06 febbraio 2008
Italiano standard, addio?
Due articoli su La Repubblica da leggere: uno sull'ignoranza linguistica dei laureati e l'altro sull'ignoranza collettiva che ormai dilaga ovunque, con un appello disperato: c'è più nessuno in grado di scrivere in italiano standard?
Secondo me sì; il vero problema - non affrontato, perlomeno dal giornale e non in quest'ottica - è che poi nessuno o quasi lo capirebbe, ritornando così la lingua a funzionare da barriera sociale. Quindi ci barcameniamo, linguisticamente, fra l'esigenza di tutelare la ricchezza e la bellezza di una lingua che sempre meno persone sono in grado di usare correttamente (giacché il linguaggio è uno strumento) e la necessità civile e democratica di farsi capire da tutti. Sinora la scelta è, come in genere accade, appiattire il tutto verso il basso che più basso non si può, e questo obiettivo mi pare la scuola dell'obbligo lo abbia centrato in pieno; poi però dovrebbe anche esserci una comune risalita, e qui mi pare siamo ancora piuttosto carenti, persino di buona volontà, tenuto anche conto che alcune decisioni che mi parevano sensate, del triennale "pacchetto scuola" varate con regolare copertura di fondi dal governo Prodi, non si sa bene che fine faranno.

Comunque, se vi va, leggete e poi se può riparlare.
Per intanto, mi accontento di veder confermate alcune cosine che penso, di fronte a chi mi parli di stile, spontaneità, sperimentazione, originalità etc.

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postato da la Parda Flora alle 11:45  

 

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