13 agosto 2007
L'impulso
Togliete i campi e l'aratro, metteteci qualche grattacielo e il cemento e il grigio del fumo...
Non finiscono, in realtà, tutti così, gli amori che finiscono, quando donne troppo sole non ne posso più e decidono di voltare pagina?
Sono quei bivi nella foresta della vita, che proprio questo poeta americano, ammirato da Pound, rese così famosi...

(LA STRADA NON PRESA
Divergevano due strade in un bosco
Ingiallito, e spiacente di non poterle fare
Entrambe essendo uno solo, a lungo mi fermai
Una di esse finchè potevo scrutando
Là dove in mezzo agli arbusti svoltava.

Poi, presi l’altra, che era buona ugualmente
E aveva forse i titoli migliori
Perché era erbosa e poco segnata sembrava;
Benchè, in fondo, il passare della gente
Le avesse davvero segnate più o meno lo stesso,


Perché nessuna in quella mattina mostrava
Sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo
.
Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno !
Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
Dubitavo se mai sarei tornato.


Questa storia racconterò con un sospiro
Chissà dove tra molto tempo:

Divergevano due strade in un bosco, e io…..
Io presi la meno battuta,
E di qui tutta la differenza è venuta
.)

Quel che trovo straordinario è che a capirlo così lucidamente sia stato un uomo, e per di più di un altro secolo, quando oggi vedo così tanti ometti smarriti che scioccamente non si sanno dare una ragione dei loro fallimenti sentimentali.

L’IMPULSO

Per lei là era troppo solitario
e troppo desolato,
e poiché erano loro due soltanto,
senza bambini,


e il lavoro era poco nella casa,
lei era libera
e andava dietro a lui
che arava campi
o tagliava alberi

Si riposava su un tronco, gettava
lontano le schegge cadute,
e una canzone per sé soltanto
aveva sulle labbra.


E una volta che lei andò a spezzare un ramo
di nero ontano,
così distante si spinse che appena l’intese
quando lui la chiamò


e non rispose, non parlava – né
tornava indietro
restò ferma, poi corse, si nascose
in mezzo alle felci.


Lui non la trovò più, benché cercasse
ovunque, e domandò
in casa di sua madre se mai là
lei si trovasse.

Improvviso e rapido e lieve così
si sciolse il loro legame.
e lui imparò che c’erano altri modi di finire
oltre il morire
.

Robert Frost
(San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963)

chissà perché questa poesia mi fa sempre pensare a un film, Lezioni di piano, storia drammatica di una donna raccontata da una donna, e alla sciocca arroganza che, a volte, hanno gli uomini, e alla rude emotiva intelligenza che, a volte, hanno gli uomini...)

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postato da la Parda Flora alle 15:08  

 

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