30 dicembre 2006
Lord of war
“Ci sono più di 550 milioni di armi in circolazione nel mondo... Equivale a una ogni dodici persone. Ora la domanda è: come armiamo le altre undici?...Dove esiste un desiderio, esiste un’ arma...”


Avete presente quella formuletta che invariabilmente chiude tutti i film e telefilm che abbiano anche vagamente a che fare con eventi di cronaca nera, spionaggio o politica?
“Ogni riferimento a fatti o persone citate in questo film è puramente di fantasia, o casuale, o bla bla bla, come la preferite mettere. “
Tutti tranne questo film, che fra l’altro ci illustra il vero grande “colpo del secolo”, l’allegra fiera campionaria apertasi dopo la caduta del Muro di Berlino, che ha visto il prosperare dello smercio, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo (un AK-47 non si nega a nessuno, suvvia! funziona anche se è coperto di sabbia e lo sa usare persino un bambino-soldato), del ricco arsenale militare sovietico (si calcola che solo in Ucraina, tra il 1982 e il 1992, siano state rubate armi per un valore che supera i 32 miliardi di dollari!).

Questo film che ci insegna come i lavoratori indipendenti del settore siano indispensabile per fare il lavoro sporco di onorevoli personaggi MOLTO vicini alle amministrazioni politiche di stati che si pretendono immacolati come gigli e salvatori dell’umanità: oh pernicioso complesso del Cristo salvatore!
Chissà perché nelle sue prediche, Ruini, o addirittura Benedetto XVI, anziché di coppie di fatto o di accanimento terapeutico, non parlano mai di queste autentiche sconcezze - forse che il Vaticano, Dio non voglia, partecipa alla spartizione dei dividendi? Spero e credo di no, ma le sue belle responsabilità, il Polacco, facendo finire la Guerra fredda, le ha anche in questo campo, e di colpo capisco tutte le sue amate madonnine che piangono sangue per ogni dove.... Le responsabilità non credo infatti si esauriscano nelle semplici e nude azioni, ma che si estendano a tutte le ramificazioni di conseguenze che ne derivano.
Per ciò ogni decisione dovrebbe richiedere lunghe riflessioni e lungimiranza. Dovrebbe.


Questo film, dunque, senza nascondersi dietro un dito, si chiude così:
“I mercanti d’armi conquisteranno la terra, perché tutti gli altri saranno impegnati ad uccidersi fra di loro. Il segreto è non combattere mai contro se stessi.
Questo film si basa su fatti veri.
I commercianti d’armi privati prosperano in tutto il mondo, ma i principali produttori d’armi sono gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Francia, l’Inghilterra e la Cina, tutti stati membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’ONU.”


Va da sé che nessun americano ha accettato di finanziare questo film di Andrew Niccol, che riflette: “Dato che il film non si esime dal rendere noti fatti concreti sul ruolo degli Stati Uniti nella fornitura di armi, era considerato troppo polemico”. E per di più, se la sceneggiatura, come è accaduto, viene presentata ad una settimana dall’inizio della guerra in Iraq...
Decisamente troppo imbarazzante, che ne dite?

Secondo Amnesty International e la Rete Italiana per il Disarmo circa mezzo milione di bambini, donne e uomini sono uccisi ogni anno dalle armi e migliaia di persone vengono mutilate, torturate o sono obbligate a lasciare le proprie case. In realtà, sempre per Amnesty International, le armi piccole e leggere oggi in circolazione nel mondo sono ormai circa 639 milioni. E come non bastasse, ogni anno ne sono prodotte otto milioni in più, e nessuna legge internazionale ne regola il flusso e lo smercio, prevalentemente diretto verso l’Africa.
Ma lo abbiamo già detto altrove : l’Occidente non ha grossi interessi commerciali in Africa, quindi ... ops, che dico! l’Occidente il suo grande business africano ce l’ha, ed è proprio il commercio d’armi. Come diceva Alberto Sordi, un altro stagionato commerciante d’armi cinematografico, a testimoniare quanto sia vecchio il problema : “Finché c’è guerra, c’è speranza!”

Lasciamo le ultime parole a Yuri Orlov, l’ucraino signore della guerra:
“Qualcuna dice che il Male trionfa perché non si fa niente per impedirlo: la verità è che...il male trionfa.”

Anche per questo, voglio mettere in chiaro che questo blog non festeggia o partecipa in alcun modo a manifestazioni di soddisfazione per l’avvenuta impiccagione di Saddam Hussein, in accordo in questo con il Governo italiano e la Comunità Europea.
In primo luogo perché sono contraria alla pena di morte, per chicchessia e in ogni caso - se una scelta è una scelta, lo deve essere sino in fondo, senza ma e senza distinguo: ritengo, per la giustizia umana, che il carcere a vita possa tranquillamente equivalere, nel suo sottrarre al condannato la sua esistenza, ad una condanna a morte.
In secondo luogo ritengo questa esecuzione frettolosa un enorme errore politico, perché è verosimile che scatenerà solo altra violenza fra sciiti e sunniti, aggravando la pulizia etnica che di fatto si sta già svolgendo in Iraq (per esempio, dopo l’esecuzione si segnalano 30 morti nella sciita Kufa, più il kamikaze linciato dalla folla e 45 feriti; e violenze anche a Falluja e a Tikrit).
Inoltre, essa sottrae giustizia a molti morti, in particolare curdi, la cui vita e morte continuano così ad essere considerati solo di serie B.



PS. dalla colonna sonora, come sottofondo "Hallelujah" di Leonard Cohen, anche se nell'esecuzione originale e non in quella di Jeff Buckley, come invece si ascolta nel film

PPS. Oggi sono particolarmente soddisfatta: a volte gli scopi che ci prefiggiamo si realizzano...ed è davvero meraviglioso, alla salute di chi ci vuol male, che per chi non mi conosce bene, è il mio classico brindisi festivo!
Oh sì, divertente, divertente...
:-)))

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postato da la Parda Flora alle 11:07  

 

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