07 febbraio 2008
Ultimissime dalla campagna elettorale.
Vorrei rassicurare chi con grande generosità si preoccupa per i miei diritti di cittadina.
Sono stata intercettata?
Secondo me, in alcuni momenti sì
, ma nessuna mia conversazione, dato che s’incentrava su argomenti quali i programmi per la serata, o il mio stato di salute, e non su operazioni illecite, scambi di favori aum aum e/o reati, è finita su nessun giornale.
So che la questione è delicata, e tra lavoro investigativo (irrinunciabile per garantire il rispetto della legalità nel paese) e abuso di potere il passo può essere breve (attenzione, in entrambi i sensi: anche l’abuso di potere legislativo può interferire con la libertà del lavoro investigativo, creando quella pericolosa confusione di poteri e pertinenze tanto cara a qualcuno, ma la cui indipendenza nel convincimento della maggioranza della gente, o così almeno spero sia, è invece ancora dato indispensabile per garantire la democrazia).
Ad ogni modo, mi pare che sinora la mia privacy ne sia uscita indenne.
Sarà forse perché non avevo nulla da nascondere?

All’epoca, ho scelto di sfruttare l’occasione truffaldina offerta dal governo con il famigerato condono fiscale tombale?
No, dato che non avevo pesi sulla coscienza.

E infatti, pur essendo state le mie dichiarazioni dei redditi tutte regolarmente oggetto di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate (o non doveva essere una cosa che avveniva su estrazione a sorte? alla faccia della statistica!) l’unica contestazione fattami è caduta, sulla base di una sequela di sentenze della Cassazione a favore di casi come il mio.

C’è ancora una certa differenza fra l’illecito di chi delinque, e viene pizzicato con le mani nel sacco, e il presunto illecito di chi, svolgendo il ruolo per il quale lo Stato e quindi la società civile lo paga, scopre nel corso delle sue funzioni questioni di rilevanza penale, che denuncia come è suo preciso compito fare.
Così come c’era palesemente differenza fra una azienda che regolarmente rendeva pubblico un bilancio esatto, e un’altra che lo falsificava ad hoc, ma già questa differenza non esiste più.
Fate attenzione, perché temo che non sarà l’unica differenza stridente fra legale e illegale che vedremo a breve sparire dal nostro orizzonte.


Il problema è, vedete, che la maggior parte della gente, al telefono, parla di cose normali, e non di scambi in natura fra zoccole e voti per mettere in difficoltà il governo, o cose simili - ergo, la maggior parte della gente non finirà mai con le proprie conversazioni private sul giornale, perché sarebbe ridicolo, e perché non avrebbe alcun interesse commerciale.

Comunque, se le parole chiave della campagna elettorale di Obama sono:
Cambia! Spera! Cambia! Vota!


Ora conosciamo anche quelle di uno dei nostri candidati:
Meno tasse!
(complimenti: nuovissima!);
Più edilizia popolare! (rispetto alle grandi opere di tempi più faraonici, la realpolitik ha evidentemente dovuto aggiustare un po’ il tiro)
Basta con le intercettazioni telefoniche , che violano la privacy (mia o di miei compagnucci di merende al potere, che di quella dei cittadini in realtà non mi frega niente) e poi le conversazioni private dei cittadini finiscono sui giornali (ci si augura, dopo essere state passate al vaglio della magistratura e una volta sciolto il segreto istruttorio). Insomma, alla fin fine, si prosegue con l’opera di delegittimazione della magistratura e del suo lavoro: neanche qui nulla di nuovo - si punta a legiferare ad personam. Ebbe, mi chiedo, che male c’è in una libera informazione, purché rispetti il segreto istruttorio e il principio garantista della giurisprudenza italiana? Se chi governa è disonesto, ritengo che sia mio diritto di cittadina saperlo, e vederlo magari punire, dato che nel suo ruolo istituzionale la sua condotta dovrebbe essere ancor più irreprensibile. Qui sì, mi pare i miei diritti di cittadina siano invece allegramente disattesi e beffati.
Ah, capisco, il problema sta nel concetto di libera informazione... ma il conflitto d’interessi ormai, non interessa più a nessuno, dato che quando era il momento di intervenire, ci si baloccava con beghe interne che ci hanno portato a questi bei risultati.

Insomma, a me pare il solito brodo servito in una zuppiera nuova, ma niente di più: se gli italiani non ne hanno ancora abbastanza, di questa minestrina sciapa...
Mi piacerebbe però tanto sapere, dato che è economia spicciola che i bilanci si risanano aumentando le entrate e riducendo le uscite, (in genere rendendosi così molto impopolari), e che i bilanci sani sono indispensabili per una economia sana e vitale, oltre all’uso dell’ereditato “tesoretto”, come intenda seriamente affrontare il problema del bilancio pubblico italiano che tanto allarma la UE, codesto candidato, dato che la cosa, al solito, non appare nei suoi programmi (e per favore, non confondiamo i venditori di sogni coi venditori di fumo!).
Statemi bene, se vi riesce.

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postato da la Parda Flora alle 09:31  

 

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