26 luglio 2006
Tre
La rivolta araba non si fece aspettare, e nel 1936 iniziò con l’assassinio di un ebreo a Nablus e la costituzione dell’Alto comitato arabo, cui si oppose l’Hagana, organizzazione di difesa clandestina dell’Agenzia ebraica. Non gestibile militarmente dall’Inghilterra, la rivolta richiese le risorse diplomatiche anglosassoni, che cercarono di trovare risposta alle legittime rimostranze di Arabi ed Ebrei. : la brillante conclusione dovuta al professor Coupland dell’Università di Oxford fu che nello stesso territorio palestinese convivevano due popoli le cui culture erano inconciliabili e l’unica soluzione era separarli (sic!). Tale spartizione, che nella realtà si sarebbe concretizzata dieci anni dopo, fu aspramente rifiutata dagli Arabi e anche da parte dei sionisti, mentre trovò l’appoggio di Weizmann.
Ma il rifiuto arabo, in una situazione internazionale che diveniva sempre più cupa, indusse nel 1937 l’Inghilterra ad accantonare ufficiosamente il progetto di divisione.
L’anno dopo, la crisi di Monaco e l’annessione dell’Austria alla Germania da parte di Hitler, la passata invasione dell’Etiopia da parte dell’Italia e l’avvento della dittatura del generale Franco in Spagna delineavano un panorama quanto mai fosco: la possibilità di una guerra mondiale era sempre più concreta. Per l’Inghilterra era necessario risolvere la questione araba, sia perché distoglieva truppe necessarie altrove, sia perché rischiava di chiudere le vie alle colonie orientali inglesi, sia infine perché poteva deviare altrove l’indispensabile petrolio mediorientale.
Pochi giorni prima dell’inizio della guerra, l’Inghilterra chiudeva i suoi rapporti con la Palestina, dichiarandone, nella sua interezza, l’indipendenza e limitando l’immigrazione degli ebrei ad un massimo di 75 000 persone.
Tuttavia, l’offerta inglese fu rifiutata dall’allora esule Haj Hamin, che preferì allearsi con la Germania, reclutando i musulmani bosniaci nelle SS. Gran bella mossa, se mi è permesso! che probabilmente i palestinesi stanno ancora pagando.
Aderirono invece alla proposta inglese, volta a mantenere tranquillo il Medio Oriente, l’Arabia Saudita e la Transgiordania, mantenendo così aperte agli Alleati le vie al petrolio.
Tutto ciò venne vissuto dagli Ebrei come un tradimento, tanto più che la loro situazione in Europa andava facendosi sempre più critica. Il terrore iniziò nel novembre del 1938 con la cosiddetta Reichkristallnacht, e nel gennaio successivo, Hitler parlò apertamente di sterminio degli Ebrei in caso di guerra. Sappiamo che fra gli storici è molto dibattuto se l’idea della “soluzione finale” fosse già presente, o nacque solo nel corso della guerra. Questo discorso del 1939, e i molti riferimenti che in più occasioni Hitler vi fece, parrebbero far propendere per la prima ipotesi.
Il seguito è storia conosciuta: l’annessione della Polonia con gli accordi segreti per la sua spartizione con Stalin, i brutali pogrom sulla popolazione e la reclusione dei circa due milioni di ebrei nei ghetti di Varsavia, Lodz e Cracovia. Tuttavia, quali fossero le reali intenzioni dei tedeschi circa il problema ebraico non era ancora ufficialmente chiaro.
Altri quattro milioni di ebrei finirono sotto il controllo tedesco quando, nel 1941, Hitler iniziò la guerra contro l’ex alleato Stalin. I russi, in attesa del vecchio alleato Generale Inverno, ricorsero a un’altra consolidata tecnica di guerra: il sabotaggio delle città che venivano abbandonate al nemico.
Non tutti probabilmente sanno che Kiev costò agli ebrei circa 34 000 morti, e da quel momento gli omicidi di massa si susseguirono.
Era l’inizio della Shoa, vissuto dalle SS come purificazione razziale, che si doveva attuare, secondo le disposizione di Goering al vicecapo delle SS Heydrich, in quell’inverno.
Per descrivere lo shock vissuto dagli Ebrei di fronte allo sterminio hitleriano, il Dipartimento di Stato Americano parlò di “desiderio cosmico” di assicurarsi uno stato ebraico, anche perché la Shoa, che seguiva secoli di antisemitismo, chiariva per gli ebrei che la loro sicurezza sarebbe esistita solo se gestita direttamente.
In tal senso, la seconda guerra mondiale ebbe un enorme peso sulla storia del conflitto arabo-israeliano.

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postato da la Parda Flora alle 13:45  

 

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