Lui sogna. Da molto tempo non ha più la grazia di un sonno opaco nel quale sprofondare come in una massa buia e amorfa, profonda come il mare. Sogna di sprofondare in pantani di palude; nessun amico che lo possa aiutare, perché è solo come lo sono i morti. Sogna di prendere delle forbici e, conficcandosele nei polsi, nelle mani, tagliare a una a una arterie e vene dalle mani, per riguadagnare una possibilità di prendere le forbici e usarle, di prendere delle forbici e, conficcandole nei polsi, nelle mani, tagliare arterie e vene e poi guardare il sangue che sgocciola dal suo corpo. Lui sogna.
(continuano Les ombres, da Tous les matins du monde)Etichette: comunicazioni di servizio, cose (e occasioni) perdute per sempre, diario |