26 aprile 2007 |
Now we are free |
Anol shalom Anol sheh lay konnud de ne um (shaddai) Flavum Nom de leesh Ham de nam um das La um de Flavne...
We de ze zu bu We de sooo a ru Un va-a pesh a lay Un vi-i bee Un da la pech ni sa (Aaahh) Un di-i lay na day Un ma la pech a nay mee di nu ku
[x4] La la da pa da le na da na Ve va da pa da le na la dumda
Anol shalom Anol sheh ley kon-nud de ne um. Flavum. Flavum. M-ai shondol-lee Flavu... {Live on...} Lof flesh lay Nof ne Nom de lis Ham de num um dass La um de Flavne.. Flay Shom de nomm Ma-lun des Dwondi. Dwwoondi Alas sharum du koos Shaley koot-tum.
Il testo, a parte l'ebraico shalom, è indiscutibilmente intraducibile in qualsiasi lingua umana (o elfica, come ha invece sperimentato Enya, per The Lord of Rings, e che ha registrato anche una propria versione di questa canzone, tanto che molti la considerano sua), ma l'uso di questa sorta di grammelot creato e cantato invece da Lisa Gerrard riesce ugualmente a trasmettere le emozioni e sensazioni molto particolari e assolutamente godibili che si prefiggeva. Ovviamente, per chi riesca a prescindere dalla pubblicità della B*****a, che ha saccheggiato (e rovinato, legandoli indissolubilmente nell'immaginario collettivo ai propri prodotti da forno - destino ahimè ben diverso da quello per il quale quelle musiche erano nate) alcune delle più belle musiche da film degli ultimi anni, e non solo. Una sua vecchia pubblicità, con una colomba che si levava in volo al rallenti, ripresa dal basso verso l'alto, non si era forse già vista nella scena finale di Blade Runner, per esempio? E con un simbolismo ben più toccante? Chi non ha conosciuto il cinema prima di Blade Runner, per inciso, non è in grado di capire quanto gran parte di quello che venne girato dopo (al cinema e in pubblicità) sia debitore, sia a livello di espedienti tecnici e di montaggi, sia di atmosfere ed umoralità, a questo bellissimo film. Che c'entri il fatto che l'estetizzante e patinato regista de Il Gladiatore si è fatto le ossa con gli spot pubblicitari? Beh, a parte questo, e a parte il campo di frumento (che ha certamente risvegliato le brame della nota ditta che lo annovera come ingrediente primario),che fa da sfondo alla libertà conquistata, qui cantata, che evidentemente coincide con la morte, almeno nel film e nell'intento della canzone, oggi, 26 aprile, siamo finalmente liberi? sono finalmente libera? Non so, non credo... Di certo, scopriamo quanto anche la musica, che dovrebbe essere espressione di libertà, concorra a potenziare quei messaggi di marketing che contribuiscono a imbrigliare la nostra vita, restringendone gli orizzonti..Etichette: extra vagantes |
postato da la Parda Flora
alle 08:42
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