11 aprile 2006 |
Considerazioni post elettorali (a modo mio) |
La spigolatrice di Sapri
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Me ne andavo un mattino a spigolare quando ho visto una barca in mezzo al mare: era una barca che andava a vapore, e alzava una bandiera tricolore. All'isola di Ponza si è fermata, è stata un poco e poi si è ritornata; s'è ritornata ed è venuta a terra; sceser con l'armi, e noi non fecer guerra. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra, ma s'inchinaron per baciar la terra. Ad uno ad uno li guardai nel viso: tutti avevano una lacrima e un sorriso. Li disser ladri usciti dalle tane: ma non portaron via nemmeno un pane; e li sentii mandare un solo grido: Siam venuti a morir pel nostro lido. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro un giovin camminava innanzi a loro. Mi feci ardita, e, presol per la mano, gli chiesi: - dove vai, bel capitano? - Guardommi e mi rispose: - O mia sorella, vado a morir per la mia patria bella. - Io mi sentii tremare tutto il core, né potei dirgli: - V'aiuti 'l Signore! - Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Quel giorno mi scordai di spigolare, e dietro a loro mi misi ad andare: due volte si scontraron con li gendarmi, e l'una e l'altra li spogliar dell'armi. Ma quando fur della Certosa ai muri, s'udiron a suonar trombe e tamburi, e tra 'l fumo e gli spari e le scintille piombaron loro addosso più di mille. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Eran trecento non voller fuggire, parean tremila e vollero morire; ma vollero morir col ferro in mano, e avanti a lor correa sangue il piano; fin che pugnar vid'io per lor pregai, ma un tratto venni men, né più guardai; io non vedeva più fra mezzo a loro quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Luigi Mercantini
(l'eterno problema degli italiani: l'ignoranza, l'ignavia e il qualunquismo politico. In ricordo della generosa e sfortunata insurrezione di Carlo Pisacane, che nel 1853 fu massacrato da quegli stessi contadini che voleva liberaredai latifondisti. Nel nostro "povero" illuminismo, così cauto a fronte di quello francese, si lamentava già la mancanza di informazione e di contatto fra la politica e il popolo. Pietro Giannone e Radicati di Passirano pagherano così caro il loro anticlericalismo, nella volontà di fare dell'Italia uno stato laico, libero dalle ingerenze del Vaticano - nota bene: stato laico che ancora non abbiamo, visti i Patti Lateranensi che sono così stati sbandierati ad arte in questi giorni - da tacitare ogni altra voce contraria al Vaticano e rendere in genere cauti, e addirittura muti i pensatori illuministi su questo argomento. Io credo se ne stia ancor pagando il prezzo, alla faccia del cardinal Ruini e a quella di Benedetto XVI, capo di uno stato straniero e come tale, auspicabilmente, rispettoso della libertà di decisione dei cittadini di un paese confinante. Ma questa è l'anomalia dell'Italia, lo sapeva bene già Machiavelli. Ciò che non sappiamo è se ne usciremo mai, visto anche che i risultati migliori dell'Unione li hanno ottenuti le aree più a sinistra. Ognuno ne tragga le conclusioni che preferisce. Io, personalmente, spero solo di non conoscere la dittatura che conobbero i miei genitori.)Etichette: (brutta) storia |
postato da la Parda Flora
alle 07:52
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