19 giugno 2007 |
La vita segreta delle parole |
La vita segreta delle parole è uno strano film, della regista catalana Isabel Coixet prodotta da Almodovar. E' un film che parla in realtà più coi silenzi che con le parole... essendo molto europeo, ha ovviamente ottenuto pareri discordi, da critica e pubblico, che temo si sia un po' assuefatto a ritmi e regia e montaggio che seguono schemi prevalentemente statunitensi - a me è piaciuto, sia per il tema trattato, che mi ha trovato molto vicina, proprio geograficamente, sia per il modo scelto per trattarlo. Fra l'altro dimostra una cosa della quale sono convinta da tempo: l'orrore delle cose narrate è decisamente peggiore di quello delle cose mostrate. Ma non dirò di più, per chi non avesse visto il film, e decidesse di curiosare.
"Ci sono così poche cose laggiù: la luce, il gas, il silenzio, Adesso. Un attimo fa. ...Bisogna ammazzare il tempo prima che sia il tempo ad ammazzare noi...Onda dopo onda, sempre le stesse...” Così pensa l'indecifrabile ed ossessiva-compulsiva protagonista Anna, sull'elicottero, avvicinandosi alla piattaforma petrolifera.
E mentre si dondola su una delle due altalene, presenti sulla piattaforma, assieme al cuoco Simon, che si diverte a cucinare ogni giorno un piatto di un Paese diverso, e mentre cucina, ascolta anche la musica di quel Paese, in un immaginario giro del mondo, per non impazzire, per sfuggire alla prigione di onde e isolamento della piattaforma, fra Anna e Simon c'è questo colloquio.
Anna... Sì?...Cosa? Niente. (Anna ride e insiste) Cosa? Niente...
(Dopo una manciata di secondi di silenzio)
Simon... Sì?... Cosa? Niente. Dài, cosa? Davvero. Niente... (Anna e Simon ridono; le loro altalene ora dondolano sincrone fra di loro).
Sostiene lo scrittore vietnamita Lê Thi Diem Thúy: "Lascia che la parola sia umile, lascia che si sappia che il mondo non è cominciato con parole, ma con due corpi stretti l'uno all'altro, uno che piange e l’altro che canta". Mentre il pittore e scrittore americano John Berger scrisse, più o meno: “le debolezze degli altri sono come le nostre – la conseguenza di aver vissuto”.
Su tutto questo, la voce rasposa di Tom Waits in All the world is green,
I fell into the ocean When you became my wife I risked it all aganist the sea To have a better life Marie you're the wild blue sky And men do foolish things You turn kings into beggars And beggars into kings
Pretend that you owe me nothing And all the world is green We can bring back the old days again And all the world is green
The fase forgives the mirror The worm forgives the plow The questions begs the answer Can you forgive me somehow Maybe when our story's over We'll go where it's always spring The band is playing our song again And all the world is green
Pretend that you owe me nothing And all the world is green We can bring back the old days again And all the world is green
The moon is yellow silver Oh the things that summer brings It's a love you'd kill for And all the world is green
He is balancing a diamond On a blade of grass The dew will settle on our grave(s) When all the world is greenEtichette: le vite degli altri |
postato da la Parda Flora
alle 11:25
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