27 luglio 2006
Intervallo
Sono stanca. Ma stanca di essere stanca, come scriveva un poeta africano del quale - ovviamente - non ricordo il nome, dato che sto rincretinendo. Però sono stanca per davvero, ho i brividi e gli occhi che mi bruciano come se avessi la febbre. Rifletto sulla cialtroneria della vita, che mi ha fatto perdere l’unica persona amica della quale m’interessasse ultimamente...
ieri sera, lunghissima telefonata con un’amica di lungo corso, durante la quale abbiamo un po’ riso e un po’ pianto, o qualcosa del genere perché, abbiamo concluso, la vita non è mica una cosa da prendere troppo sul serio, anche se a volte fa proprio male.
(e io rivorrei tanto la mia)

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ma che donna vendivativa MIru. Poi non mi capisco neanch'io,perciò cancello:il probema è che non ricordo più che volevo scrivere due minuti fa. E questo èil vero problema: niente ferie, niente possibiltà di pause, le mura e la mia ragione che mi implodono addosso, e la malattia che rosicchia. Allora ,sarà allora, sarà il momento di tuffarsi in una capriola in cielo, senza più ritorno.

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"Ho calcolato tutto, valutato ogni cosa: e gli anni a venire mi apparvero spreco di fiato, e spreco di fiato gli anni del passato".
postato da la Parda Flora alle 12:06  

 

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