07 luglio 2006
Bahir il Luminoso
Nel XII secolo, nella Francia meridionale, in contemporaneità con il comparire dell’eresia catara, all’interno della comunità ebraica compare, anonimo, un libretto dal titolo di Bahir, ovvero Luminoso, che sostiene di raccogliere sentenze teosofiche di antici maestri talmudici.
I cabalisti accolgono con scandalo questa piccola opera, che potremmo ritenere eretica, e che si caratterizza per l’approccio mitico a Dio, che la teosofia ortodossa si sforza invece di svuotare di caratteri simbolici.
Nel Bahir, abbastanza sorprendentemente, troviamo il concetto dell’albero cosmico, identificato con l’albero di Dio, che lo nutre con la propria sapienza e i cui frutti sono dunque le anime dei giusti. Anche se leggende e metafore legate all’albero non mancano nella Bibbia e nella cultura ebraica (una per tutte: l’albero di Jesse) l’unico altro albero cosmico “mitologico” conosciuto nel Vecchio mondo è Yggdrasill, che domina la cosmogonia dei Germani.
Ma le sorprese non finiscono qui. Ecco come si riferisce a Satana il Bahir.

“Ciò insegna che presso Dio c’è un principio che si chiama Male, e sta nella parte settentrionale di Dio, poiché si dice [Geremia 1,14]: dal Nord si espande il male, e cioè: tutto il male che viene a colpire gli abitanti della terra, giunge da Nord. E quale principio è questo? E’ la forma della mano [tra le sette forme sacre che rappresentano Dio nella figura dell’uomo originario]. E ha molti messaggeri, e tutti si chiamano “Male”, “Male”. .. E sono essi che precipitano il mondo nella colpa, poiché il Tòhu viene da Nord, e Tòhu significa appunto il male che confonde gli uomini finché peccano, e tutto l’istinto cattivo che sta nell’uomo proviene da lì.” (traduzione di Gerschom Scholem)

E ancora:
“Rabbi Amora disse: Che cosa significa il verso: Dio ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe”? Le porte di Sion - sono le porte del mondo; infatti porta significa un’apertura, come si dice [Salmi 118.19]: “Apritemi le porte della giustizia”. Così parlò Dio: io amo le porte di Sion, quando sono aperte. Perché? Perché stanno dalla parte del male, ma se Israele fa il bene davanti a Dio, ed è degno che siano aperte, Egli le ama più di tutte le dimore di Giacobbe, dove regna sempre la pace.” (traduzione di Gerschom Scholem)

Apparentemente paradossale, se letta con molta attenzione, questa interpretazione attribuita a Rabbi Amora ha un senso molto chiaro e forte, ma non è certo quello che ci aspetteremmo da un pio ebreo ortodosso: come può Dio comprendere in sé il Male, al punto da preferire che esso possa mettere alla prova i suoi figli, penetrando dalle porte che conducono la vivificazione a Israele? Probabilmente un cattolico potrebbe dire che santi non si nasce , ma si diventa, non allontanandosi molto da queste sentenze.
Tuttavia, in una regione dell’Europa e in un’epoca così precise, veder fiorire accanto a una eresia cristiana a torto o a ragione considerata spesso neo manichea, una posizione simile sul male e su Satana nella comunità ebraica, non può passare sotto silenzio e non stupire.
Bahir, a quanto sappiamo, fa la sua prima comparsa nei circoli cabalistici verso il 1180.
Cristiani ed Ebrei si interrogano insomma contemporaneamente , a modo loro e al di fuori delle gerarchie ortodosse, sull’eterno problema dell’esistenza del Male, attribuendogli in qualche modo una natura divina che lo pone in posizione paritaria o antagonistica con Dio, ma mai succube o ribelle come nella Bibbia Cattolica. E in Bahir vediamo chiaramente ricomparire, nelle simbologie e nei contenuti mitici, sostrati appartenenti al pre ebraismo che parevano ormai sepolti e perduti.
Non so dare un significato a questa sincronia, che per il poco che so, nessuno ha mai studiato o cercato di analizzare storicamente, tuttavia mi pare importante sottolinearla come meritevole di meditazione, anche alla luce di quanto affermato dalla scrittrice cattolica O’Connor, sia che religiosamente si accetti l’idea del diavolo come entità , sia lo si creda un’astrazione.
Ma la produzione letteraria della O’Connor non nasce dalla lotta col diavolo, come potremmo essere indotti a credere, ma da quello che lei chiama lo “scazzottamento con l’angelo”, confessando il proprio disprezzo infantile per l’angelo custode. Crescendo, continuerà a duellare con l’entità angelica, “così come Giacobbe” poiché “la stesura di un romanzo degno di questo nome è una sorta di duello personale”.
postato da la Parda Flora alle 12:13  

 

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