31 maggio 2006
aspettando...
Ho un amico che ha il nome del cugino di Dante: è un nome di famiglia. A volte mi racconta della carrozza dei suoi antenati, che usavano per andare a corte da Franceschiello, anche se la nobiltà del ceppo è ben più antica. Il nostro passatempo preferito è passeggiare per i parchi di Milano e per quanto resta della sua parte romana. A un occhio attento sono ancora individuabili, con cuore nell’area della Zecca e di piazza degli Affari e cartina sottomano, il decumano e il cardo massimo romani. C’è una casa privata che ha un mosaico romano su una parete -ovviamente protetto dalle Belle Arti.
Chissà perché non si pensa mai a Milano come città d’arte.
Lui è ricercatore di storia Bizantina, ma se si riesce ad arginare l’argomento è un gradevolissimo, curioso e colto conversatore. In effetti, quando il prossimo anno andrà per dei periodi di perfezionamento ad Oxford, mi spiacerà molto.
Anche perché non sdegna uno dei riti milanesi - la colazione da Cova, una specie del caffè del Greco a Roma, ma molto migliore organoletticamente - con annesso struscio in Montenapoleone. Oppure terminiamo le nostre passeggiate con un the verde giapponese ( non sono così maniacale da ricordare i nomi, ma lui si) preparato a casa sua con tutta l’attenzione che richiede: teiera di metallo di un bellissimo blu cobalto, pre riscaldata, coccini appositi per the che si deve bere tiepido e non caldo, eccetera eccetera.
La sua vecchia casa era vicina all’attuale studio dell’avvocato Bernardini De Pace, che merita, per esperienza personale, tutta la fama che si è fatta. Non c’è avvocato bravo che non abbia una doppia fila di denti come gli squali, nascosti dietro una apparenza piacevolmente ingannevole. Degli altri non val la pena interessarsi.
La nomino qui, perché il suo studio, molto bello, ricavato in un palazzo neoclassico nel quale abita anche un conosciuto calciatore, confina col famoso laghetto abitato da fenicotteri rosa della famiglia Invernizzi.
Il mio amico è protettivo nei miei confronti, e questo m’intenerisce. Ha sofferto molto, per questo ha rispetto del dolore degli altri e vorrebbe proteggerli, almeno quelli che ama; se penso a chi il dolore si diverte a procurarlo... Mi da consigli materni assolutamente esilaranti e mi abbraccia, come una madre che non ha mai avuto. Lascio perdere gli anni che passano e penso a quanto gli è costato sopravvivere, barcamendosi fra suo padre e soprattutto sua madre, anche se non lo racconterò qui. Un bacio anche a te, G.

Beati voi, o sani
che come angeli
potete bearvi di ciò che avete
gratuitamente ricevuto in dono
come fosse per voi un premio.
postato da la Parda Flora alle 11:49  

 

   Chi Sono
   Post Precedenti
   Archivi
   Links

Da "Tango Lesson" di Sally Potter

Vamos a lo de la Parda Flora! 

Esmeralda



Le mie ragazze: Malafemmina

Le mie ragazze: Etta

Le mie ragazze: Anna

Le mie ragazze: Esmeralda

Le mie ragazze: Marisa