05 febbraio 2008 |
E forza, Italia... |
“Thank you, South Carolina.
...Yes, we can.Yes, we can change. Yes, we can. Yes, we can heal this nation. Yes, we can seize our future. And as we leave this great state with a new wind at our backs and we take this journey across this great country, a country we love, with the message we carry from the plains of Iowa to the hills of New Hampshire, from the Nevada desert to the South Carolina coast, the same message we had when we were up and when we were down, that out of many, we are one; that while we breathe, we will hope.
And where we are met with cynicism and doubt and fear and those who tell us that we can't, we will respond with that timeless creed that sums up the spirit of the American people in three simple words -- yes, we can.
Thank you, South Carolina.I love you.”
Yes we can to opportunity and prosperity. Yes we can heal this nation. Yes we can repair this world. Yes we can. We believe eguality. Change. Hope. Change. Vote! Yes, we can…
Un video in bianco e nero, frutto di Jesse Dylan, figlio di Bob e di will.i.an dei Black Eyed Peas, che non può non ricordare un giovane John Kennedy che si appellava alla parte migliore della nazione; parole e uno slogan tratti dal discorso pronunciato da Obama dopo la vittoria nella simbolica Carolina del Sud, cantato da alcuni artisti che scandiscono, accanto alle immagini del suo discorso, lo slogan di Obama: noi possiamo, sì, noi possiamo crederci di farcela. E sullo schermo appaiono le parole forti di questa campagna elettorale, che pare volersi portare via paura, dubbi, cinismo, odor di muffa e parrucchini - Cambia!Spera! Cambia! VOTA!
Al confronto delle tristi campagne elettorali alle quali siamo abituati, scontate, deprimenti, prive d'anima, poco da dire: una standing ovation per chi cura l'immagine di questo candidato, tanto da riuscire, per un attimo a farci volare alto con lui ricordandoci che probabilmente sì, se davvero vogliamo - tutti: politici, elettori - guarire anche questa, di nazione, rimpadronirci del nostro futuro e cambiare, ricominciare a sperare, lo possiamo fare. Perché no?
Anche se, fulminacci! non pensavo di essere presa così sul serio, e così rapidamente! Che devo dire? Speriamo che sia la volta buona e che qualcosa cambi, per davvero, a partire dalle teste degli elettori... E' vero che Veltroni adora, come me, L'uomo dei sogni di Phil Alden Robinson, ma non so se sarà sufficiente. Speriamo. A questo punto, sempre più: Cambia! per favore cambia!
Cambia!Spera! Cambia! VOTA!
(Chi era che si occupava di tecnica di comunicazione politica? Questa è di razza pura, secondo me)Etichette: L'Italia s'è desta? |
postato da la Parda Flora
alle 19:37
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