11 novembre 2008
Che schifo
Il bollettino medico dell’attacco notturno alla scuola Diaz, tornato attuale in questi giorni che vedono gli ultimi atti processuali contro i 29 poliziotti imputati per quei tragici fatti del luglio 2001, sembra quello di una guerra, o di un attacco terroristico: dei 93 arrestati, 82 sono feriti, 63 ricoverati in ospedale (tre con prognosi riservata), 20 subiscono fratture ossee (soprattutto mani - forse anche perché alzate in un vano tentativo di resa o di difesa? - e costole e poi crani e ossa del massiccio faciale). Tanto che fra i capi d’accusa c’è anche il tentato omicidio.
Una delle vittime ha raccontato: “Sembrava che ci odiassero. Ho visto un poliziotto con un coltello in mano: bloccava le ragazze, i ragazzi, e tagliava una ciocca di capelli con il coltello.” Insomma: trofei delle proprie vittime, come quelli che di solito collezionano i serial killer? L’idea è decisamente inquietante.
Amnesty International definì quanto accaduto a Genova fra il 19 e il 22 luglio 2001: “La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”. Davvero un record invidiabile per una Repubblica Democratica...
Guarda caso, al governo c’erano, come oggi, Berlusconi & Co.
Il giornalista Giuseppe d’Avanzo si è chiesto su La Repubblica: cosa provocò quella violenza feroce e rabbiosa?
Probabilmente qualche giorno fa gli ha risposto preventivamente Cossiga, autore di una famosa legge che i più anzianotti certo ricorderanno, che illustra le dinamiche, neanche tanto nascoste (infatti l’intervista è comparsa sui mezzi d’informazione tranquillamente, come fossero le istruzioni di Nonna Papera per cuocere una perfetta apple pie) del potere politico che governa gli Interni, e quando vuole manipola la popolazione: per ottenerne il consenso; per ottenebrarne sempre più il senso civico e il potere critico e dissenziente rispetto a serrate che violano la libertà e i diritti civili dei singoli; per fungere da specchietto per le allodole, quando la si voglia distrarre da altre cose rispetto alle quali la società civile potrebbe avere qualcosa da obiettare. Si prende una talpa, la si infiltra ne L’onda per essere sicuri di ottenere gli effetti voluti, poi si scelgono con cura i poliziotti che dovranno fare servizio d’ordine alle manifestazioni, in base a esperienza, aggressività, convinzioni ideologiche, e li si prepara adeguatamente, con levatacce, turni e orari pesantissimi, istruzioni ufficiose e così via (tutto un vecchio arsenale ben noto) così che poi possano scaricare stanchezza e tensione sui capri espiatori prescelti. L’importante è che ci sia una reazione della controparte, meglio se pesantemente provocata, così la gente starà dalla parte desiderata, e accetterà forme di repressione violenta, che altrimenti sarebbe ostico fare digerire. Pare la cronaca della manifestazione di Roma e dell’aggressione dei fascisti di Blocco Studentesco, da molti testimoni hanno indicati come conniventi con il servizio d’ordine.

Per aver teorizzato istruzioni strategiche simili, durante gli anni di Piombo, più d’uno dovette far fagotto e lasciare velocemente l’Italia, ma evidentemente, solo perché non era un ex presidente della Repubblica. Perché qui evidentemente la questione non è quella della contrapposizione tra Stato e terrorismo, di qualsiasi matrice esso sia, ma fra Stato e legalità o illegalità, che è tale qualunque sia il soggetto che la compie.
Prima ancora dei consigli di Cossiga, il piduista Gelli, indicando nel presidente del Consiglio l’unico possibile erede spirituale del suo progetto eversivo (ce li ricordiamo, vero, gli obiettivi per i quali era nata la loggia massonica conosciuta come P2?), aveva lanciato un altro macigno nello stagno nel quale pare sempre più impantanata la nostra democrazia, tant’è che non mi pare nessuna delle due inquietanti esternazioni dei terribili vecchietti abbia provocato le reazioni che ci si potrebbe aspettare. D’altra parte, Berlusconi stesso ha chiaramente detto che si è stufato, e ha intenzione di dire quel che gli pare, d’ora innanzi (in realtà, non ci eravamo mai accorti si trattenesse dal dire balle e cazzate inopportune a ogni piè sospinto, ma a quanto pare non abbiamo ancora toccato il fondo).

Proprio ieri l’altro notte cadeva l’anniversario della famigerata Notte dei Cristalli (1938), mentre episodi di razzismo, più o meno velato - a volte addirittura da battuta di fine umorismo, e coglione imbecille chi non lo capisce! - compaiono con sempre maggior frequenza e, terribilmente, apparente normalità, nella cronaca quotidiana non solo, ma spesso, nostrana.

Stanotte ho avuto gli incubi.

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postato da la Parda Flora alle 20:17  

 

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