08 ottobre 2006
Prospettiva Nevski
Un vento a 30 gradi sotto zero
incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili
a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve
E intorno i fuochi delle Guardie rosse accessi per scacciare i lupi
e vecchie coi rosari.
Seduti sui gradini di una chiesa
aspettavamo che finisse messa e uscissero le donne
poi guardavamo con le facce assenti la grazia innaturale di Nijinsky
E poi di lui si innamorò perdutamente il suo impresario
e dei Balletti russi.
L’inverno con la mia generazione
le donne curve sui telai vicino alle finestre
un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky
e gli orinali mesi sotto i letti per la notte
e un film di Ejzenštejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza
la luce fioca di candele e lampade a petrolio
e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere
e il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare
l’alba dentro l’imbrunire.


Poi, nel 1925, Lenin malato dovette abbandonare la politica, e con lui finì la stagione della NEP, Nuova Economia Politica, qui descritta, e nel 1928, smembrata la troika con G. Zinovev e Kamenev e isolata finalmente la posizione contraria di Trotzkij in seno al Comitato centrale, salì al potere Stalin.

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postato da la Parda Flora alle 10:23  

 

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