Ieri, 12 dicembre, per quei pochi che ancora ricordano, era l'anniversario della strage di Piazza Fontana, però, visto come sono andate le cose, per ricordare l'intera faccenda, compresa la "sentenza tombale", il 13 come data (che nella mia personale numerologia porta sfiga, non fortuna)mi pareva più adatta. Visto che grazie alla ...salomonica sentenza, da allora credo poco sia cambiato, ripropongo quello che scrissi un anno fa, più o meno... Mi permetto di aggiungere solo una consiglio: estote parati, che qui non si sa mai!
Erano le 16 e mezzo del 12 dicembre di 38 anni fa, quando una bomba esplose dentro la Banca nazionale dell'Agricoltura a Milano, in Piazza Fontana. Appena dietro il Duomo, di fronte al Vescovado....Ci sono di fronte dei giardinetti con delle panchine, dove è comune vedere coppiette e anziani riposare. Una targa sul muro della banca ricorda la strage: ci saranno infatti 16 morti e 88 feriti, nonostante in teoria la Banca dovesse essere già chiusa al pubblico. Fortunatamente, non esplode invece l’ordigno posto all’interno della Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala. Anche Roma ha le sue esplosioni: alla Banca nazionale del Lavoro in via Veneto (13 feriti), all'Altare della Patria e all'ingresso del Museo del Risorgimento (altri 4 feriti). Il resto è storia: l’arresto degli anarchici Valpreda e Pinelli, capri espiatori di un clima di tensione palpabile come le macerie della Banca sventrata. L’anarchico Pinelli che il 15 dicembre, dopo tre giorni consecutivi di interrogatorio (comportamento illegale della polizia, vola giù dal quarto piano della Questura di Milano - suicida, secondo l’allora commissario Luigi Calabresi, personaggio forse non poi così limpido come si vorrebbe: erano già anni davvero di piombo, a Milano, quelli!, che a sua volta morirà, in largo Cherubini, di fronte alla porta di casa, il 17 maggio 1972, ucciso da un commando di due uomini che sarebbero stati istigati ad agire da Adriano Sofri, e così giungiamo ai giorni nostri, e alla diatriba sulla grazia, che Sofri dichiarandosi innocente non ha mai chiesto, ma che ha tanto fatto imbufalire il fu ministro della giustizia Castelli, come forse qualcuno ricorderà, opponendolo in modo duro e per alcuni, anticostituzionale, all’allora presidente della Repubblica Scalfaro, con la controversa questione della firma d’assenso come atto dovuto o meno alla grazia decisa dal Presidente, in quanto prerogativa costituzionale del suo alto ruolo.
Ma per tornare a Piazza Fontana e alla sua bomba: si apre una inchiesta sulla morte di Pinelli, della quale il giornale Lotta continua accusa insistentemente la polizia, ma il giudice d’Ambrosio concluderà l’inchiesta con la sentenza di morte accidentale - Pinelli sarebbe caduto per un malore. Dopo tre giorni d’interrogatorio, dei quali possiamo immaginare la percussività e la violenza... Ma lasciamo stare. Inizia anche il calvario di Valpreda, processato più volte, prima che nel 1972 le indagini si indirizzino finalmente nella direzione dell’eversione di destra. Non seguiremo le intricate e talvolta fortunose vicende investigative e giudiziarie, nelle quali a un certo punto sbuca, non si sa quanto a tono, persino la Cia, che porteranno al proscioglimento di Valpreda, morto il 6 luglio 2002, del quale vogliamo ricordare i gialli milanesi scritti con Valprico, e il bar, dove mi è capitato più volte di bere il caffè, e anche il gattino - divenuto nel frattempo gattone e recentemente passato a miglior vita - regalato a un'amica.
Nel 2001 la seconda corte d’Assise di Milano condanna per la strage i neofascisti Delfo Zorzi (da anni rifugiato in Giappone), Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni all’ergastolo, e a tre anni per favoreggiamento Stefano Tringali. A distanza di 32 anni, uno dei misteri vergognosi della prima repubblica pare finalmente aver trovato compimento. Ma non è così: sbucano nuovi collaboratori di giustizia, si coinvolge l’MSI, si fanno nuovi nomi e, nel 2003, si inizia il processo d’appello. L’anno dopo, nonostante il sostituto procuratore generale al termine della requisitoria chieda la conferma delle condanne emesse nella sentenza di primo grado, la Corte d'assise d'appello di Milano assolve Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi per insufficienza di prove, e riduce a un anno con la sospensione condizionale la pena di Tringali. Nonostante il ricorso della Procura milanese contro la sentenza di assoluzione, il 3 maggio 2005 la cassazione conferma la sentenza del 2003 e, come ciliegina sulla torta della beffa, obbliga i parenti delle vittime al pagamento delle spese processuali. Che dire, se non: Giustizia è fatta! Giustizia cieca e uguale per tutti... Ci sarebbe davvero da ridire, se non venisse da piangere: di rabbia, di dolore, di frustrazione...fate un po' voi. Chi desiderasse approfondire la questione del coinvolgimento Sofri nel delitto Calabresi, può leggere un pamphlet, opera dello storico Carlo Ginzburg, intitolato "Lo storico e il giudice", che esaminando con metodologia da storico abituato alla disamina degli atti dei processi inquisitoriali, analizza l’incartamento processuale di Adriano Sofri, evidenziandone crepe e incongruenze, soprattutto nelle testimonianze del pentito Marino. Può convincere o meno, ma è una bella lezione di metodologia storica: fosse solo per quello, val la pena, se capita, dato che ormai il libro ha qualche annetto e non è facile da trovare, leggerlo.
Oramai, dopo l'ultima beffa giudiziaria, non resta credo che ostinarsi a ricordare e far ricordare (significativo il titolo del libro scritto da Fortunato Zinni - Piazza Fontana: nessuno è Stato!) e potremmo ricominciare a parlare di storia e memoria e magari anche indignazione, ma tanto, a che pro?
"Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze e anarchici distratti cadere giù dalle finestre". Modena City Ramblers
Altre news incredibili, pur se molto diverse: stesso sangue e incredulità attonità. Una volta, tanto tempo fa, gli U2 sapevano fare musica sul serio...Etichette: cose da ricordare |