(Non conservo memoria di quando lessi il mio primo fumetto di Hugo Pratt. E' come se fosse esistito sempre nella mia vita. La fumetteria dove ho comprato alcuni dei suoi libri, a Venezia prima del ponte delle Maravegie, era gestita da un signore che abitava accanto alla madre di Pratt, e a volte me ne raccontava aneddoti. Poi, passati molti anni, ho conosciuto per davvero un gentiluomo di fortuna, uno dei pochi rimasti, e ovviamente me ne sono innamorata. Era nel mio codice genetico, oserei dire, come le mie malattie... Tutto quello che posso aggiungere è che non è facile vivere accanto a un gentiluomo di fortuna, è come se ogni notte lottasse con l'angelo, e se ne sentono i colpi e l'ansimare, ma ne vale la pena.)
Un cliente mi offre un brindisi su questa milonga triste: come rifiutare?
(Chi ha tenuto il conto dei morti civili in Iraq?) |