Mi telefona Léon, per annunciarmi in anteprima la morte di Pinochet...altro che angioplastica e terapia intensiva! Come scordare la foto di lui che abbraccia il Polacco? Chissà di cosa stanno chiacchierando, là dove saranno ora entrambi, di fronte al giudice estremo, sperando esista? Sotto gli occhi implacabili della testimonianza di monsignor Oscar Romero, abbandonato a crepare sulle scale della sua chiesa...
Immagino le ombre dei desaparesidos, caduti come grappoli di frutti marci in alto mare dagli elicotteri, nascosti dentro fetide fosse comuni brucianti di calce, che allungano le mani mozzate, i corpi torturati da percosse, acqua ed elettricità, che si allungano su di lui, il demoniaco dittatore sostenuto dagli Stati Uniti; le disperate ed eroiche madri della Plaza de Mayo, i pensieri (e forse qualche rimorso, ma è sperare troppo) dell'amministrazione Cia dell'epoca... Mhhh, che brutto mondo, ma alla fine la livellatrice arriva anche per i dittatori e i loro complici. Triste solo doversi appellare, in ultima istanza, solo alla giustizia ultraterrena. Altre mani grondano di quello stesso sangue innocente, ma moriranno tranquille senza che giustizia sia fatta. E sempre più la pazienza sarà la virtù dei forti, perché da quella porta passeranno tutti, prima o poi...Etichette: comunicazioni di servizio, le vite degli altri, storia (contemporanea) |