Un vento a 30 gradi sotto zero incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve E intorno i fuochi delle Guardie rosse accessi per scacciare i lupi e vecchie coi rosari. Seduti sui gradini di una chiesa aspettavamo che finisse messa e uscissero le donne poi guardavamo con le facce assenti la grazia innaturale di Nijinsky E poi di lui si innamorò perdutamente il suo impresario e dei Balletti russi. L’inverno con la mia generazione le donne curve sui telai vicino alle finestre un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky e gli orinali mesi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenštejn sulla rivoluzione. E studiavamo chiusi in una stanza la luce fioca di candele e lampade a petrolio e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere e il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire.
Poi, nel 1925, Lenin malato dovette abbandonare la politica, e con lui finì la stagione della NEP, Nuova Economia Politica, qui descritta, e nel 1928, smembrata la troika con G. Zinovev e Kamenev e isolata finalmente la posizione contraria di Trotzkij in seno al Comitato centrale, salì al potere Stalin.Etichette: comunicazioni di servizio, le vite degli altri |