"Il 10 luglio è semplicemente un'altra data sul calendario russo. Capita però che sia l'ultimo giorno utile per apportare cambiamenti a questo libro. Ieri, in tarda serata, Paul Chlebnikov, redattore capo dell'edizione russa di Forbes Magazine, è stato assassinato a Mosca. L'hanno falciato mentre lasciava la sede della rivista. Chlebnikov era famoso per aver scritto degli oligarchi, della struttura del 'capitalismo malavitoso' russo e delle ingenti somme di denaro sulle quali certi nostri cittadini sono riusciti a mettere le mani. Sempre ieri sera, Viktor Čerepkov è stato fatto saltare in aria a Vladivostok. Era un membro del nostro parlamento, la Duma, e famoso per essersi fatto portavoce dei più deboli e dei più poveri di questa terra. Čerepkov era candidato come sindaco di Vladivostok, sua città natale, la più importante dell'estremo oriente russo. Aveva superato con successo il secondo turno e sembrava avere buone possibilità di essere eletto. Mentre usciva dalla sede del suo comitato elettorale è stato fatto saltare in aria da una mina antiuomo attivata a distanza. Sì, in Russia è arrivata la stabilità. È una stabilità mostruosa, sotto la quale nessuno cerca giustizia in tribunali che ostentano il proprio servilismo e la propria partigianeria. Nessuna persona sana di mente può cercare protezione nelle istituzioni incaricate di difendere la legge e l'ordine, perché sono completamente corrotte. La legge del taglione è all'ordine del giorno, nella mentalità delle persone e nelle loro azioni. Occhio per occhio, dente per dente." 7 ottobre, 16 e 20, ora di Mosca :Anna Politkovskaja, giornalista, 48 anni, assassinata questo pomeriggio (il corpo accanto all'ascensore, quattro proiettili, una pistola Makarov). Il brano è tratto dal suo libro Putin's Russia, Harvill Press, 2004.
Come al solito, grazie alla generosità di Miru e di Tlaxcala
Anna Politkovskaja/Post in aggiornamento "Anna non aveva niente in comune con gli intrighi politici o con qualsivoglia 'interesse finanziario'. Era assolutamente impossibile farla tacere o corromperla. Considerava la ricerca della verità e della giustizia un proprio dovere giornalistico e umano, e in questo era inflessibile. Ha cercato la giustizia e la verità anche nei tragici eventi ceceni, dall'inizio della guerra cecena fino a oggi, ed era consapevole di quanto ciò fosse pericoloso. Oggi non sappiamo chi l'ha uccisa, né perché. Possiamo solo avanzare due versioni. O è stata una vendetta di Ramzan Kadyrov, delle cui attività ha scritto e ha parlato molto. Oppure sono stati coloro che volevano far cadere dei sospetti proprio sull'attuale primo ministro ceceno, il quale, avendo superato i trent'anni d'età [l'età minima per candidarsi alla carica, n.d.T.], può ora aspirare alla presidenza".
Dalla prima pagina della Novaja Gazeta. (Se penso a Fede, a Feltri...lasciamo stare, non è neppure giusto pagare con la vita la propria professionalità)
Questo invece è il pezzo che appare sulla prima pagina dello speciale di 7 pagine della Novaja Gazeta che sarà in edicola domani: "Era bella. Negli anni lo era diventata anche di più. Sapete perché? Dio ci dà un volto, ma poi siamo noi a costruirlo, a seconda di come viviamo. Si dice anche che nella maturità nel viso cominci a trasparire l'anima. La sua anima era bellissima. Era molto femminile. Sapeva ridere in modo incantevole per uno scherzo riuscito e piangere per un'ingiustizia. Qualsiasi ingiustizia - qualsiasi cosa riguardasse - era per lei un nemico personale. E l'affrontava lottando fino all'ultimo. Era anche incredibilmente coraggiosa. Di gran lunga più coraggiosa di molti uomini che si muovono su mezzi blindati, circondati da guardie del corpo. L'hanno minacciata, hanno cercato di spaventarla, l'hanno sottoposta a pedinamenti e a perquisizioni. In Cecenia i 'nostri' soldati l'hanno arrestata e hanno minacciato di fucilarla. L'hanno avvelenata, quando ha preso l'aereo per Beslan, e si era ripresa a stento. E anche se in seguito non è più stata bene, ha continuato a indignarsi e a lottare come e più di prima. Molti, perfino gli amici della Novaja Gazeta, a volte dicevano: 'Beh, la vostra Politkovskaja... questa poi...'. Macché. Scriveva sempre la verità. Piuttosto, questa verità era spesso così tremenda che molti facevano fatica ad accettarla. E di qui la reazione di difesa che portava a esclamare 'questa poi...'. Talvolta capitava anche a noi della redazione. Probabilmente la cosa più difficile per la gente normale è cercare di non voltare le spalle a ciò che atterrisce. Ma se si guarda il male dritto negli occhi il male non è in grado di sostenere quello sguardo. Anja guardava il male dritto negli occhi. Forse per questo era uscita vincitrice da situazioni molto difficili. E forse sempre per questo era riuscita a rimanere viva laddove coloro che distolgono lo sguardo non sarebbero sopravvissuti. Per noi è ancora viva. Non ci rassegneremo mai alla morte della nostra Anja. E chiunque abbia preso sotto la propria responsabilità questo feroce omicidio - nel centro di Mosca, in pieno giorno - saremo noi stessi a cercare gli assassini. Possiamo anche immaginare dove si trovano... Come vanno le cose in Russia con l'indipendenza dei mezzi di informazione di massa? Se ne parla in America e in Europa. Ma intanto alla Novaja Gazeta negli ultimi anni hanno ucciso tre importanti giornalisti. Igor Dominikov. I suoi assassini, grazie al buon lavoro di bravi giudici e del giornale stesso, sono comparsi in tribunale. Jurij Ščekočichin. Le autorità hanno rifiutato perfino ai suoi genitori il legittimo diritto di conoscere i risultati delle indagini... Ma noi continuiamo le nostre ricerche. Gli assassini saranno puniti. Adesso, la nostra Anja Politkovskaja. Non hanno ucciso solo una giornalista, una persona che lottava per difendere la verità e una cittadina, ma anche una donna e una madre bellissima. Finché ci sarà la Novaja Gazeta, i suoi assassini non dormiranno sonni tranquilli".
A me quest'articolo molto "caldo" ha ricordato un'altra storia, raccontata nel 1969 da Costa-Gavras. Era "Z,l'orgia del potere", ispirata all'assassinio del deputato socialista Gregorios Lambrakis e alla nascita del regime dei colonnelli in Grecia. Forse non è il più bel film del mondo, anche se venne premiato a Cannes, ma a me, ancora ragazzina, quel grido - vive - resta ancora nelle orecchie. Ora quel regime è caduto, con le libere elezioni del novembre 1974 e io sto qui a ricordarne uno degli orrori. La storia è anche questo, per fortuna, a volte.Etichette: comunicazioni di servizio, consigli ai poveri naviganti, extra vagantes, le vite degli altri, persone |