03 settembre 2008
Eppur si muove, ancora.
Apro il giornale e mi pare d’essere tornata ai tempi di Galileo e del suo leggendario “Eppur si muove!” borbottato a denti stretti.
Galileo col quale, faccio notare, la Chiesa ha finito per scusarsi...
è vero, con qualche secolo di ritardo - troppi perché lo scienziato umiliato nella libertà e brillantezza del suo intelletto sotto la pena della scomunica o anche solo un suo discendente, ne abbiano potuto trarre soddisfazione - ma comunque ha finito per scusarsi, che è quello che voglio sottolineare, assieme al fatto che è sempre meglio così, anche se tardi, piuttosto di niente.
QUINDI, anche la Santa Madre Chiesa Cattolica Romana, nonostante l’invenzione geniale del dogma dell’infallibilità, ogni tanto (ogni quanto?) è non solo accertato, ma addirittura riconosciuto ufficialmente: si sbaglia.
Ora, l’attacco dell’Osservatore Romano è contro i criteri scientifici di accertata morte: argomento molto dibattuto e spinoso, anche se magari ai non addetti ai lavori può parere incredibile. Accertare che uno è morto definitivamente e non come quel tale Lazzaro molto caro a Gesù, fratello di Marta e Maria, pare cosa complicatissima, al punto che immagino neppure la inconfondibile puzza di decomposizione di carne umana riesca a liberare fino in fondo dagli ultimi, scrupolosi dubbi.
Certo, un elettrocardiogramma piatto (che in genere è il principale criterio per stabilire la morte fisica del soggetto) è indiscutibile, ma a volte, a furia di bioetica di matrice religiosa scatenata, mi aspetto che le pompe funebri finiranno per offrire - ovviamente a prezzo di favore - ai parenti affranti il loculo modello “Poe” ,con annesso campanellino d’emergenza - sai mai il morto si risvegliasse...
Ditemi voi.

Titolo: “L’Osservatore Romano: la morte cerebrale non è sufficiente a stabilire il decesso”.
Occhiello: Il giornale del Vaticano rimette in discussione il Rapporto di Harvard. "Per la certezza non basta l'encefalogramma piatto" (mi scuso per il collega: in realtà si dice elettroencefalogramma, l’errore marchiano lo segnala persino Word, dato che è proprio la qualità e quantità dell’attività elettrica del sistema nervoso ad essere valutata come criterio di vitalità del soggetto, ma si sa - non si può avere tutto dalla vita: né preti guidati dal buon senso, che mi ostino a ritenere uno dei doni più preziosi inutilmente elargiti da Dio alla sua Creatura; né giornalisti che sanno davvero di cosa stanno scrivendo, e soprattutto COME lo devono scrivere. Poi ci lamentiamo che l’ignoranza dilaga....). L’elettroencefalogramma piatto, per capirci, vuol dire un cervello è fritto e bello che andato, e se il danno ha coinvolto anche il midollo allungato, neppure più in grado di garantire da solo gli automatismi delle più elementari funzioni vitali: battito cardiaco, respiro.... Come dire, senza il santo accanimento terapeutico: la morte come unica, pietosa seppur dolorosa (nessuno si sogna di negarlo), possibilità
Replicano i medici: "E' il criterio migliore". La Santa Sede: "Un articolo non modifica la dottrina”.
Io vorrei solo far notare, rifiutandomi di entrare nel merito del cammino fatta negli ultimi secoli dalla scienza medica, spesso frutto proprio di credenti, che è altrettanti vero che neppure la dottrina può modificare un dato di fatto, anche se pare averlo imposto a forza parecchie volte... a meno di stare a discutere se quella di un vegetale è vita e allora sì: indubbiamente, quella di un essere umano ridotto allo stato di un vegetale è tuttavia tecnicamente dolorosa, stramaladettessima, agonizzante, penosa vita. Per lui e per quei disgraziati che lo amano e lo vedono sopravvivere (non certo vivere) fra tubi e apparecchi di rianimazione vari, ridotto al livello evolutivo di una pianta, ma siccome lo dice l’Osservatore Romano, VIVO! (parole, gente, mica fatti!) e continuano a sperare e a patire. Per anni e anni, spesso: ma mica accanto loro c’è qualche inviato dell’Osservatore Romano a offrirgli conforto e una spalla sulla quale piangere.
E allora forse bisognerebbe, penso, interrogarsi bioeticamente anche sui criteri che stabiliscono senza ombra di dubbio cosa è indispensabile a stabilire la condizione di stato in vita, (un po' come Agostino che ricordava che se la guerra a volte è giusta, capita anche che spesso la pace sia ingiusta) e soprattutto, chiedersi cosa sia davvero la vita e cosa invece la offenda profondamente nella sua dignità.
E umilmente meditare, e forse addirittura pregare di riuscire a capire DAVVERO...



Un altro motivo di meditazione,tanto per ricordare che anche in questo campo, i potenti della terra sono e restano i potenti, e i comuni mortali solo e sempre comuni e, forse, inutili, mortali...

Etichette:

postato da la Parda Flora alle 08:50  

 

   Chi Sono
   Post Precedenti
   Archivi
   Links

Da "Tango Lesson" di Sally Potter

Vamos a lo de la Parda Flora! 

Esmeralda



Le mie ragazze: Malafemmina

Le mie ragazze: Etta

Le mie ragazze: Anna

Le mie ragazze: Esmeralda

Le mie ragazze: Marisa