04 gennaio 2007
Datemi una sega! (Saddam Hussein e “Apocalypto”)
Ancora a parlare della esecuzione di Saddam Hussein.
Ora, anche se non si sa né quando né dove, ne dovrebbero seguire altre due, nella più totale incuranza per l’insurrezione mondiale di opinioni contrarie alla pena di morte che si sono avute in questi giorni. Col solito Pannella, che si è epurato degli eccessi natalizi, e ora, per il momento, riprende a bere - come fa ogni volta che sciopera e i medici lo considerano in reale pericolo. Forse si sarà capito che nello schieramento parlamentare, i radicali, ai quali non è per me possibile perdonare il voltafaccia di destra della passata legislatura, né la vampiresca passione per approfittare per i loro fini di qualsiasi situazione drammatica, pur di raccattare uno straccio di visibilità e, quindi, potere, non rientrano fra le mie preferenze.
E’ passato il video ufficiale; è passato il video pirata; è stato arrestato, o almeno così sembra, l’operatore “pirata”... chi aveva la morbosità di vedere un uomo che muore, se l’è comunque potuta togliere senza grosse difficoltà, né pesi sulla coscienza. Alla fin fine, la finzione e la realtà non sono poi così distinguibili...
Io ho ricordato le brave portinaie del periodo del Terrore, in Francia, che assistettero, tricottando alacremente, al massacro di 177 persone in pochi mesi, denunciando bravi cittadini parigini sospetti perché antipatici o chissà, perché avevano il naso storto....
Oggi, fortunatamente, la Francia si è unita all’Italia nel chiedere una moratoria all’ONU perché la pena di morte sia proibita.
Oggi giunge anche la notizia, ovviamente gradita, che anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon ha fatto marcia indietro rispetto alle precedenti posizioni, sostenendo che l’ONU deve operare perché la barbarie (questo lo dico io) della pena di morte diventi al più presto qualcosa da dimenticare.
Eppure, nel mio leggere i giornali del mattino, come di solito faccio, mi sono imbattuta in un paragrafo che mi ha fatto molto pensare. Si riferisce all’ultimo film di Mel Gibson regista, del quale come attore posso dire che The signs di Night Shyamalan era piaciuto, come film, evidentemente, sulla fede e non sugli extraterrestri, come solo gli idioti lo avevano interpretato. La fede, argomento purtroppo poco di moda al di fuori dei confini del Vaticano e delle canoniche,ma che però mi interessa: non mi piace lasciarla in mano a chi ne vuole fare, per l’ennesima volta, solo una questione di potere.
La fede è un dono divino: merita rispetto!
Ora, sulla fede cristiana di Mel Gibson e della sua famiglia d’origine se ne sono dette di tutti i colori, probabilmente a ragione: in più occasioni (in vino veritas) pare che il nostro eroe si sia abbandonato ad affermazioni razziste che cozzano non poco con l’amore per l’umanità che dovrebbe caratterizzare i seguaci di Cristo.
Ora, dopo averci ammannito la versione più vera del vero - così pare, ho rifiutato di vederla, accontentandomi della lettura dei Vangeli, della Passione di Cristo - ha deciso di illustrarci la fine dell’impero degli Amerindi, nel loro scontro con gli spagnoli.
Gi Amerindi che aspettavano che giungesse di là dal mare, un dio biondo a cavallo, furono sterminati dalla fede nel dio d'oltremare, dalle malattie e dalle missioni francescane armate (che ne avrebbe detto Francesco, lo possiamo immaginare fin toppo facilmente!!) che tolsero loro ogni senso di identità culturale.
Il film in questione è, ovviamente, “ Apocalypto”, che si è subito segnalato per le molte scene crude e violente... si sacrifica persino un tapiro strappandogli il cuore... personalmente credo che nelle prigioni irachene, o a Guantanamo sia successo, se non succede, di peggio, ma per fortuna non le ho mai visitate, mi posso consolare con il dubbio... e la speranza che gli esseri umani non siano quella porcheria che spesso pare si glorino di essere.

Fole della buona notte per i bambini!

Tuttavia, mentre in altri stati il film, per la crudezza di molte scene, è stato vietato almeno ai minori di 14 anni, in Italia, grazie anche all’assenza dello psicologo che dovrebbe fra parte della Commissione di revisione cinematografica, ha ricevuto il via libera più totale.
Ovviamente c’è stata la consueta levata di scudi da parte delle associazioni di genitori...ma quel che mi ha fatto davvero pensare, e secondo me dovrebbe far pensare un po’ tutti, è il commento, pacato ma spietato, di Carlo Freccero:
E' un film molto interessante sulla violenza del potere, *un potere primordiale e pre-moderno come quello di oggi*. La riprova è nel fatto che perfino le immagini di Saddam con il cappio al collo siano state diffuse con sufficiente indifferenza e che Bush abbia identificato nell'esecuzione del rais la pietra miliare di quella democrazia che l'Occidente si è incaricato di instaurare in Iraq. Se avessimo dovuto vietare il film, allora avremmo dovuto spegnere i Tg al 2001. Dopo le torture nel carcere di Abu Ghraib, è imbarazzante fare ragionamenti di questo tipo".
(La Repubblica, 4.1.2007)

Credo che questo pensiero meriti più di una riflessione seria e motivata.

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postato da la Parda Flora alle 17:43  

 

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