30 giugno 2009 |
Misteri |
C’è una cosa che mi turba: a me, a parte che in cabina elettorale, mai nessuno ha chiesto se gradivo Berlusconi. Eppure, quando per motivi etici, rifiutai i suoi condoni fiscali tombali, sapendo di aver la coscienza pulita, i suoi “bravi” (anziché occuparsi delle magagne fiscali del loro signore) mi estrassero …a sorte per i controlli di dovere tutte le volte (sic!): quindi che io esisto, chi cura non voglio dire l’immagine (è riduttivo), bensì la complessiva figura di questo signore, lo sa. Eppure, mai nessuno mi ha chiesto il mio parere di cittadina italiana sul Presidente del Consiglio.
Leggere quotidianamente le oscillazioni dell’indice di gradimento (vista questa fastidiosa fede incrollabile nella statistica a campione su qualsiasi argomento da parte del Leader maximo, presumo persino sul numero di volte che usa “la salle de bain” al giorno come parametro di popolarità del suo Lactobacillus Bulgaricus, e sottolineo Bulgaricus, visto che certi picchi di popolarità ricordano proprio lo spirito di quel Paese dell’Est Europa) che il nostro Presidente del Consiglio sbandiera, assomiglia sempre più alle estrazioni del lotto, e come tali sono non solo patetiche, ma decisamente ridicole. Rispetto al suo preteso picco, ora veleggerebbe allegramente verso un - 6% (sempre ammesso che i numeri non glieli dia il nonno morto in sogno), che a casa mia è comunque un inizio anche abbastanza sostanzioso di declino, ma la cosa non lo turba: gli pare anzi sia un successo. Evidentemente, con l’intensità e la percussività della campagna d’informazione denigratoria mondiale, alla quale va aggiunto qualche sparuto contributo nazionale - persino Famiglia Cristiana!No dico… definita ridicolmente dal PdL “la frangia eversiva” del mondo cattolico. Che importa se è venduta nell’angolo della buona stampa in tutte le chiese cattoliche… - si aspettava decisamente di peggio. Così ai numeri si ribatte coi numeri. Numeri nudi, privi di quelle necessarie informazioni su come sono stati raccolti ed elaborati, che li renderebbero credibili, ma questo che c’entra? Frega a qualcuno degli italioti destra-votanti? Non mi pare proprio. Per certi versi, mi rode ammetterlo, ma è vero che se Silvio non ci fosse bisognerebbe inventarlo: una simile figura di cialtrone senza vergogna alcuna è difficile da trovare, anche a ravanare la storia dell'umanità in toto.
Le ultime squallide vicende del Berlusconistan - e che all’estero, complice la nostra informazione nazionale di regime, conoscono e aborrono molto più di noi, non lesinando aggettivi come pagliaccio, satiro, satrapo, buffone, etc, mentre noi siamo ancora convinti (perché lo ha detto lui) che per risolvere la crisi sia solo questione di ripescare Tonino Guerra e fargli dire 2466 volte al giorno: Gianni, siamo ottimisti! e altre scemenze simili - vengono semplicemente ignorate con una tecnica che mi ricorda un gioco che facevo spesso da bambina: un due tre stella! Mentre il coglione di turno è “sotto” declamando la fatidica frase, che scandisce il tempo del “liberi tutti”, i concorrenti fanno quella beata fava che gli pare (negli intenti del gioco, cercano di fare le scarpe a chi diriga il gioco), basta non farsi cogliere a farlo quando il capo gioco, finito il tempo, si volta.
Così troviamo cristallizzati dalla necessità atteggiamenti e pose buffe, ma anche no, dei concorrenti. Una imbarazzante e starnazzante ministra in autoreggenti dell’ultima ora (dimostrazione che l’evangelico: chiedete e vi sarà dato, se non per amore, almeno per togliervi da in mezzo ai piedi, è vero), che festeggia l’Arma dei Carabinieri con un ben poco consono saluto romano (fra l’altro, reato, mi consta). Un sindaco che si insedia con lo stesso rituale. Tentativi di legalizzare organizzazioni paramilitari (e poco costituzionali) che non hanno nulla a che fare con le istituzioni preposte alla sicurezza, e che si paludano di uniformi simili in modo imbarazzante ad altre viste in tempi non poi così lontani come vorrebbero farci credere, e via così cantando: chi più ne ha, più ne metta.
Ma torniamo al punto di partenza: Berlusconi sostiene di avere un certo tasso di popolarità. Io so che per valutare l’attendibilità di una statistica, o di una ricerca, o di una qualsiasi roba del genere, fosse solo il test per valutare l’efficacia e gli effetti collaterali di un farmaco, è indispensabile conoscere molto bene le modalità, che sono rigide e precise, con le quali la ricerca è stata fatta ed elaborata, altrimenti i numeri sono e restano solo numeri senza valore. Come li avesse dati san Gennaro, insomma, per giocarseli e incrociare le dita. Senza tener conto che per il mio spirito anarcoide, che si irrita di fronte a certe invasioni del privato, risponderei la prima cosa che mi passa per la testa, e credo di non essere l’unica nella quale scatta questo meccanismo anti "exit poll". Quindi, se la popolarità del nostro capo di Governo è del 61 per cento, ritengo mio diritto di cittadina conoscere l’istituto che ha elaborato il dato, e che così se ne assume la responsabilità, e come la ha elaborato, su quale campione di italiani (mi auguro non solo aderenti ai circoli della libertà, tanto per dire) e su come questo campione è formato: numericamente, per età, professione, titolo di studio etc, etc.
Altrimenti, io ve lo dico e voi pensateci bene: oggi, la mia popolarità (contando anche il barista sotto casa) è del 95%. Meglio del Papi… Mica paglia! :-DEtichette: strano mondo |
postato da la Parda Flora
alle 12:51
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