26 agosto 2007
Partendo dal post dell'amico Macca, che fa alcune considerazioni generali, partendo da recenti fatti delittuosi di Garlasco, ancora, lo ricordo, coperti dal segreto istruttorio, avrei alcune considerazioni da fare.

1. ogni estate ha il suo drammone di cronaca nera, che aiuta a riempire carta ed etere, altrimenti pieni di nulla o, al massimo, della cellulite di Sharon Stone, e questa è una basilare, anche se non la si troverà scritta da nessuna parte, legge del giornalismo;

2. in USA studieranno pure di più, ma mediamente sono molto più ignoranti di noi, se si pensi, ad esempio, che qualche anno fa quasi il 70% degli studenti del college era convinto che la capitale degli USA fosse New York...
per altro, mi raccontava allibita una studentessa che ha partecipato al progetto Erasmus, una collega austriaca con la quale avrebbe dovuto fare scambio di sede, si informava allarmata se da noi (Italia) ci fosse la corrente elettrica nelle case!
Non commento, ma è vera, non una leggenda metropolitana.
Ieri, ascoltando un servizio sul meeting di Rimini, ho sentito da un ragazzo una cosa che reputo molto intelligente e condivido in pieno: la richiesta di non trasformare l’università in un liceo, che come concezione è molto simile al modello scolastico americano. Durante il mio ultimo ricovero ospedaliero, in una clinica universitaria, parlando con il solito codazzo di studenti che segue il giro, dato che ora gli studenti devono fare sei mesi di pratica “sul campo” prima di poter discutere la tesi (come da riforma della facoltà, che personalmente mi pare in genere una schifezza per come ha disorganizzato lo studio, ma è opinione solo mia, e anche di tutti quelli che abbiano studiato medicina almeno vent’anni fa, vedo), ho avuto modo di scontrarmi con un certo allarme, visti gli esiti e le castronerie emerse, con la glorificazione del sistema educativo americano - iperspecializzazione in un campo molto ristretto, e mancanza di una indispensabile visione d’insieme, per non dire la quasi totale ignoranza di tutto il resto, che andrà pure bene per un laboratorio o una attività di ricerca, ma certo non in una corsia di medicina generale, per capirci.
Questo per dire: per favore, non usiamo il modello americano come parametro di giudizio, che non mi pare questa oasi di gran cultura!
A parte che un obbligo scolastico, anche elevato almeno ai 15 anni e rispettato da tutti ( magari senza promozioni gratis, tanto è scuola dell’obbligo! mal costume sempre più diffuso) è un obiettivo sacrosanto e giusto, dopo di ciò, si laurei, in una università seria e meritocratica, solo chi ha i mezzi intellettuali per farlo, senza ovviamente essere penalizzato dal reddito: troppo spesso infatti la parità di opportunità viene scambiata, temo, per la parità di diritto ai risultati... ci sono tanti laureati ignoranti come capre, in giro, che non si capisce a chi o a cosa servano...
mi piacerebbe far leggere, dalla mia collezione, un po’ di curricula per ricerca di lavoro zeppi di errori di ortografia! e quella la dovresti imparare alle elementari, non all’Università.

3.Credo che sia la cultura del denaro facile, o a tutti i costi, o che ti consente di vivere al di sopra di leggi e doveri - cultura socialmente trasversale, fra l’altro - quella che inquina davvero le menti, e non l’ignoranza, intesa come non conoscenza di dati e informazioni, perché poi la cultura vera è tutt’altra cosa! e tale avida cultura del denaro la può avere il figlio di notaio, che studia sodo per subentrare nell’attività del padre, tenuto conto che deve anche superare un rigido esame per l’abilitazione, così come lo “zanza” con la quinta elementare che spaccia droga e raccoglie mazzette dai negozianti della sua zona...
nell’orrendo caso Maso, ricordo bene il disgusto con il quale, senza scendere in particolari, gli inquirenti fecero riferimento all’ambiente nel quale era maturato il delitto, lasciando intendere che il giovane assassino era il frutto dell’educazione ricevuta in famiglia: una famiglia di seri, gran lavoratori! e tanto attaccati al denaro come valore cardine della vita, più che dell’ignoranza culturale da scarso studio... E se è vero che il denaro non fa la felicità, ma certo la aiuta parecchio, è altrettanto vero che non tutti coloro i quali non abbiano titoli altisonanti di studio sono delinquenti o meno saggi e retti di chi li possiede, anzi, a volte pare proprio il contrario, dato che l’arroganza intellettuale, quella che ti fa credere che non esista un confine fra il giusto e l’ingiusto, o che ti fa ritenere superiore a questo confine, destinato solo agli ignoranti è il “peccato” più comune e più grave che ravviso nei cosiddetti "colti" che spesso sono solo *acculturati*, ma umanamente ed eticamente ignoranti come bestie...

Per cercare una risposta al post di Macca, quali sono stati i cattivi maestri? Quelli, credo, che per anni, hanno fatto credere che esistevano solo diritti e niente doveri, per tutti, e che il mondo era dei furbi, non degli onesti, o dei preparati a lavorarci per miglioralo e farlo progredire. E hanno, questi numerosi cattivi maestri, nella vita pubblica, reclamizzato questo assunto sino alla nausea, come immagino ognuno abbia fatto esperienza. E che non sia così, scusa, ma non credo sia qualcosa che si impara a scuola, soprattutto quando la cronaca, la politica la vita pubblica paiono rinforzare questa realtà - il mondo è dei furbi: che ti fai il culo a fare?...

Quanto al caso di Garlasco, (anziché seguire gossip e mala informazione: per dire, giorni fa, su di un giornale, il mandato di comparizione per il fidanzato della vittima, atto giuridicamente dovuto per chi scopra un cadavere, era con indescrivibile faciloneria divenuto un mandato d’arresto! a dimostrazione della serietà con la quale si possono prendere le notizie diffuse e usarle per formarsi opinioni proprie...) io prima di ogni altra cosa, aspetterei la fine delle indagini, anche perché l’esperienza insegna che inquirenti, sottoposti a forti pressioni mediatiche, in genere lavorano male e spesso con esiti volti più a trovare capri espiatori che reali colpevoli. Vedi appunto le aberrazioni investigative di Cogne, oppure il caso di presunta pedofilia dell’asilo di Rignano Flaminio, per esempio, del quale non si sa più niente, grazie a Dio, dato che la bagarre creataci attorno, dai genitori per primi, avevano inquinato tutte le possibili prove prima ancora che arrivassero all’attenzione degli inquirenti.
E certo così giustizia non viene fatta mai.

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postato da la Parda Flora alle 11:35  

 

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