21 agosto 2007
“Protesta del the”
La “protesta del the”, come chiunque studi con un minimo di serietà la storia sa, consistette nel cosiddetto “Boston Tea party”, ovvero nell’atto di impossessarsi con la forza e gettare a mare nel porto di Boston, il 16 dicembre 1773, tutto il carico di “tea” a bordo di una nave proprietà della Compagnia delle Indie Orientali.
Tale atto, oltre a rendere, ovviamente, inservibile per i consueti usi, il “tea” medesimo, che dal 1766 era stato gravato dal governo inglese di un dazio particolare mai revocato nonostante le proteste e quindi particolarmente indesiderato da parte dei coloni inglesi (e noi sappiamo quanto il “tea” fosse e sia un bene primario per il popolo anglosassone: che si beve, sennò, “at five o’clock?”, acqua calda?), dava di fatto inizio alla ribellione armata, delle 13 colonie americane, nei confronti della madre patria inglese. Ovvero, alla guerra che vedrà la nascita degli Stati Uniti d’America e al distacco, a tutti gli effetti, delle suddette colonie dalla madre patria!
Quindi la Lega può blaterare quanto le pare, di atto simbolico... di una formale e irreversibile dichiarazione di guerra si trattò, manuali di storia alla mano!
Ma l’ignoranza e il pressapochismo storico da parte di membri della Lega e affini non è certo un fatto inusitato o capace di stupirci...anzi, tuttaltro, direi che ci riporta a una rassicurante consuetudine... la quantità di scemenze contrabbandate come fatti storici che tale partito ci ha abituato a sopportare è infatti quanto di più insultante, per intelligenza e cultura, si possa immaginare!

Quanto ai dieci milioni di lombardi pronti ad attuare lo sciopero fiscale, non mi sento di dire nulla, se non che di certo sono almeno dieci milioni meno uno (io di fatto non ho alcuna intenzione di aderire all’iniziativa): in Italia, si sa, basta gridare - meno tasse e più figa per tutti!, per ottenere un vasto, quanto stolido e autolesionista, consenso popolare!
Quali poi possano essere le conseguenze concrete economiche della prima parte del noto e ampiamente sfruttato negli anni (tanto che stupisce qualche idiota ci caschi ancora) slogan, non oso pronunciarmi, stante la situazione reale dei conti pubblici dello stato. Voglio però ribadire, per chiarezza: siamo sull’orlo del disastro! qualsiasi dichiarazione demagogica contraria a questa realtà è, non solo demagogica, ma anche colpevole e fraudolenta nei confronti del popolo italiano!

Ma Ciascuno, si spera, prima o poi farà, oltre che con la giustizia degli uomini (cosa per la quale, nonostante l’invidiabile aplomb sfoggiato in innumerevoli situazioni - con o senza bandana, anche se prevalentemente fuori dalle aule di Tribunale ove ha evitato più che poteva di comparire, ancorché convocato - ha già parecchi carichi pendenti, scampati solo per “trucchi formali” quali decorrenza dei termini, guadagnata, per esempio, con la militanza politica, e altre squisitezze del genere....) anche con la Giustizia tout court...e allora, marchi, partiti nuovi, sotterfugi patetici per mantenere un potere che gli alleati stessi rifiutano sempre più chiaramente di riconoscerti e infine, imporre di bere brodaglie immonde a base di acqua di mare e “tea”, anche se sventatamente citate a vanvera da qualche esponente della Lega, memore ...random di qualche reminiscenze dei tempi della scuola, poco effetto potranno ottenere, nonostante le speranze che a questi gesti inconsulti inducono.
Di mio, posso solo lanciare un accorato appello: non massacrate la storia, inventandovi interpretazioni ridicole di fatti che ben altro peso hanno, e soprattutto non massacrate le preziose foglie di “tea”, che per ottenere il prelibato infuso, necessita di acqua dolce, che appena inizi a sobbollire, formando bolle “per aspetto e grandezza paragonabili a perle”.
Il “Tea” è una cosa buona e serissima: per favore, non mischiamola con stronzate, che poi diventa una schifezza impresentabile!

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postato da la Parda Flora alle 19:30  

 

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