02 dicembre 2007
Qualche indispensabile chiarimento
Mi sono resa conto, anche leggendo cose sparse qui e là (e sinceramente, non tutte degne del tempo sprecato a leggerle, come si può facilmente evincere dai diversi atteggiamenti da me adottati di conseguenza), che si è fatta ampia confusione relativamente al titolo del mio blog.

Allora, per chiarire senza ulteriori fraintendimenti: io, sarà anche solo per la sciatica della quale soffro (“quando quest'uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell'anca, e la giuntura dell'anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui.”), mi sono sempre identificata con Giacobbe, mai con l’Angelo. Argomento questo del nervo sciatico che tra le altre cose ha causato la scrittura di pagine e pagine circa la corretta procedura kasher relativamente al suo trattamento negli animali da macellare da parte dei rabbini.
E quindi, dialoghi, appelli o soprattutto dichiarazioni di assolutamente inesistenti e ridicoli (almeno per quel che ovviamente, viste le premesse, mi riguarda) idilli con l’Angelo, vanno assolutamente rivisti in questa prospettiva. Non mi sono mai sognata di paragonarmi a creature celestiali e l’averlo pensato va solo a risibile giudizio dei cretini, o arroganti, fate voi, di turno: dato che la presupponenza umana, pare non conoscere neppure i limiti della vergogna, del buon gusto e soprattutto dell'umiltà. Così che creature di discutibile valore, che appaiono chiaramente non avere capito un bel nulla di parecchie cose, pur essendo convinti del contrario, e in primis non hanno capito un bel nulla di me, di ciò che sono o del mio modo di essere, si comportano come fossero elementi essenziali della creazione, aghi di una inesistente bilancia della vita, o quanto meno della blogosfera, che misurano, pesano e valutano, come si permise di fare solo il Dio degli Ebrei con Baltazzar, mentre a me appaiono superflui e irrilevanti, pur avendo creduto di comprendere, attribuendomi una parte che non mi sono mia sognata di rivendicare, la mia interpretazione del discusso passo dell’Antico Testamento dal quale prende origine - in modo molto impulsivo - il nome del mio blog, passo che parzialmente riporto e che tanto ha dato da riflettere ed elaborare ad esegeti dell’Antico Testamento, oltre che da interpretare a numerosi artisti, esegeti anche loro, pur se in modo diverso, di quella lotta, mentre io lo ho scelto per riportarne provocatoriamente l’aspetto metaforico, segreto, a mio avviso tuttora da meditare, ove non sia possibile decifrarlo razionalmente - dato che spesso l'arida razionalità è un limite assai diffuso.

Il quadro che apre il mio template è quello, famosissimo, di Eugène Delacroix, che si trova nella chiesa di Saint-Sulpice di Parigi, e per creare una ideale unione con il mio nome di parda Flora, si lega alla riproduzione della ...presa da wrestling , trasformata in passo di tango, creata plasticamente dal celebre ballerino Pablo Veron con la regista inglese Sally Potter, nel film “Lezioni di tango”. Qui, la Potter, ebrea, dà una sua interpretazione (solo una delle molte possibili) del celebre passo, molto controverso, che vede il patriarca Giacobbe, dopo aver condotto in salvo i suoi oltre il pericoloso guado dello Jabbok, ritornare sui suoi passi e trascorrere la notte in una lotta senza requie e senza vincitori o vinti, con l’Altro, che lo affronta senza spiegazioni e apparenti motivi.
Mi pare evidente che qui l’Angelo rappresenti l’Altro da sé, metafisico, ma non necessariamente solo tale, e le interpretazioni degli artisti che si sono cimentati con questo tema hanno, ognuno a modo loro, sottolineato tale aspetto privilegiando ciascuno una diversa sfumatura di significato della possibile lotta. A volte, tale contrapposizione è violenta e colma di aspetti di crisi esistenziale, come nel quadro del Morazzone; altre volte, come nel caso di Rembrandt, si tratta di un vero e proprio abbraccio colmo di accoglienza; infine, cito ad esempio le elaborazioni fattene da Chagall, si pone l’accento sull’aspetto dell’accettazione della povertà della realtà umana a fronte della superiore realtà rappresentata dall’emissario del Divino, della metafisica, di ciò che è oltre di Sé, e tutte le miserie e meschinerie raccolte necessariamente nel Sé.

Non so se sono riuscita, anche se vi ho spesso pensato, soprattutto in momenti oscuri, a dare una mia lettura del celebre passo: so che la fede, dal mio punto di vista, che è quello di studiare e analizzare ciò che è per me motivo di crisi, intesa nel senso medico del termine, e cioè cambiamento anche drammatico, laddove molti invece scelgono la via della sua negazione, molto più comoda e indolore, si è spesso soffermata soprattutto sulla benedizione invocata da Giacobbe e da lui ottenuta, a differenza, mi pare, da quanto accaduto a me, nonostante un dura lotta indiscutibilmente sostenuta.
Anche se questo brano e il suo possibile significato mi è costato ore e giorni di meditazione.
Ma la fede è una cosa strana, ed è nel mio carattere studiare soprattutto ciò che mi genera crisi e incertezza, anziché ignorarlo. Perciò fede e cristianesimo, che sono le realtà nelle quali sono crescita pur se sempre sorretta nonostante tutto da uno spirito vivacemente critico, restano imprescindibili dal mio approccio, anche problematico e smaliziato, alla realtà. Anche perché credo profondamente che non sia corretto criticare ciò che non si conosce davvero, e non solo intellettualmente, ma anche e forse soprattutto col sangue e la carne.

Perciò niente Angeli, o loro più o meno efficaci surrogati, che grazie a Dio! è proprio il caso di dirlo... lascio a personalità più pateticamente egocentriche e bisognose di attenzione a tutti i costi che non la mia, che certi vizi, almeno questi,
;-)
non li ha mai avuti: qui, al massimo, c’è solo il dolore e il dubbio di un essere umano in cerca di risposte che diano una parvenza di significato al suo percorso di vita, e che si sforza di accettare anche la responsabilità di quanti l’esistenza abbia affidato alla sua tutela, compatibilmente con le sue forze e capacità.
E questo è semplicemente tutto, senza tanti ...coup de theatre più o meno ispirati, per chi semplicemente lo voglia capire, e anche per chi sia così ottuso o in mala fede da non riuscire a capirlo - affari suoi... che per fortuna non mi riguardano minimamente.

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postato da la Parda Flora alle 15:10  

 

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