08 luglio 2006
Inizio
Come oggi, sono due anni che te ne sei andata. Già nel pomeriggio i tuoi occhi erano diventati acquosi, assenti, distanti: io ti parlavo, ti parlavo affastellando tutto quello che volevo tu sapessi, volevo portassi con te, di questi lunghi anni a volte lieti e a volte disperati. Io parlavo ma chissà se tu mi sentivi? Eri già in coma...
Verso le 11 la stanchezza delle molti notti in bianco mi ha sopraffatta, appoggiata a un ricovero di fortuna, crollata per la stanchezza: poi, alle tre, sveglia di colpo, quasi una voce mi avesse chiamato - ecco che te n’eri andata, silenziosa e discreta come sempre. Sola. Nessuno dovrebbe morire solo, e questa colpa me la porterò per sempre con me, anche se è stata probabilmente questione di minuti...
A chi la racconti, una storia che ti strazia l’anima, alle tre del mattino?... Unica saresti stata tu, ma non c’eri già più.
Così mi ricordo - lunga notte - raggomitolata, a lamentarmi, lamentarmi come un animale, perché quello non era piangere umano. E per quanto ti avessi promesso, non ero stata capace di prendermi cura di te...
Sono passati due anni da allora, due anni - amatissima amica mia - e ancora se ci ripenso non riesco a non piangere...
Ci sono cose perdute per sempre che nulla ci potrà ridare.




E mentre l'Europa impazzisce per i mondiali di calcio - squadre di bambocci iperpagati che probabilmente , nella loro avidità, hanno anche scommesso e barato per guadagnare ancora di più - a Bagdad è in corso la peggior pulizia etnica finora registrata. Secondo testimoni,da stamattina uomini, donne e bambini sunniti vengono fermati per strada e passati per le armi sulla base della carta di identità, per vendicare tre morti sciiti. Sinora le vittime potrebbero essere 50, ma chi se ne frega? io da qui già sento le prove delle trombe bitonali per la partita di stasera, che è quello che davvero conta. I morti stiano coi morti.
postato da la Parda Flora alle 19:58  

 

Perché?
Perché, mi chiedo spesso, scrivere di questo che non interessa a nessuno?
Perché ostinarsi a cercare di affermare il proprio esistere attraverso ciò che si ama? Forse perché, almeno ora non so nè mi è concesso un altro modo, e il mio angelo si nasconde là dove non posso vederlo se non con la coda dell'occhio.Altro che lottare...
Ieri, nella mia casa vuota, ho sentito il pianto di un bambino, un sussurro lieve che si è spento subito. Ho chiuso il libro che stavo leggendo e ho aspettato, ma non è più accaduto nulla. A volte sento mia madre che ride, dal salotto, con la sua risata inconfondibile che attraversa i molti chilometri che ci separano.
Mi rannicchio sotto le coperte, con il dolore del nervo sciatico - come Ya'akov - che dalla schiena scende sino all'alluce e cerco una posizione che mi dia un minimo di sollievo.
Quando dovevo preparare l'esame di clinica chirurgica, andavo in una struttura privata che accoglieva malati psichiatrici (quelli che la legge Basaglia ha liberato, ma le famiglie non sanno gestire)dove un amico faceva le guardie mediche, per farmi dare una mano a rifrescare nella pratica la semeiotica per la compilazione della cartella del caso clinico che mi avrebbero dato da esaminare e discutere all'esame.
Mi capitava talvolta di aspettarlo, seduta nel grande atrio perché lui era stato chiamato per un'urgenza. Così guardavo quest'umanità dolente (davvero non trovo altro modo di definirla) vagare fra l'atrio e il parco della clinica, nella mia consapevolezza di essere anch'io ammalata, chiedendomi se anch'io sarei finita prima o poi così, tranquilla, trasparente, catatonica.
L'angelo mi ha azzoppata, ma non mi ha benedetta, nè mi ha indicato vie - si lascia solo intravvedere con la coda dell'occhio, perché non dimentichi che la nostra lotta non è ancora finita. Ma io, in punta di piedi, vorrei solo andarmene...
postato da la Parda Flora alle 10:49  

 

07 luglio 2006
Bahir il Luminoso
Nel XII secolo, nella Francia meridionale, in contemporaneità con il comparire dell’eresia catara, all’interno della comunità ebraica compare, anonimo, un libretto dal titolo di Bahir, ovvero Luminoso, che sostiene di raccogliere sentenze teosofiche di antici maestri talmudici.
I cabalisti accolgono con scandalo questa piccola opera, che potremmo ritenere eretica, e che si caratterizza per l’approccio mitico a Dio, che la teosofia ortodossa si sforza invece di svuotare di caratteri simbolici.
Nel Bahir, abbastanza sorprendentemente, troviamo il concetto dell’albero cosmico, identificato con l’albero di Dio, che lo nutre con la propria sapienza e i cui frutti sono dunque le anime dei giusti. Anche se leggende e metafore legate all’albero non mancano nella Bibbia e nella cultura ebraica (una per tutte: l’albero di Jesse) l’unico altro albero cosmico “mitologico” conosciuto nel Vecchio mondo è Yggdrasill, che domina la cosmogonia dei Germani.
Ma le sorprese non finiscono qui. Ecco come si riferisce a Satana il Bahir.

“Ciò insegna che presso Dio c’è un principio che si chiama Male, e sta nella parte settentrionale di Dio, poiché si dice [Geremia 1,14]: dal Nord si espande il male, e cioè: tutto il male che viene a colpire gli abitanti della terra, giunge da Nord. E quale principio è questo? E’ la forma della mano [tra le sette forme sacre che rappresentano Dio nella figura dell’uomo originario]. E ha molti messaggeri, e tutti si chiamano “Male”, “Male”. .. E sono essi che precipitano il mondo nella colpa, poiché il Tòhu viene da Nord, e Tòhu significa appunto il male che confonde gli uomini finché peccano, e tutto l’istinto cattivo che sta nell’uomo proviene da lì.” (traduzione di Gerschom Scholem)

E ancora:
“Rabbi Amora disse: Che cosa significa il verso: Dio ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe”? Le porte di Sion - sono le porte del mondo; infatti porta significa un’apertura, come si dice [Salmi 118.19]: “Apritemi le porte della giustizia”. Così parlò Dio: io amo le porte di Sion, quando sono aperte. Perché? Perché stanno dalla parte del male, ma se Israele fa il bene davanti a Dio, ed è degno che siano aperte, Egli le ama più di tutte le dimore di Giacobbe, dove regna sempre la pace.” (traduzione di Gerschom Scholem)

Apparentemente paradossale, se letta con molta attenzione, questa interpretazione attribuita a Rabbi Amora ha un senso molto chiaro e forte, ma non è certo quello che ci aspetteremmo da un pio ebreo ortodosso: come può Dio comprendere in sé il Male, al punto da preferire che esso possa mettere alla prova i suoi figli, penetrando dalle porte che conducono la vivificazione a Israele? Probabilmente un cattolico potrebbe dire che santi non si nasce , ma si diventa, non allontanandosi molto da queste sentenze.
Tuttavia, in una regione dell’Europa e in un’epoca così precise, veder fiorire accanto a una eresia cristiana a torto o a ragione considerata spesso neo manichea, una posizione simile sul male e su Satana nella comunità ebraica, non può passare sotto silenzio e non stupire.
Bahir, a quanto sappiamo, fa la sua prima comparsa nei circoli cabalistici verso il 1180.
Cristiani ed Ebrei si interrogano insomma contemporaneamente , a modo loro e al di fuori delle gerarchie ortodosse, sull’eterno problema dell’esistenza del Male, attribuendogli in qualche modo una natura divina che lo pone in posizione paritaria o antagonistica con Dio, ma mai succube o ribelle come nella Bibbia Cattolica. E in Bahir vediamo chiaramente ricomparire, nelle simbologie e nei contenuti mitici, sostrati appartenenti al pre ebraismo che parevano ormai sepolti e perduti.
Non so dare un significato a questa sincronia, che per il poco che so, nessuno ha mai studiato o cercato di analizzare storicamente, tuttavia mi pare importante sottolinearla come meritevole di meditazione, anche alla luce di quanto affermato dalla scrittrice cattolica O’Connor, sia che religiosamente si accetti l’idea del diavolo come entità , sia lo si creda un’astrazione.
Ma la produzione letteraria della O’Connor non nasce dalla lotta col diavolo, come potremmo essere indotti a credere, ma da quello che lei chiama lo “scazzottamento con l’angelo”, confessando il proprio disprezzo infantile per l’angelo custode. Crescendo, continuerà a duellare con l’entità angelica, “così come Giacobbe” poiché “la stesura di un romanzo degno di questo nome è una sorta di duello personale”.
postato da la Parda Flora alle 12:13  

 

06 luglio 2006
Teodicea
SONNY
Perché sta succedendo tutto questo? Tu assisti il reverendo Riggins giù alla chiesa metodista, hai sempre sulla punta della lingua qualche citazione delle Sacre Scritture. Devi pur avere qualche idea del perché sta succendo.

MIKE riflette mentre guida il gatto delle nevi nel bianco desolante che ha ingoiato Main street.

MIKE
Sapete la storia di Giobbe, nella Bibbia?

(SONNY e gli altri annuiscono)

Bene, questa è la parte che non è mai stata scritta. Quando finisce la gara per l'anima di Giobbe e Dio vince, Giobbe s'inginocchia e dice:"Perché mi hai fatto questo, Signore? Per tutta la vita ti ho venerato, ma Tu hai distrutto il mio bestiame, hai disseccato i miei campi, hai ucciso i miei figli e mi hai dato cento orribili malattie... tutto perché Tu avevi una scommessa in corso con il diavolo? Beh, va bene...ma quello che desidero sapere, Signore, tutto quello che il tuo umile servitore vuole sapere è:"Perché io?"E aspetta e quando sta per convincersi che Dio non gli risponderà, nel cielo si forma una nuvola e lampeggia un fulmine e dall'alto giunge una voce: "Giobbe! Si vede che c'è qualcosa di te che mi ha fatto girare le palle!"

SONNY, HENRY e KIRK guardano MIKE non sapendo cosa pensare.
SONNY è persino sbalordito.

MIKE
Vi è stato d'aiuto?

(nessuna risposta da parte degli altri)

Nemmeno a me.

Dalla sceneggiatura originale de La tempesta del secolo di Stephen King
postato da la Parda Flora alle 09:37  

 

05 luglio 2006
Al volo
Bertinotti a Marcinelle: per il lavoro il futuro è l'Europa. (ANSA)

Si aprono prospettive per i pedofili, basta evitare le miniere...
postato da la Parda Flora alle 13:01  

 

04 luglio 2006
Il profeta-anormale
“A garanzia del nostro senso del mistero, occorre un senso del male che veda il diavolo come uno spirito reale, spirito che va costretto a dichiararsi, e non semplicemente come spirito indefinito, bensì con una personalità specifica per ogni occasione. La letteratura, al pari delle virtù, non prospera in una atmosfera dove non si riconosca il diavolo come esistente e in se stesso e come necessità drammatica dello scrittore.

Viviamo in un’epoca che dubita tanto dei fatti quanto dei valori. E’ la vita di quest’epoca che desideriamo vedere e giudicare. Il romanziere non è più in grado di riflettere un equilibrio mutuato dal mondo circostante; deve, al contrario, cercare di crearne uno. E’ la sfera del dramma d’un sol colpo che lo scrittore deve e rispecchiare e giudicare. Quando un tale scrittore fa di un anormale il proprio eroe, non si limita a mostrarci quel che siamo, ma quel che siamo stati e potremmo diventare. Il suo profeta-anormale è un’immagine di sé.”


Flannery O’Connor Sulla propria opera,1963


(credo valga la pena leggere di questo diavolo e di questo inferno, molto molto reali)
postato da la Parda Flora alle 09:36  

 

03 luglio 2006
Mastella minaccia l'unione
Per favore, non incominciamo,eh...
che ci sta bene ancora la neuro militare di sottofondo, mi sa tanto!
>:((
postato da la Parda Flora alle 19:00  

 

Cimici e bromuro
Bibbi grandi occhi
occhi sempre pronti alla deriva,
gatti che svaniscono leggeri
nella notte radioattiva. Ehi.

Bibbi guarda guarda, guarda
che mi tocca sopportare
barre alle finestra
cimici e bromuro
questa qui è la neuro militare.

Non ho niente da fare, leggo le poesie
graffiate sopra i muri scalcinati
facce da soldati scoglionati
aspettano i parenti nel cortile.

Nel cortile non ci voglio andare
fa caldo e non mi va di bazzicare suore, nere,
meglio stare chiusi in una stanza, qui a fumare
ad ammazzare le zanzare. E che zanzare!

Bibbi fu davanti al mare
che ti confessai "non so nuotare"
tutta quella gente
e adesso sono solo, solo
ed ho paura d'affondare.

D'affondare
dentro questa stanza, oscura
come il bisbigliare dei dottori,
oltre quelle sbarre c'è una notte così bella,
Bibbi grandi occhi devo uscirne fuori.
E non so come, ma ti giuro che uscirò di qui,
solo un brutto sogno da dimenticare,
con in tasca le prove della nostra santità
sarà bello camminare ancora per le strade
postato da la Parda Flora alle 08:47  

 

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