mi hanno gettato sul pavimento. Mi hanno detto: 'Parla'. Io ho replicato che non avevo niente da dire. In tutta risposta loro hanno cominciato a picchiarmi sempre nella zona dell'occhio destro con il tubo di ferro al quale mi avevano immobilizzato. A causa di questi colpi sono caduto di lato e ho quasi perso conoscenza, mentre continuavano a picchiarmi dove capitava... Poi mi hanno nuovamente appeso e hanno ripetuto tutto daccapo. Non ricordo per quanto tempo siano andati avanti, di tanto in tanto mi gettavano addosso dell'acqua.

Il giorno dopo mi hanno lavato e mi hanno spalmato qualcosa sulla faccia e sul corpo. Intorno all'ora di cena è arrivato un uomo in borghese che mi ha detto che erano arrivati i giornalisti e che dovevo ammettere i tre omicidi e le rapine, aggiungendo che avrebbero ricominciato tutto daccapo se non avessi confessato, minacciando anche umiliazioni di carattere sessuale. Allora ho accettato. Dopo l'incontro con i giornalisti, sempre minacciandomi, mi hanno costretto a firmare una dichiarazione, fornita da loro, in cui affermavo che tutte le percosse che avevo ricevuto erano la conseguenza di un mio tentativo di fuga..."

L'avvocato Zaur Zakriev, incaricato della difesa di Gadaev, ha spiegato al Centro per i Diritti Umani "Memorial" che nella sede della stazione di polizia del distretto Groznenskij il suo assistito era stato oggetto di violenze fisiche e psicologiche. Come risulta dalla dichiarazione dell'avvocato, il suo cliente ha effettivamente ammesso di aver compiuto nel 2004 un attacco contro le forze dell'ordine. Tuttavia all'ufficio distrettuale hanno deciso di ottenere da lui anche la confessione di una serie di crimini che non aveva commesso, avvenuti nel villaggio di Starie Atagi nel distretto Groznenskij della Repubblica Cecena.

Secondo l'avvocato, dalle brutali violenze fisiche subite dal suo assistito sono derivati danni visibili. Nell'infermeria del carcere SIZO-1 di Groznij, dove attualmente si trova Beslan Gadaev [è incolpato in base all'articolo 209 del codice penale della Repubblica Russa ("banditismo")], è stato compilato un referto in cui figurano lesioni causate da percosse, cicatrici, abrasioni, contusioni, costole rotte e anche danni agli organi interni.
L'avvocato Zakriev ha denunciato queste feroci violazioni dei diritti umani alla Procura della Repubblica Cecena.

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Qui il testo di Anna Politkovskaja si interrompe.

Il sito della Novaja Gazeta rimanda anche a una cartella di foto, i fermi immagine di un video in suo possesso. Secondo la descrizione del giornale, nel video alcuni uomini che probabilmente lavorano in una delle strutture di detenzione cecene catturano e torturano due uomini di giovane età. Uno dei due siede a bordo di un'automobile, e sanguina (è visibile il coltello nella zona del collo della vittima). L'altro sembra essere stato spinto fuori dalla macchina sull'asfalto.
I loro torturatori non sono visibili, si sente parlare in ceceno, con insulti che si alternano a bestemmie.

Fonte: Novaja Gazeta
Grazie alla puntuale traduzione di Miru, come sempre generosa.


Due considerazioni personali:
La prima. La tortura descritta, piuttosto comune, gergalmente chiamata l'aeroplano, nella quale alle bastonate si può sostituire l'acqua in quanto conduttore, la ho vista praticare, e da allora guardo tutte le batterie elettriche con sospetto. Non auguro a nessuno, come invece è capitato a me, per valutare danni muscolari dopo un trauma importante, di dover fare una elettromiografia, perché i ricordi che si sovrappongono sono allucinanti. (si infilano aghi nei gruppi muscolari e tramite scarica elettrica se ne valuta la funzionalità - a me è toccato il braccio e sulla mano, ovviamnente sensibile, fa un male cane, e su grossi gruppi muscolari del braccio, ci voleva l'infermiera aggiuntiva per tenermi giù, perché saltavo letteralmmente sul lettino ad ogni scarica).
La seconda é: tutto il mondo è paese. Forse che le considerazioni della Politkovskaja sul terrorismo non possono essere applicate, pari pari, all'Africa, all'America del Sud, al Medio oriente e alle loro dittature?
Tanto più pericolosi quindi i suoi articoli, perché costringono a vedere la spazzatura che tutti noi, paesi civili, preferiremmo nascondere sotto il tappeto buono.



Volendo, anche questo post potrebbe essere una lettura interessante da associare, anche se arriva ...dall'Altra parte del mondo

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postato da la Parda Flora alle 17:13  

 

26 agosto 2007
Partendo dal post dell'amico Macca, che fa alcune considerazioni generali, partendo da recenti fatti delittuosi di Garlasco, ancora, lo ricordo, coperti dal segreto istruttorio, avrei alcune considerazioni da fare.

1. ogni estate ha il suo drammone di cronaca nera, che aiuta a riempire carta ed etere, altrimenti pieni di nulla o, al massimo, della cellulite di Sharon Stone, e questa è una basilare, anche se non la si troverà scritta da nessuna parte, legge del giornalismo;

2. in USA studieranno pure di più, ma mediamente sono molto più ignoranti di noi, se si pensi, ad esempio, che qualche anno fa quasi il 70% degli studenti del college era convinto che la capitale degli USA fosse New York...
per altro, mi raccontava allibita una studentessa che ha partecipato al progetto Erasmus, una collega austriaca con la quale avrebbe dovuto fare scambio di sede, si informava allarmata se da noi (Italia) ci fosse la corrente elettrica nelle case!
Non commento, ma è vera, non una leggenda metropolitana.
Ieri, ascoltando un servizio sul meeting di Rimini, ho sentito da un ragazzo una cosa che reputo molto intelligente e condivido in pieno: la richiesta di non trasformare l’università in un liceo, che come concezione è molto simile al modello scolastico americano. Durante il mio ultimo ricovero ospedaliero, in una clinica universitaria, parlando con il solito codazzo di studenti che segue il giro, dato che ora gli studenti devono fare sei mesi di pratica “sul campo” prima di poter discutere la tesi (come da riforma della facoltà, che personalmente mi pare in genere una schifezza per come ha disorganizzato lo studio, ma è opinione solo mia, e anche di tutti quelli che abbiano studiato medicina almeno vent’anni fa, vedo), ho avuto modo di scontrarmi con un certo allarme, visti gli esiti e le castronerie emerse, con la glorificazione del sistema educativo americano - iperspecializzazione in un campo molto ristretto, e mancanza di una indispensabile visione d’insieme, per non dire la quasi totale ignoranza di tutto il resto, che andrà pure bene per un laboratorio o una attività di ricerca, ma certo non in una corsia di medicina generale, per capirci.
Questo per dire: per favore, non usiamo il modello americano come parametro di giudizio, che non mi pare questa oasi di gran cultura!
A parte che un obbligo scolastico, anche elevato almeno ai 15 anni e rispettato da tutti ( magari senza promozioni gratis, tanto è scuola dell’obbligo! mal costume sempre più diffuso) è un obiettivo sacrosanto e giusto, dopo di ciò, si laurei, in una università seria e meritocratica, solo chi ha i mezzi intellettuali per farlo, senza ovviamente essere penalizzato dal reddito: troppo spesso infatti la parità di opportunità viene scambiata, temo, per la parità di diritto ai risultati... ci sono tanti laureati ignoranti come capre, in giro, che non si capisce a chi o a cosa servano...
mi piacerebbe far leggere, dalla mia collezione, un po’ di curricula per ricerca di lavoro zeppi di errori di ortografia! e quella la dovresti imparare alle elementari, non all’Università.

3.Credo che sia la cultura del denaro facile, o a tutti i costi, o che ti consente di vivere al di sopra di leggi e doveri - cultura socialmente trasversale, fra l’altro - quella che inquina davvero le menti, e non l’ignoranza, intesa come non conoscenza di dati e informazioni, perché poi la cultura vera è tutt’altra cosa! e tale avida cultura del denaro la può avere il figlio di notaio, che studia sodo per subentrare nell’attività del padre, tenuto conto che deve anche superare un rigido esame per l’abilitazione, così come lo “zanza” con la quinta elementare che spaccia droga e raccoglie mazzette dai negozianti della sua zona...
nell’orrendo caso Maso, ricordo bene il disgusto con il quale, senza scendere in particolari, gli inquirenti fecero riferimento all’ambiente nel quale era maturato il delitto, lasciando intendere che il giovane assassino era il frutto dell’educazione ricevuta in famiglia: una famiglia di seri, gran lavoratori! e tanto attaccati al denaro come valore cardine della vita, più che dell’ignoranza culturale da scarso studio... E se è vero che il denaro non fa la felicità, ma certo la aiuta parecchio, è altrettanto vero che non tutti coloro i quali non abbiano titoli altisonanti di studio sono delinquenti o meno saggi e retti di chi li possiede, anzi, a volte pare proprio il contrario, dato che l’arroganza intellettuale, quella che ti fa credere che non esista un confine fra il giusto e l’ingiusto, o che ti fa ritenere superiore a questo confine, destinato solo agli ignoranti è il “peccato” più comune e più grave che ravviso nei cosiddetti "colti" che spesso sono solo *acculturati*, ma umanamente ed eticamente ignoranti come bestie...

Per cercare una risposta al post di Macca, quali sono stati i cattivi maestri? Quelli, credo, che per anni, hanno fatto credere che esistevano solo diritti e niente doveri, per tutti, e che il mondo era dei furbi, non degli onesti, o dei preparati a lavorarci per miglioralo e farlo progredire. E hanno, questi numerosi cattivi maestri, nella vita pubblica, reclamizzato questo assunto sino alla nausea, come immagino ognuno abbia fatto esperienza. E che non sia così, scusa, ma non credo sia qualcosa che si impara a scuola, soprattutto quando la cronaca, la politica la vita pubblica paiono rinforzare questa realtà - il mondo è dei furbi: che ti fai il culo a fare?...

Quanto al caso di Garlasco, (anziché seguire gossip e mala informazione: per dire, giorni fa, su di un giornale, il mandato di comparizione per il fidanzato della vittima, atto giuridicamente dovuto per chi scopra un cadavere, era con indescrivibile faciloneria divenuto un mandato d’arresto! a dimostrazione della serietà con la quale si possono prendere le notizie diffuse e usarle per formarsi opinioni proprie...) io prima di ogni altra cosa, aspetterei la fine delle indagini, anche perché l’esperienza insegna che inquirenti, sottoposti a forti pressioni mediatiche, in genere lavorano male e spesso con esiti volti più a trovare capri espiatori che reali colpevoli. Vedi appunto le aberrazioni investigative di Cogne, oppure il caso di presunta pedofilia dell’asilo di Rignano Flaminio, per esempio, del quale non si sa più niente, grazie a Dio, dato che la bagarre creataci attorno, dai genitori per primi, avevano inquinato tutte le possibili prove prima ancora che arrivassero all’attenzione degli inquirenti.
E certo così giustizia non viene fatta mai.

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