20 febbraio 2007
Stephen Jeffreys - The libertine (il mio "chi sono")
Consentitemi di essere esplicito fin dall’inizio: non credo che vi piacerò. I signori proveranno invidia e le signore disgusto. Non vi piacerò affatto, non vi piacerò ora e vi piacerò ancor meno in seguito...
Questo è tutto. Questo è il mio prologo: nessuna rima e nessun decoro. Non era quello che vi aspettavate, spero.
Sono John Wilmot, il secondo conte di Rochester e non ho - alcuna - intenzione - di piacervi..

Dovete acquisire il dono di ignorare coloro ai quali non piacete. Per mia esperienza, coloro ai quali non piacete sono divisi in due categorie: gli stupidi e gli invidiosi. Gli stupidi vi apprezzeranno fra cinque anni, e gli invidiosi mai

Io non voglio far arrabbiare nessuno, ma devo dire quello che penso, perché quello che penso credo sia molto più interessante del mondo fuori della mia mente...
Io non provo niente nella vita.
(Perciò) Non ti perdonerò mai per avermi insegnato ad amare la vita.
...
E così finalmente giace il convertito sul punto di morte, il pio libertino: non avevo mezze misure, non è vero?
Datemi del vino e dopo l’ultima goccia getterò la bottiglia vuota nel mondo. Mostratemi Nostro Signore in agonia e salirò sulla croce, per togliergli i chiodi e metterli nei miei panni.
Eccomi qua, che abbandono il mondo a fatica, sgocciolando la mia saliva su una bibbia.
Guardo in una cruna d’ago, e vedo gli angeli danzare.
Ebbene, vi piaccio adesso?Vi piaccio adesso?
Vi piaccio adesso?
Vi piaccio adesso?
Vi piaccio adesso?
Vi piaccio adesso?

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postato da la Parda Flora alle 19:47  

 

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